“La sostenibilità nella finanza è una responsabilità collettiva.” Le parole che inaugurano la Euronext Sustainability Week sono di Stephane Boujnah, CEO e presidente del Managing Board di Euronext, il principale mercato finanziario e borsa valori paneuropeo nell'Eurozona. Fino al 13 settembre, a Palazzo Mezzanotte (Milano), va in scena la settimana della sostenibilità di Euronext Borsa Italiana, un evento che catalizza le attenzioni di banche, fondi di investimento, aziende e investitori su tre lettere in particolare: ESG. Tre categorie di performance ambientale, sociale e di governance che nascondono un universo di competenze, ostacoli, costi, opportunità e sfide.
Come vanno le performance ESG delle società quotate Euronext?
La rivoluzione ESG è già in corso. Ci sono i dati del primo Euronext ESG Trends Report a dimostrarlo. Presentata da Mathieu Caron, Global head Of Primary Markets di Euronext, l’analisi conferma i passi in avanti compiuti da 1.729 società quotate su Euronext negli ultimi tre anni. Il database si concentra su più di 50 indicatori quantitativi allineati con la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), la Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) e la Tassonomia europea. Oltra a un netto incremento di dati grezzi condivisi dalle aziende (+40% dal 2020), si è registrata una riduzione totale delle emissioni Scope 1 e Scope 2 del 14%, ma non solo. “È davvero impressionante”, ha dichiarato Caron. “Non solo le aziende analizzate hanno tagliato le proprie emissioni senza subire alcun effetto nei profitti, ma hanno anche diminuito il consumo energetico del 26%, con una quota rinnovabili schizzata al + 44%.”
Viste le difficoltà nell’uniformare una metodologia di rendicontazione delle emissioni indirette, gli analisti di Euronext non hanno potuto misure la totale riduzione delle emissioni Scope 3, la categoria solitamente di gran lunga più impattante in un inventario emissivo aziendale. Piuttosto scarsi, invece, i miglioramenti nella performance delle categorie diversità e parità di genere. Si registra un misero aumento di 2,1 punti percentuali per quanto riguarda la presenza di donne nei consigli di amministrazione. Nel management la crescita non supera gli 1,6 punti percentuali, fermandosi a quota 27%.
Infine il rapporto sottolinea la rapida adozione dei criteri di tassonomia europea, con il 70% delle imprese a grande capitalizzazione di mercato e il 49% delle mid-cap già in linea con i nuovi obblighi di rendicontazione. Secondo Mathieu Caron, ciò dimostra il ruolo fondamentale delle normative nell’integrazione degli indicatori chiave di prestazione ESG (KPI) nella reportistica aziendale.
Le sfide degli ESG
Oltre all’analisi sui trend, tutto sommato positiva, delle performance ESG, Euronext lancia altre iniziative per promuovere l'agenda green europea, facendo da ponte tra le economie locali e i mercati dei capitali globali. Dal pacchetto di consulenza ESG dedicato alle PMI per supportarle nell'implementazione degli standard europei di rendicontazione di sostenibilità (ESRS) previsti dalla direttiva CSRD, alla ESG Reporting Guide, una guida che incorpora gli ultimi regolamenti europei, i recenti sviluppi degli standard ESG e i casi di studio delle società quotate. “Lo sviluppo continuo dei nostri prodotti e servizi testimonia il nostro impegno nel fornire alle aziende gli strumenti essenziali per orientarsi nel panorama normativo in evoluzione, migliorare le loro performance ESG e contribuire a un futuro più sostenibile", ricorda Stephane Boujnah.
Adottare direttive e regolamenti però implica dei costi operativi, che poi rischiano di sciupare la competitività industriale europea. Secondo il presidente di Banco BPM Massimo Tononi, la partita presenta numerosi ostacoli e incertezze. “Le aziende hanno un ruolo sociale ed è giusto che sia così, ma abbiamo bisogno di maggiore chiarezza sulla velocità della transizione green, altrimenti rischiamo di perdere terreno nei mercati globali.” Tononi cita con preoccupazione la sfida a suon di incentivi tra il Net-zero Industrial Plan europeo e l’Inflation Reduction Act statunitense e la partita sulle batterie contro la Cina, ma ribadisce l’importanza di investire su chi promette o possiede già solide credenziali ESG. Giovanni Tempini, presidente del consiglio di amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti, dice che ormai non si parla d’altro nei consigli di amministrazione ma oltre alla “E di environment” non ci si può dimenticare della “S di social”, proteggendo i settori più vulnerabili.
“In Europa solo il 25% dei rischi climatici è coperto da assicurazione”, ricorda Andrea Sironi, presidente del Gruppo Generali. “È chiaro che questo rappresenta una minaccia significativa per l’economia e la società. Se ci sono grandi perdite le banche e i governi saranno i primi a pagarne il prezzo, ecco perché è fondamentale incanalare investimenti sulle aziende virtuose.”
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