(da Bruxelles) Dopo settimane di attesa e non pochi colpi di scena, martedì 17 settembre Ursula von der Leyen ha svelato la composizione del Collegio dei Commissari UE per i prossimi cinque anni di mandato. I 26 alti funzionari, proposti dai singoli Stati membri, sono stati presentati dalla presidente della Commissione durante una conferenza stampa a Strasburgo, nel corso della seconda plenaria del Parlamento europeo. Ora spetta proprio al Parlamento UE approvare il nuovo collegio.
Tuttavia, anche se adesso si gioca a carte scoperte, le settimane che precederanno il voto potrebbero riservare ancora ostacoli. Von der Leyen ha glissato la domanda dei giornalisti sull’obiettivo di una squadra pronta entro il 1° novembre, giusto in tempo per le elezioni americane. Inoltre, secondo quanto riportato da Politico, la stessa conferenza stampa di presentazione dei Commissari sarebbe arrivata dopo una riunione a porte chiuse in cui von der Leyen ha rifiutato di fornire ai capi dei gruppi politici dell’eurocamera i nomi dei futuri delegati, così come le rispettive mansioni e portafogli.

Percorso a ostacoli

Nei giorni scorsi, non erano mancati altri scossoni. Lunedì 16 settembre, a meno di 24 ore dalla presentazione dei Commissari già rinviata di una settimana, il commissario francese uscente al Mercato Interno Thierry Breton ha infatti presentato in maniera del tutto inaspettata le proprie dimissioni a effetto immediato. Breton, in una lettera pubblicata su X, ha accusato pubblicamente l’attuale leader dell’esecutivo UE di incarnare una leadership "discutibile" e di aver offerto all’Eliseo un portafoglio “più influente” in cambio di una diversa nomina, nella sostanza un veto sul secondo mandato di Breton a Bruxelles. Nei fatti Macron ha subito suggerito il nome di Stéphane Séjourné, nominato oggi da von der Leyen vicepresidente esecutivo per la Politica industriale.
Anche sull’equilibrio di genere sembra esserci ancora da lavorare. Von der Leyen aveva chiesto agli Stati membri di indicare sia un uomo che una donna come candidati commissari. Un’indicazione disattesa, considerato che le proposte iniziali dei Paesi membri prevedevano una quota di donne pari al 22%. Il nuovo (probabile) esecutivo sarà composto da undici donne, pari al 40% dell'intera squadra. Merito anche delle pressioni di von der Leyen, che nel caso della Slovenia hanno portato al ritiro del candidato Tomaž Vesel in favore della ex diplomatica Marta Kos (che nell’attuale squadra è ancora indicata con un asterisco). "Era del tutto inaccettabile", ha sottolineato von der Leyen, riconoscendo che, nonostante i progressi, c'è "ancora molto lavoro da fare".

I 6 vicepresidenti esecutivi. Raffaele Fitto confermato a Coesione e riforme

Sono sei le vicepresidenze esecutive proposte da von der Leyen. Come detto, il francese Stéphane Séjourné sarà vicepresidente esecutivo per la politica industriale, mentre la spagnola Teresa Ribera sarà responsabile per la transizione giusta, pulita e competitiva. Tra gli altri ruoli apicali figurano la finlandese Henna Virkkunen (Sovranità tecnologica, sicurezza e democrazia), la estone Kaja Kallas (Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza), la romena Roxana Minzatu (Persone, le competenze e la preparazione) e l’italiano Raffale Fitto, confermato vicepresidente esecutivo con delega alla Coesione e alle Riforme. Fitto gestirà i PNRR con il lettone Valdis Dombrovskis, che avrà portafoglio all’Economia e alla produttività ma non sarà più vicepresidente esecutivo.
“Un riconoscimento importante che conferma il ritrovato ruolo centrale della nostra Nazione in ambito UE. L’Italia torna finalmente protagonista in Europa” ha scritto la premier Giorgia Meloni su X commentando la nomina del “luogotenente” europeo Fitto. Per Meloni l’indicazione di Fitto rappresenta una vittoria politica, scongiurando in questa fase l’isolamento italiano (e dell’estrema destra), che era invece arrivato attraverso il cordone sanitario di socialisti, popolari e verdi durante la nomina dei posti chiave al Parlamento europeo a luglio.
"L'Italia è un Paese molto importante e questo deve riflettersi anche nella nostra scelta". "Il Parlamento europeo ha 14 vicepresidenti, due sono dell'ECR", ha proseguito von der Leyen, riferendosi al gruppo conservatore a cui appartiene Fratelli d'Italia (FdI), di cui Fitto è un peso massimo. "Ho tratto le conseguenze sulla composizione della Commissione", ha aggiunto von der Leyen ricordando poi che i Commissari non sono rappresentanti degli Stati Membri, ma della “causa comune Europea”. In ogni caso l’appartenenza geografica e politica è un fattore che nelle nomine ha giocato un peso. Nella nuova Commissione UE 14 membri saranno del PPE (15 con von der Leyen), 5 a Socialisti e Renew.
La capogruppo dei Socialisti europei, Iratxe Garcia Perez, ha espresso preoccupazione per la scelta di affidare il ruolo di vicepresidente esecutivo a un esponente del gruppo ECR, affermando che "non corrisponde alle nostre richieste e ci crea problemi". Tuttavia, ha sottolineato che il gruppo lavorerà "con responsabilità" in vista delle audizioni. Anche Terry Reintke, co-presidente dei Verdi europei, ha manifestato riserve, sostenendo che la nomina di Raffaele Fitto potrebbe "creare un pericoloso spostamento verso l'estrema destra nella Commissione" e rischiare di compromettere "la maggioranza pro-democratica". Ha inoltre avvertito che il gruppo "non darà vita facile a Fitto" durante le audizioni al Parlamento Europeo.

