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La Conferenza delle Nazioni Unite sulla Biodiversità, sospesa a inizio novembre a Cali, in Colombia, si riunirà nuovamente dal 25 al 27 febbraio 2025 a Roma, in Italia, presso la sede dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO).

L'ufficio di presidenza della Conferenza delle Parti della Convenzione sulla diversità biologica ha deciso oggi, 28 novembre, di riprendere le sessioni della COP16 e delle riunioni concomitanti dei Protocolli per affrontare i punti all'ordine del giorno rimasti irrisolti dopo la sospensione della riunione a causa della perdita del quorum nelle prime ore del 2 novembre.

"Nelle settimane a venire, e durante il nostro incontro di febbraio a Roma, lavorerò al fianco delle Parti per costruire la fiducia e il consenso necessari per raggiungere la Pace con la Natura, assicurando che gli obiettivi e i traguardi del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework (KMGBF) si traducano in azioni tangibili", ha dichiarato Susana Muhamad, ministra dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile della Colombia e presidente della COP16. "Garantire finanziamenti adeguati e prevedibili sarà fondamentale per i nostri sforzi, consentendo un cambiamento trasformativo per la biodiversità e garantendo al contempo benefici per le comunità e gli ecosistemi.” 

“I forti risultati raggiunti alla COP16, sostenuti da uno spirito di compromesso e di dialogo, dimostrano che il multilateralismo rimane efficace anche in tempi difficili”, ha dichiarato Astrid Schomaker, segretaria esecutiva della Convenzione sulla diversità biologica. “Il rapido accordo odierno di concludere le nostre discussioni all'inizio del 2025 riflette la determinazione a mantenere lo slancio e ad assicurare il successo dell'attuazione del KMGBF”.

Questioni chiave per la ripresa delle discussioni 

Uno dei punti principali della ripresa della sessione: una nuova strategia di mobilitazione delle risorse volta a garantire 200 miliardi di dollari all'anno entro il 2030 da tutte le fonti per le iniziative a favore della biodiversità e a ridurre gli incentivi dannosi di almeno 500 miliardi di dollari all'anno entro il 2030.

Le Parti esamineranno anche la possibilità di istituire uno strumento di finanziamento globale per la biodiversità, progettato per mobilitare e distribuire efficacemente i finanziamenti. Quelli attuali provengono da accordi bilaterali, da fonti private e filantropiche e da fondi dedicati come il Fondo mondiale per l'ambiente (GEF), compreso il Fondo quadro globale per la biodiversità (GBFF) e il Fondo per la biodiversità di Kunming (KBF).

Si dovrà poi finalizzare il Quadro di monitoraggio, ovvero gli strumenti che consentano alle Parti di misurare i progressi rispetto al quadro di monitoraggio dei 23 obiettivi del KMGBF. Per questo è fondamentale poi il Meccanismo di pianificazione, monitoraggio, rendicontazione e revisione (PMRR). La sua adozione determinerà il modo in cui i progressi verso l'attuazione del KMGBF saranno esaminati alla COP17. Le Parti prenderanno in considerazione anche l'inserimento di impegni da parte di attori non statali, tra cui giovani, donne, popolazioni indigene, comunità locali, società civile e settore privato. All'ordine del giorno anche la finalizzazione del modello di rendicontazione nazionale, che include gli indicatori principali.

Per quanto riguarda il meccanismo finanziario si prevede che le Parti approvino i risultati del GEF, incoraggino ulteriori contributi al GBFF e forniscano ulteriori indicazioni al GEF in vista dei prossimi negoziati per la ricostituzione. Tra gli altri punti all'ordine del giorno figurano le decisioni sulla cooperazione con altre convenzioni e organizzazioni internazionali, il programma di lavoro pluriennale della CBD e l'adozione dei rapporti finali della COP16, della COPMOP11 (Protocollo di Cartagena) e della COPMOP5 (Protocollo di Nagoya).

 

In copertina: foto di UN Biodiversity modificata da Materia Rinnovabile