Dopo essere sbarcata sulla Luna lo scorso 23 agosto, l’India si appresta ora a guidare la riscossa del Sud globale al prossimo G20. Il summit delle prime 20 economie del mondo, che si terrà a New Delhi il 9 e 10 settembre, è stato infatti già indicato da vari osservatori internazionali come l’occasione per amplificare la voce del potenziale “blocco alternativo” a quello occidentale.
E lo stesso primo ministro indiano Narendra Modi, del resto, aveva dichiarato mesi fa l’intenzione di ampliare gli obiettivi e le priorità del summit “consultando non solo i nostri partner del G20, ma anche i nostri compagni di viaggio nel Sud del mondo, la cui voce spesso resta inascoltata".
G20 India 2023, partecipanti
Il G20, o Gruppo dei 20, è il forum internazionale di cooperazione economica e finanziaria che riunisce le prime 20 economie del mondo. Fu creato nel 1999 durante una riunione del G7, nella convinzione che, in un’economia sempre più globalizzata, fosse giunto il momento di allargare questo tipo di summit per garantire una maggiore stabilità finanziaria a livello globale.
Da allora il G20 include i Paesi del G7 (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti), quelli del gruppo BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) e Arabia Saudita, Australia, Argentina, Corea del Sud, Indonesia, Messico e Turchia. A questi si aggiungono infine le rappresentanze istituzionali dell’Unione europea. Insieme, i Paesi del G20 rappresentano l’85% del Pil globale, il 75% dei traffici commerciali e circa i due terzi della popolazione mondiale.
A New Delhi sono stati inoltre invitati come Paesi “ospiti” anche Bangladesh, Egitto, Mauritius, Paesi Bassi, Nigeria, Oman, Singapore, Spagna ed Emirati Arabi Uniti.
G20, Russia e Cina
Ci saranno tuttavia delle assenze pesanti: il presidente russo Vladimir Putin non sarà presente, mentre per la Cina parteciperà il primo ministro Li Qiang al posto del presidente Xi Jinping. Ma se per Putin l’assenza era già stata messa in conto, quella di Xi Jinping, che non ha mai mancato un G20, rimane ancora da interpretare.
Alcuni osservatori la intendono come un segnale di dissenso nei confronti dell’India, a causa di alcune dispute territoriali lungo il confine himalayano, mentre per altri l’ineffabile presidente cinese vuole semplicemente evitare di presentarsi sotto i riflettori internazionali in un momento di delicata crisi economica interna. Quale che sia il motivo, l’assenza di Xi potrebbe indebolire la portata delle decisioni prese durante il summit.
Tema del summit: una Terra, una famiglia
La Terra che sorge da un fiore di loto, simbolo della nazione indiana, è il logo designato per rappresentare il G20 del 2023. Una scelta fortemente radicata nella tradizione ed emblematica della presidenza di Modi, così come il motto, in sanscrito, che sintetizza il tema principale del summit: Vasudhaiva Kutumbakam, “il mondo è un’unica famiglia”, frase tratta dal Maha Upanishad, un testo sacro minore dell’Induismo.
Nel presentarlo un anno fa, Modi aveva dichiarato: “La presidenza indiana del G20 arriva in un momento di crisi e caos nel mondo. […] Il mondo sta attraversando le conseguenze di una pandemia dirompente, di conflitti e di molta incertezza economica. [...] Il simbolo del loto è una rappresentazione della speranza in questo momento. Non importa quanto avverse siano le circostanze, il loto fiorisce comunque. Anche se il mondo è in una profonda crisi, possiamo ancora progredire e renderlo un posto migliore”.
Le istanze del Sud Globale
Seguendo il mantra del One Earth, One Family, One Future, l’India ha quindi condotto quest’anno di incontri e discussioni fra i Paesi del G20 cercando di portare avanti le istanze del Sud globale. I principali temi dibattuti, e che torneranno sul tavolo durante la due giorni di New Delhi, sono stati la riforma dell’architettura del debito internazionale, il miglioramento delle condizioni per i prestiti ai Paesi in via di sviluppo da parte di istituzioni multilaterali, e le conseguenze della crisi geopolitica (vedi guerra in Ucraina) sulla sicurezza alimentare ed energetica.
Il blocco dei 20, tuttavia, quest’anno non è riuscito a rilasciare dichiarazioni congiunte proprio a causa delle diverse posizioni in merito al conflitto russo-ucraino. Un terreno sdrucciolevole, ma che rende sempre più evidente (come ha sottolineato di recente anche il presidente brasiliano Lula) come si stia delineando un nuovo assetto geopolitico in cui il Sud del mondo pretende maggior voce in capitolo.
Immagine: Sourabh Rai, Pexels