Green Future Project, azienda che fornisce strumenti avanzati per il monitoraggio dei consumi energetici e il calcolo delle emissioni di anidride carbonica equivalente, ha aperto un nuovo ufficio presso il polo tecnologico di Trentino Sviluppo a Trento. Green Future Project è una società Benefit e B Corp che offre un supporto completo per lo sviluppo di strategie di decarbonizzazione su misura: anche per questo ha trovato una sede ideale nell’hub di Trentino Sviluppo. 

“Abbiamo un ufficio a Milano, uno a Londra, uno ad Abu Dhabi, uno a Tokyo e ora anche uno a Trento”, spiega a Materia Rinnovabile Stefano Pozzato, CEO di Green Future Project. “Riteniamo – ma lo ha ritenuto anche Trentino Sviluppo – che la nostra società possa essere di supporto alle aziende locali, e ne abbiamo anche avuto l’evidenza. Ci sono degli incentivi locali che spingono le aziende a fare degli investimenti, per esempio installando dei pannelli fotovoltaici. Queste attività però spesso vengono portate avanti in modo un po’ confusionario, senza un’adeguata rendicontazione. In questo modo, non si riesce a calcolare qual è il ritorno dell’investimento. Grazie alla nostra tecnologia, è possibile monitorarlo. Per esempio, la presenza dei pannelli solari permette all’azienda di essere parzialmente indipendente in termini di energia. È un ritorno anche per la regione stessa, per monitorare gli impatti degli incentivi che vengono forniti.”

Green Future Project, che lavora nel campo ESG (Environmental, Social and Governance), è nata tre anni fa da un’idea del documentarista Pietro Pasolini durante un viaggio per testimoniare le conseguenze della deforestazione in Ecuador. Oggi può contare su trenta tra collaboratori e collaboratrici ed è alla ricerca di nuovi profili tecnici per l’ampliamento del team scientifico.

La piattaforma di rendicontazione

Per il monitoraggio dell’impatto ambientale, l’azienda si avvale di un’interfaccia digitale ideata in collaborazione con uno spinoff dell’Università di Oxford, al quale lavorano le sustainability consultant Sara Battistella e Francesca Pischedda, il direttore creativo Vladi Surguci e l’amministratore delegato Stefano Pozzato.

“La nostra piattaforma ha la capacità di rendicontare in tempo reale i consumi energetici dell’organizzazione e le relative emissioni di CO₂ equivalenti”, ci spiega Pozzato. “Quindi fa sì che un’azienda riesca a redigere in autonomia il report della propria impronta carbonica, andando a ottimizzare sia l’effort dell’organizzazione sia le risorse allocate. Dopodiché, la piattaforma mette in comunicazione l’organizzazione con i progetti ambientali disponibili su scala internazionale, permettendole di compensare o ridurre parte delle proprie emissioni tramite la contribuzione a progetti di riforestazione, di energie rinnovabili, di conservazione. Questo processo viene massimizzato anche come engagement dei loro stakeholders, sia interni che esterni.”

Attualmente, Green Future Project propone 23 progetti di riforestazione, produzione di energia rinnovabile e ripristino degli ecosistemi marini in 9 paesi del mondo: Italia, Ecuador, Brasile, India, Indonesia, Jamaica, Madagascar, Mozambico e Kenya. “Prima eravamo prettamente orientati all’impatto ambientale, mentre oggi ci occupiamo anche dell’impatto sociale e di governance delle aziende”, aggiunge Pozzato. “Stiamo sviluppando un’estensione della piattaforma, che oltre all’impronta carbonica produrrà anche dei report di impatto per le organizzazioni, soddisfando così il nuovo requisito europeo della direttiva CSRD.”

“Il nostro intento è far sì che quello che rischia di diventare un mero esercizio per le imprese possa essere a tutti gli effetti un percorso che le porti a efficientare e migliorare l'impatto che generano”, conclude Pozzato. “Talvolta le direttive europee si dimenticano che il tessuto industriale nazionale è fatto da piccole e medie imprese. I numerosi requisiti possono rendere la quotidianità delle PMI sempre più complessa. Abbiamo ritenuto che il Trentino-Alto Adige, un’area ricca di imprese che da anni sono già state spinte ad avere un approccio sostenibile, potesse avere la necessità di una soluzione come la nostra, che semplifica il processo di reporting aziendale.”

 

In copertina: Stefano Pozzato