Volare da Milano a Napoli il 1° aprile costa solamente 15 euro. Mentre i biglietti del treno ad alta velocità per la stessa data partono da 85. Scegliere l’aereo consente di risparmiare anche sulla tratta Milano-Roma che sul motore di ricerca di voli Skyscanner viene offerta a soli 50 euro, mentre un viaggio di andata sul più sostenibile treno Frecciarossa è acquistabile a non meno di 80 euro.
Questa piccola ricerca empirica, fatta un giorno prima della pubblicazione di questo articolo, non equivale a una macro analisi statistica ma rispecchia un trend di mercato che anche uno studio di Greenpeace ha recentemente diagnosticato a livello europeo: i voli aerei domestici o sostituibili dai treni senza una grande differenza nei tempi di percorrenza sono più economici dei treni.
Il motivo principale risiede in una serie di agevolazione fiscali di cui gode il settore dell’aviazione europeo, tra le quali: sgravio dell'IVA, permessi gratuiti di inquinare (ETS) e l’esenzione sull’accisa del cherosene − carburante preferito da aviazione e trasporto marittimo − che in Europa è in vigore dal recepimento della direttiva europea sulla tassazione dei prodotti energetici del 2003.
Il gap fiscale con i treni
Secondo uno studio del think tank Transport & Environment, nel 2022 le casse dello stato italiano hanno perso 3,1 miliardi di euro di entrate a causa dei bassissimi livelli di tassazione a cui è sottoposta l’aviazione commerciale. Il “divario fiscale”, a livello europeo, vale oltre 34 miliardi di euro, circa 4 milioni di euro ogni ora.
“Rispetto al settore ferroviario che paga l’imposta sul valore aggiunto (IVA) e le tasse sull’energia, un settore complesso da decarbonizzare come l’aviazione commerciale gode di un meccanismo fiscale che tiene artificialmente bassi i costi dei biglietti”, spiega a Materia Rinnovabile Carlo Tritto, Policy officer di T&E Italy.
Leggi anche: Treni, aumentano i viaggiatori ma anche le criticità
Lo studio mostra anche che l’aumento della tassazione avrebbe un impatto sui prezzi dei biglietti per i passeggeri, con una conseguente diminuzione della domanda e un risparmio di emissioni di anidride carbonica.
L’aviazione è responsabile di circa il 2,5% delle emissioni di CO₂ globali che surriscaldano il pianeta. Un dato significativo se si considera che viaggiare spesso in aereo rimane appannaggio di pochi privilegiati: solamente l’1% della popolazione globale contribuisce a generare la metà dell’inquinamento totale.
“Il treno è per eccellenza una delle forme di mobilità più sostenibili ma deve essere un mezzo competitivo per le tasche del cittadino”, aggiunge Tritto. “L’attuale sistema non solo penalizza i passeggeri che vogliono viaggiare su treno, ma complica anche gli scenari di decarbonizzazione che vogliono promuovere l’utilizzo dei carburanti alternativi, i SAF.”
Gli aerei sostituibili dai treni in Italia
L’espansione delle reti ferroviarie e lo sviluppo dei treni ad alta velocità hanno cambiato il modo di viaggiare di milioni di italiani. Tratte che prima erano lunghe, inefficienti e scomode ora competono con i voli domestici nazionali.
In Italia, secondo uno studio dell’istituto ITSM dell’Università di Bergamo, sono 12 i collegamenti aerei sostituibili dal treno, circa il 9% dei voli totali. L’ITSM considera come “sostituibili” quelle rotte in cui il tempo di viaggio con mezzi alternativi risulti non superiore al 20% rispetto all’aereo.
Un esempio lampante è la tratta Roma-Milano su cui nel 2019, dagli aeroporti di Malpensa e Linate, sono decollati oltre 15.000 voli in un solo anno. Voli a corto raggio agilmente rimpiazzabili dai treni ad alta velocità, in grado di percorrere il tragitto in sole tre ore. Tra i 45.000 voli totali si notano altre rotte evitabili come Roma-Bologna e Roma-Firenze.
