Sono passati undici anni da quando, il 5 aprile 2014, Anne Hidalgo è diventata sindaca di Parigi. Sotto la sua amministrazione – segnata dall’appuntamento olimpico della scorsa estate, ma anche dai traumi della strage di Charlie Hebdo e degli attacchi terroristici del 13 novembre 2015 – la capitale francese ha rivoluzionato la mobilità dando la priorità a pedoni, ciclisti e trasporto pubblico, a scapito dell’automobile privata.
Hidalgo ha già dichiarato di non volersi ricandidare alle elezioni parigine del 2026, ma la serie di iniziative intraprese negli ultimi mesi è la chiara espressione della volontà di lasciare in eredità a chi si insedierà al numero 29 di Rue de Rivoli una città più sostenibile, almeno sotto il profilo ambientale.
Fra il 2014 e il 2024, la realizzazione di 550 chilometri di nuove piste ciclabili, l’impianto di 155.000 nuovi alberi, la creazione di 205 strade scolastiche vegetalizzate e di 45 ettari di nuovi spazi verdi e il rinnovamento di 300 edifici pubblici in un’ottica di resilienza climatica hanno concretizzato quelle che erano state le promesse elettorali di Hidalgo.
La stella polare della rivoluzione urbanistica di Hidalgo è stata la “città del quarto d’ora”, basata sul concetto della prossimità fra le residenze e i luoghi di lavoro, cura, approvvigionamento, apprendimento e svago. Il paradigma co-creato dall’urbanista Carlos Moreno ha guidato gran parte delle scelte fatte in materia di mobilità sostenibile.
Dal 30 agosto 2021, la velocità su gran parte delle strade parigine è stata limitata a 30 km/h, a eccezione di alcuni assi principali come i viali di Bois de Boulogne e di Vincennes, gli Champs-Elysées e l’Avenue Foch.
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Una trasformazione partecipata
Nel febbraio 2024 i parigini sono stati chiamati al voto per la creazione di una tariffa specifica per lo stazionamento delle “auto individuali pesanti, ingombranti e inquinanti” e il 54,55% ha optato a favore dell’implementazione dei costi.
Oggi, parcheggiare un SUV per un’ora dal 1° all’11° arrondissement costa 18 euro, mentre se si staziona per sei ore la tariffa lievita a 225 euro. Nello scorso mese di novembre l’amministrazione parigina ha istituito una zona a traffico limitato (ZTL) nel centro cittadino allo scopo di favorire il trasporto pubblico e la mobilità dolce, con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento e il rumore. Questa iniziativa è stata accompagnata da interventi sulla viabilità di altre parti della capitale francese.
Dallo scorso 1° ottobre la velocità dei boulevard periphérique equivalenti alle nostre tangenziali è stata ridotta da 70 a 50 km/h per tutti i veicoli, eccezion fatta per quelli d’emergenza. Uno studio condotto dall’Atelier parisien d’urbanisme sui primi due mesi completi di velocità ridotta sui boulevard périphérique (ottobre e novembre 2024) ha rivelato quattro dati a sostegno della bontà di questa iniziativa. A fronte di un flusso identico all’anno precedente, gli ingorghi sono diminuiti del 20%. Il numero degli incidenti è sceso dai 369 del 2023 ai 298 del 2024. L’inquinamento acustico è calato da una media di 79,8 a 76,7 decibel. Le emissioni di NO₂ hanno registrato un -13% e quelle di PM10 un -24%.
Mal digerite dagli automobilisti, le limitazioni della velocità, oltre a portare benefici in termini di sicurezza, hanno un’evidente ricaduta positiva anche a livello ambientale.
Una corsia preferenziale per il car pooling
I boulevard périphérique sono stati oggetto di un’altra iniziativa finalizzata all’implementazione del car pooling. A partire dallo scorso 3 marzo, infatti, è stata attivata una corsia preferenziale per i veicoli che trasportano almeno due persone. L’attivazione della corsia, segnalata da un apposito rombo bianco, è effettiva dalle 7 alle 10.30 e dalle 16 alle 20, in concomitanza dei maggiori flussi di traffico.
L’auto privata rappresenta il 15% delle emissioni di gas serra in Francia e la condivisione di un mezzo di trasporto ne dimezza l’impatto ambientale. D’altronde, secondo i dati dell’amministrazione parigina, l’utilizzo individuale dell’auto riguarda l’80% dell’utenza stradale, con una media di 1,24 persone per veicolo, rapporto che scende addirittura a 1,10 sui tragitti casa-lavoro.
Il referendum per vietare le auto in 500 strade
Domenica 23 marzo si è svolta una consultazione che ha chiamato la cittadinanza a esprimere il proprio voto sulla pedonalizzazione e vegetalizzazione di 500 nuove strade. Il 65,96% dei 56.849 elettori che hanno preso parte allo scrutinio si è espresso a favore della restituzione delle strade ai pedoni e dell’implementazione degli alberi.
Nonostante la bassa affluenza (4,06% degli aventi diritto) l’indicazione emersa dai 56.175 suffragi espressi ha confermato come le scelte fatte da Hidalgo in campo ambientale possano contare sul sostegno degli abitanti di Parigi.
Parallelamente all’interrogazione estesa a tutta la città, nei vari arrondissement sono stati proposti dei quesiti di interesse locale. Dall’istituzione di un banco alimentare alla creazione di un giardino del ricordo per gli animali di compagnia, da un sistema digitale per il risparmio energetico dell’illuminazione pubblica all’implementazione del commercio di prossimità. Anche in questo caso, gli esiti sono sempre stati a favore dell’opzione maggiormente sostenibile.
Nel corso dei suoi mandati in Rue de Rivoli, Hidalgo ha radicalizzato un lavoro di alleggerimento della mobilità che era già stato iniziato dal suo predecessore, anch’esso socialista, Bertrand Delanoë. I dati sulla qualità dell’aria relativi al periodo 2007-2022 di Airparif indicano un miglioramento omogeneo sul territorio metropolitano, con valori di PM10 e PM2.5 dentro i limiti e uno sforamento dell’NO₂ che interessa il 25% degli abitanti della capitale. La situazione atmosferica è decisamente migliore rispetto a quindici anni fa.
Il Piano per la biodiversità di Parigi
Infine, coerentemente con la Legge per la riconquista della biodiversità, della natura e dei paesaggi del 2016, Parigi ha varato il Piano biodiversità 2024-2030 che ha lo scopo di preservare le 2.800 specie della fauna e della flora selvatica presenti sul proprio territorio.
Il rafforzamento della vegetazione per collegare gli spazi verdi tra di loro, la riduzione dell’illuminazione per non disturbare la vita delle specie notturne, l’impianto di siepi e di luoghi di rifugio per gli uccelli, la preservazione del suolo libero, il rafforzamento delle zone umide e la de-impermeabilizzazione sono alcune delle opere che proseguiranno il lavoro cominciato con il Piano Biodiversità 2018-2024. Lo sforzo per una metropoli più vivibile continua, con uno sguardo capace di abbracciare anche la vita non umana.
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In copertina: immagine Envato