Sulla base delle politiche climatiche attuali, le emissioni globali di CO₂ sono prossime a raggiungere il picco, ma la traiettoria calante della curva emissiva non sarà abbastanza acuta per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C. Secondo il nuovo World Energy Outlook dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), infatti, entro la fine del secolo l’aumento della temperatura media è sulla buona strada per toccare i 2,4°C. Uno scenario piuttosto allarmante che necessita una risposta tempestiva da parte dei governi.

L’instabilità geopolitica dell’energia fossile

Nonostante il crescente slancio verso l’energia pulita, il mondo è ancora lontano da una traiettoria in linea con gli obiettivi net-zero da raggiungere entro il 2050. Nel report la IEA enfatizza la necessità di costruire un sistema energetico più sicuro, resiliente e flessibile, che possa garantire una condivisione dei benefici. L’escalation della guerra in Medio Oriente e il conflitto in Ucraina mettono costantemente sotto pressione buona parte delle forniture energetiche fossili globali.

Per esempio, circa il 20% del petrolio e del gas naturale liquefatto (GNL) globale passa attraverso lo Stretto di Hormuz, un check point − attentamente controllato dall’Iran − da cui transitano circa 1,2 milioni di barili al giorno. Il sorgere di nuovi attacchi missilistici tra Israele e Theran potrebbe complicare la delle petroliere dirette verso l’Europa. Secondo la IEA questi rischi geopolitici si sostanziano in una decrescita della domanda di petrolio, che come il carbone raggiungerà il picco nel 2030. La capacità di GNL invece, trainata da Stati Uniti e Qatar, è destinata a crescere del 50% entro il 2030.

Crescono le rinnovabili, avanza l’elettrificazione

Le energie rinnovabili, invece, sono sempre più economiche è sicuro: nel 2023 sono stati aggiunti oltre 560 gigawatt di nuova capacità rinnovabile. “Il boom dell'elettricità rinnovabile e dell'elettrificazione è sufficiente a garantire il picco di carbone, gas e petrolio in questo decennio”, ha dichiarato Dave Jones, Global Insights Programme Director di Ember. “Le rinnovabili si stanno avvicinando al raggiungimento dell'impegno assunto a COP28 di triplicare le rinnovabili globali.” Ma con l'aumento del consumo di energia, anche la rapida crescita delle rinnovabili non si traduce in una rapida diminuzione delle emissioni di CO₂.

Gli 11.000 data center registrati a livello globale contribuiscono ad aumentare i consumi energetici, ma rappresentano una quota relativamente piccola della crescita complessiva della domanda. Secondo la IEA, saranno le ondate di calore più frequenti e intense a trainare i consumi, soprattutto a causa dell’incremento di condizionatori. I flussi di investimenti in progetti energetici a basso impatto si avvicinano a 2.000 miliardi di dollari l'anno, quasi il doppio dell'importo complessivo speso per le nuove forniture di petrolio, gas e carbone.

La direzione verso un sistema energetico elettrificato è stata ribadita anche dal direttore generale della IEA Fatih Birol: “Nella storia dell'energia abbiamo assistito all'era del carbone e all'era del petrolio, ora ci stiamo muovendo a velocità sostenuta verso l'era dell'elettricità, che definirà il sistema energetico globale in futuro e si baserà sempre più su fonti pulite”.

Cosa suggerisce l’Agenzia internazionale dell’energia?

Per far sì che l’energia pulita continui a crescere a un ritmo sostenuto, sono necessari maggiori investimenti nelle reti elettriche e nello stoccaggio dell’energia. Oggi, per ogni dollaro speso per le energie rinnovabili, solo 60 centesimi vengono investiti per le reti elettriche e lo stoccaggio. Questo sbilanciamento evidenzia il fatto che le infrastrutture di supporto essenziali all’elettrificazione non stiano tenendo il passo con la transizione energetica.

Diversi sistemi energetici sono vulnerabili agli eventi meteorologici estremi. “Per una decarbonizzazione sicura è necessario che gli investimenti nelle reti e nello stoccaggio aumentino ancora più rapidamente e che il rapporto degli investimenti si riequilibri a 1:1”, scrive la IEA. Il report menziona anche la carenza di fondi che dovrebbero supportare i paesi del Sud Globale verso una rapida ed equa eliminazione dei combustibili fossili. La IEA suggerisce inoltre la necessità di garantire accesso a sistemi di cottura puliti (clean cooking) a 550 milioni di persone. A 200 milioni, invece, manca ancora l’elettricità.

 

In foto: Fatih Birol, Executive Director, IEA © MichaelDeanPhotography