La Commissione europea intende concedere più tempo alle case automobilistiche per soddisfare gli standard europei sulle emissioni di CO₂ ed evitare multe su benzina e diesel. Tre anni, per l’esattezza, anziché uno: la conformità si baserebbe a questo punto sulle emissioni medie nel periodo 2025-2027.
La notizia è stata annunciata direttamente da Ursula von der Leyen, in vista della presentazione ufficiale dell’Automotive Action Plan da parte della Commissione europea, in agenda per mercoledì 5 marzo. L’obiettivo di questo pacchetto è aiutare i produttori di auto europei a elettrificare le proprie flotte e competere con i più avanzati rivali cinesi e statunitensi, stimolando la domanda di veicoli elettrici nell’Unione e introducendo requisiti di contenuto locale per la produzione di batterie.
La Commissione UE presenta l’Automotive Action Plan
L’Automotive Action Plan è il risultato dell’invito a un dialogo strategico sul futuro dell'auto europea, rivolto lo scorso 30 gennaio dalla stessa von der Leyen ai principali leader dell’industria, alle parti sociali e alle parti interessate.
“Un processo inclusivo e collaborativo, volto ad affrontare le sfide cruciali del settore e a garantirne il continuo successo come uno dei principali motori dell'economia europea”, aveva detto la presidente, riferendosi a un comparto che, secondo dati dell’esecutivo UE, supporta oltre 13 milioni di posti di lavoro diretti e indiretti e contribuisce con circa 1.000 miliardi di euro al prodotto interno lordo, oltre a garantire la mobilità sicura e conveniente dei cittadini e delle imprese dell’Unione.
I punti principali dell’Automotive Action Plan
Dalle bozze circolate in questi giorni, visionate anche da Reuters, sono emersi alcuni punti chiave. L’Automotive Action Plan conterrà proposte per i 27 stati membri dell'UE su come accelerare l’adozione di veicoli elettrici nelle flotte aziendali, che rappresentano circa il 60% del mercato europeo delle auto nuove.
L’UE collaborerà poi con i governi nazionali per valutare i migliori incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici e le relative opzioni di finanziamento, proponendo inoltre l’esenzione dai pedaggi stradali per i veicoli pesanti a zero emissioni.
Le vendite di nuovi veicoli elettrici sono diminuite del 5,9% nel 2024, secondo l’associazione europea dei costruttori ACEA, a causa di una serie di fattori: carenza di infrastrutture di ricarica, improvvisa fine degli incentivi in Germania e mancanza di modelli economici.
La bozza del piano riconosce che l’industria automobilistica europea rischia di perdere quote di mercato nella tecnologia EV e deve affrontare costi significativamente più elevati rispetto ai concorrenti, in particolare per le batterie, che rappresentano il 30-40% del valore di un’auto. Si prevede così un aumento progressivo dei requisiti di contenuto europeo per le celle e i componenti delle batterie vendute nei veicoli elettrici all'interno dell'UE.
Inoltre, la Commissione valuterà forme di sostegno per le aziende che producono batterie nell’Unione, incluse quelle straniere, purché collaborino con le imprese europee per condividere competenze e tecnologie.
L’UE intende anche proporre condizioni per gli investimenti stranieri nel comparto automotive e valutare un supporto finanziario per impianti di riciclo delle batterie.
Più tempo per raggiungere i target CO₂
L’annuncio, poi, dell’ammorbidimento dei tempi per soddisfare gli standard europei sulle emissioni di CO₂ di auto e furgoni è arrivato in risposta alle forti richieste dei produttori europei emerse anche negli ultimi giorni.
Le case automobilistiche, colpite dalle chiusure delle fabbriche e preoccupate per i dazi USA, avevano chiesto alla Commissione UE di concedere uno sgravio sulle multe su benzina e diesel, che, secondo le previsioni, potrebbero ammontare a 15 miliardi di euro (15,6 miliardi di dollari) se le flotte non rispettassero i limiti di emissioni di CO₂ previsti per il 2025.
“Il principio chiave è l’equilibrio”, ha dichiarato von der Leyen in una conferenza stampa, al termine del secondo meeting nell’ambito del Dialogo strategico sul futuro dell’industria automotive europea. “Da un lato, abbiamo bisogno di prevedibilità ed equità per i first mover, coloro che hanno svolto i propri compiti con successo, e quindi dobbiamo attenerci agli obiettivi concordati.”
Dall’altro lato, “dobbiamo ascoltare le voci delle parti interessate, che chiedono più pragmatismo in questi tempi difficili e neutralità tecnologica”. E ancora: “Gli obiettivi rimangono gli stessi e vanno raggiunti, ma ciò significa più respiro all’industria”, ha aggiunto la presidente, specificando che la proposta richiederà l'approvazione del Consiglio e del Parlamento europei.
Le reazioni. T&E: “L’UE non crei incertezza”
L’annuncio è stato accolto da pareri contrastanti. “Indebolire le norme dell’UE sulle auto pulite premia i ritardatari e fa poco per l’industria automobilistica europea se non lasciarla ulteriormente indietro rispetto alla Cina sui veicoli elettrici”, ha commentato William Todts, direttore esecutivo di Transport & Environment (T&E), principale organizzazione indipendente europea per la decarbonizzazione dei trasporti.