Lo studio commissionato da Assaeroporti sostiene che questi voli hanno rappresentato “solo l’1,45% delle emissioni di anidride carbonica del trasporto aereo nazionale e che l’eventuale soppressione di tali rotte genererebbe un risparmio esiguo in termini di CO₂”.
Tuttavia, facendo due conti, il risparmio non è poi così trascurabile. Secondo un report del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nel 2019 il traffico aereo in Italia ha generato 2,4 milioni di tonnellate di gas serra. Con la soppressione delle 12 rotte aeree sostituibili si sarebbero risparmiate circa 34.000 tonnellate di CO₂.
Leggi anche: Startup, CarbonFly: meno emissioni con carburanti sostenibili per l'aviazione
Nel giugno del 2023, l’introduzione in Francia del divieto ai voli a corto raggio quando esiste un'alternativa ferroviaria di meno di 2,5 ore ha suscitato grandi polemiche, soprattutto nell’industria francese che ha definito la legge “un abuso di potere”.
Non sono ancora chiari i benefici climatici della norma, ma il dipartimento francese di T&E ha ricordato che nel 2023 i voli domestici sono diminuiti del 3,4% rispetto all’anno precedente, a fronte di un aumento dei voli internazionali. Il divieto sarà in vigore per almeno tre anni, dopodiché il governo francese ne valuterà l'impatto prima di prendere nuove misure.
Il no del Sud Europa a una tassa sul cherosene
Per raggiungere l’obiettivo di tagliare il 55% delle emissioni entro il 2030 la Commissione europea vuole rivedere la politica fiscale sui prodotti energetici, con l’obiettivo di penalizzare quelli più inquinanti, come il cherosene.
“Nel breve termine, chiederò agli stati membri di concludere rapidamente i negoziati sulla direttiva sulla tassazione dell’energia”, ha dichiarato il commissario Hoekstra al simposio europeo delle tasse del 18 marzo. “Sono consapevole che questa sia una negoziazione difficile per tutti. Ma dobbiamo essere ambiziosi nel garantire che il nostro quadro fiscale incoraggi l’elettrificazione e riduca la dipendenza dalle fossili. Tutti, compresi i settori dell’aviazione e della navigazione marittima, devono fare la loro parte.”
Sono mesi che Hoekstra, responsabile per la Commissione europea di politiche climatiche e fiscali, cerca di far digerire la proposta fiscale a paesi e industria. Finora con scarsi risultati.
Lo scorso Consiglio d’Europa a presidenza ungherese non solo non è riuscito a trovare un accordo sull’introduzione di una tassa sul cherosene, come proposto da Bruxelles, ma tramite una bozza di compromesso ha proposto di esentare il trasporto aereo e marittimo dall’accisa per altri 20 anni.
Alcuni paesi dell’Europa meridionale come Malta, Grecia, Cipro, Croazia e la stessa Italia sono fortemente contrarie alla revisione della direttiva, sostenendo che potrebbe minare la competitività del turismo nei confronti dei paesi extracomunitari del Mediterraneo.
Anche l’industria, già preoccupata dalle tasse sul carbonio delle Emission Trading System, lamenta che un sistema fiscale penalizzante renderà le compagnie aeree europee meno competitive rispetto ai concorrenti.
Hoekstra ha dichiarato di comprendere i timori del settore, ma intanto spera che a partire dal 2026 il meno stringente meccanismo di tassazione internazionale CORSIA (strutturato dall’International Civil Aviation Organization) si allinei all’ETS europeo e corregga le eventuali distorsioni di mercato.
Leggi anche: Scie di condensazione, come ridurne l’impatto modificando le tratte aeree
In copertina: foto di Bruno Mira, Unsplash