Il gotha dell’industria mineraria si riunisce dal 9 all’11 gennaio al Future Minerals Forum 2024 a Riyad, un mega evento fortemente voluto dal Ministero dell'Industria e delle Risorse minerarie del Regno dell'Arabia Saudita. Sul tavolo ci sono le sfide chiave della transizione ecologica e della digitalizzazione.

“La futura crescita economica e la prosperità richiedono una solida fornitura di minerali e metalli”, si legge sul sito del Future Minerals Forum, che vedrà tavole di discussione su come affrontare la domanda esponenziale di materie prime come rame, acciaio e alluminio.

Il Forum nasce dalla visione di una super regione mineraria emergente che si estende dall’Africa attraverso il Medio Oriente fino all’Asia centrale e orientale, fatta di hub industriali per i “green minerals”, dove la stessa Arabia Saudita vuole giocare un ruolo chiave di nodo unificatore dei Paesi che detengono risorse e know-how fondamentali.

“L’approvvigionamento sicuro di molti metalli, minerali e terre rare è fondamentale per sostenere una transizione del sistema energetico a basse emissioni. Questa transizione aumenterà la domanda di tali minerali ed è importante agire ora”, ha dichiarato in plenaria d’apertura il presidente dell'IPCC, Jim Skea.

Il summit – che ha visto la partecipazione di ministri, MDBs e numerose agenzie ONU – segna l’ennesima dimostrazione da parte dei Sauditi di avere una voce chiave non solo nel settore oil and gas ma anche nel settore delle infrastrutture e dei materiali per le nuove energie e energie rinnovabili, soprattutto in Paesi dove stanno aumentando la propria influenza geopolitica ed economica. In particolare in Africa, dove Riyad sta già da anni riversando risorse.

La Tavola rotonda ministeriale

Il Forum si è aperto il 9 gennaio con la Tavola rotonda ministeriale, guidata dal presidente Bandar Ibrahim Al Khorayef, Ministro dell'Industria e delle Risorse minerarie del Regno dell'Arabia Saudita. Presenti i Ministri di 80 paesi, sia potenze industriali come India, Giappone, Stati Uniti, EU e Regno Unito, sia Paesi minerari come Cile, Repubblica Democratica del Congo, Egitto, Ghana, Repubblica di Guinea, Kazakistan, Messico, Marocco, Pakistan, Russia, Sud Africa, Zambia e Zimbabwe.

Avviata per la prima volta nel gennaio 2022, la Tavola rotonda ministeriale è stata concepita per lanciare iniziative volte a rafforzare la cooperazione e il coordinamento nel settore minerario. Queste iniziative comprendono aree critiche come la definizione di principi per un quadro regionale sui minerali critici, lo sviluppo di centri di eccellenza, la definizione di aspettative di approvvigionamento responsabile e la creazione di hub di metalli verdi.

Tutti i Paesi partecipanti all’incontro hanno un obiettivo: lavorare per garantire il futuro delle catene di approvvigionamento dei minerali per la transizione globale verso l’energia pulita e raggiungere lo sviluppo economico regionale nel settore minerario e dei metalli. La super regione che si estende dall’Africa all’Asia occidentale e centrale ha potenziale e capacità minerarie promettenti ed è in grado di soddisfare il divario previsto nella domanda futura.

Il ruolo dell’Italia al Future Minerals Forum 2024

Presente anche l’Italia con il Ministro Gilberto Picchetto Fratin. “Sono qui per confermare la forte attenzione con la quale l’Italia guarda al settore dei minerali critici su cui annuncio che ci sarà un focus anche nel programma della nostra Presidenza G7 appena iniziata”, ha dichiarato durante la ministeriale.

“Il nostro Paese è pronto a essere l’HUB del Mediterraneo ponendosi come ponte tra Europa, Africa e Medio Oriente per favorire una transizione energetica sicura e sostenibile.” Il ministro, sottolineando il ruolo dell’economia circolare, ha anche citato il progetto finanziato dal Governo italiano nel quadro del programma europeo RePower, che mette a disposizione un finanziamento per rafforzare la ricerca e creare un HUB tecnologico nazionale di eccellenza su economia circolare, ecodesign e urban mining che si affianca alle attività dell’ISPRA e del Servizio Geologico Nazionale.

 

Immagine: Hala Alghanim, Unsplash