“L’UE rischia di creare un’incertezza molto dannosa sulla transizione dei veicoli elettrici. Ci aspettiamo quindi un piano d’azione automobilistico che ripristini la fiducia e riporti l’Europa e la sua industria sulla strada giusta verso automobili a zero emissioni al 100% nel 2035”, ha detto Todts, che ha partecipato al dialogo UE sul futuro del settore automobilistico.
Secondo T&E, l’attuale obiettivo di CO₂ per il 2025 è ampiamente alla portata delle case automobilistiche europee, che hanno tempo fino alla fine dell’anno per conformarsi. Concedere maggiore flessibilità significa permettere alle case automobilistiche di vendere auto meno pulite nel 2025, eliminando la pressione per lanciare modelli di veicoli elettrici più economici entro fine anno e ritardando l’aumento della produzione.
Adolfo Urso: “La Commissione UE dà ragione all’Italia”
“Salvata l’industria dell’auto europea, la Commissione dà ragione all’Italia”, ha dichiarato il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. “Eliminata la tagliola delle multe che avrebbe determinato il collasso del settore. Ora avanti con la piena neutralità tecnologica, l’autonomia strategica nella produzione di batterie e un piano incentivi europeo.”
A proposito delle multe di non compliance, “accogliamo con favore i progressi della Commissione nel voler mitigare gli oneri a carico dei costruttori”, ha detto Roberto Vavassori, presidente di ANFIA, Associazione nazionale filiera industria automobilistica. “Parimenti, registriamo con favore la dichiarazione della presidente della Commissione che sarà preparata in tempi rapidi una revisione dello schema al 2035, che avrà come principio chiave quello della piena neutralità tecnologica. Restiamo in attesa di conoscere che cosa in concreto questo significherà.”
Si attende, insomma, la presentazione ufficiale del piano d’azione UE sull’automotive. “L’auspicio è che arrivino finalmente le risposte necessarie al settore per poter puntare con forza sull’innovazione e rilanciare così la competitività”, ha dichiarato Fabio Pressi, presidente di Motus-E, commentando anche i dati sul mercato italiano delle auto a febbraio. “Occorrono interventi coraggiosi sia sul fronte della domanda che dell’offerta, evitando ambiguità e incertezze, che finirebbero per penalizzare gravemente industria, lavoratori e consumatori.”
Le criticità sui veicoli elettrici
Nel secondo mese dell’anno sono state immatricolate 6.925 vetture full electric, in crescita del 39,8% rispetto allo stesso mese del 2024, con una quota di mercato salita fino al 5% (dal 3,4% di febbraio 2024). Considerando tutte le alimentazioni, il mercato auto italiano segna a febbraio una contrazione del 6,3% a 138.469 unità immatricolate e una frenata del 6,1% nei 2 mesi a quota 272.581 registrazioni.
Guardando gli altri grandi paesi europei, gli ultimi dati disponibili (gennaio 2025) indicano che la quota di mercato delle auto elettriche si è attestata al 17,4% in Francia, al 16,6% in Germania, al 7% in Spagna e al 21,3% nel Regno Unito, mentre nello stesso mese la market share italiana era stata del 5%.
“Il miglioramento dei numeri italiani [sui veicoli elettrici, ndr] beneficia ancora degli ordini effettuati nei mesi scorsi e il confronto tendenziale è influenzato dal debolissimo avvio del 2024, per l’effetto ‘attesa’ dei vecchi incentivi”, nota Pressi. “Tuttavia, al netto del perdurare del preoccupante ritardo rispetto all’Europa, i dati offrono alcuni spunti che meritano di essere approfonditi.”
Secondo il presidente di Motus-E, “stiamo iniziando ad assistere all’arrivo sul mercato di tanti nuovi modelli elettrici entry level, che in prospettiva potrebbero consentire a un crescente numero di italiani di abbracciare questa tecnologia e tastarne con mano i vantaggi. Parallelamente, si cominciano a osservare i primi riflessi positivi della revisione dei fringe benefit sulle immatricolazioni full electric, a riprova dell’importanza di valorizzare ulteriormente il canale delle flotte aziendali, anche nell’ottica di mettere in moto un importante mercato dell’usato”.
Sulla bozza dell’Automotive Action Plan si è espressa infine anche l’UNRAE, l’Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri. “Fornisce solamente gli indirizzi di quelle che potrebbero essere le future azioni della Commissione fra il 2025 e il 2026, ma non sembrano ancora emergere misure concrete per rendere il settore più competitivo e affrontare con decisione la transizione verso la decarbonizzazione”, è il parere del presidente Michele Crisci.
In particolare, “per quanto riguarda la mobilità pulita, la Commissione dichiara di voler supportare concretamente lo sviluppo della domanda di auto a zero emissioni, ma non parla più di incentivi europei alla domanda, bensì di raccomandazioni agli stati membri per valorizzare le best practices e individuare possibili fonti di finanziamento per supportarne l’implementazione”, ha concluso Crisci, esprimendo apprezzamento per l’annuncio di von der Leyen sulle novità per il mancato rispetto dei target di emissione di CO₂.
In copertina: Ursula von der Leyen fotografata da Christophe Licoppe © European Union, 2025