Clima, Energia, Ambiente ed economia circolare

Tra i portafogli più importanti designati dalla presidente della Commissione UE von der Leyen spicca il nome di Wopke Hoekstra, riconfermato commissario per il clima. Classe 1975 e nominato ad agosto 2023 dal governo olandese come successore di Frans Timmermans, Hoekstra ha un passato come collaboratore per la compagnia petrolifera Shell e consulente di McKinsey, nonché come Ministro delle finanze del terzo governo Rutte. Sarà Hoekstra a rappresentare l’Unione Europea durante la prossima COP29 sul Clima a Baku a novembre.

Sarà invece l'ex ministro danese per il clima, Dan Jørgensen, il probabile futuro commissario per l'energia e l'edilizia abitativa. "Il suo lavoro contribuirà a far scendere i prezzi dell'energia, a investire nell'energia pulita e a garantire la riduzione delle nostre dipendenze", ha dichiarato von der Leyen in conferenza stampa. "Sarà il primo commissario per l'edilizia abitativa a occuparsi di tutti gli aspetti, dall'efficienza energetica agli investimenti e all'edilizia, che definiscono questo tema", ha aggiunto la numero uno della commissione europea.
Come ricordato da Politico Jørgensen, esponente socialdemocratico, ha ricoperto il ruolo di Ministro del clima e dell'energia dal 2019 al 2022, periodo in cui la Danimarca ha fissato uno dei target climatici più ambiziosi a livello globale: ridurre del 70% le emissioni di gas serra entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. Durante il suo mandato, ha guidato la transizione dei lavoratori del settore petrolifero e del gas nel Mare del Nord verso il fiorente comparto dell'energia eolica. Inoltre, ha giocato un ruolo chiave nella creazione della Beyond Oil and Gas Alliance, un'alleanza di Paesi impegnati a porre fine all'esplorazione dei combustibili fossili. 

Jessika Roswall (Svezia) sarà invece commissaria per l’ambiente, la resilienza idrica e l’economia circolare competitiva. Il suo ruolo si concentrerà sulla promozione della sostenibilità ambientale e sull'uso efficiente delle risorse, temi centrali nel prossimo mandato di von der Leyen, come ribadito nel rapporto Draghi sulla competitività europea e nelle Political guidelines 2024 2029 presentate a luglio.

 Chi sono gli altri commissari

 Completano la rosa dei commissari Magnus Brunner (Austria) agli affari interni e migrazione, Hadja Lahbib (Belgio) alla preparazione e gestione delle crisi e uguaglianza, Ekaterina Zaharieva (Bulgaria) per startup, ricerca e innovazione, Dubravka Šuica (Croazia) al Mediterraneo e Costas Kadis (Cipro) alla pesca e oceani. Jozef Síkela (Repubblica Ceca) si occuperà dei Partenariati internazionali, mentre Apostolos Tzitzikostas (Grecia) guiderà trasporti sostenibili e turismo. Olivér Várhelyi (Ungheria) sarà responsabile per salute e benessere animale. Tra gli altri incarichi, Michael McGrath (Irlanda) si occuperà di democrazia e stato di diritto, mentre Andrius Kubilius (Lituania) avrà il portafoglio difesa e spazio. Christophe Hansen (Lussemburgo) sarà responsabile per agricoltura e alimentazione, Glenn Micallef (Malta) per equità intergenerazionale, gioventù e sport, Piotr Serafin (Polonia) si occuperà di bilancio e anti-frode, Maria Luís Albuquerque (Portogallo) dei servizi finanziari, Maroš Šefčovič (Slovacchia) del commercio e sicurezza economica e Marta Kos (Slovenia) dell’allargamento.

Commissari controversi

È importante infine sottolineare che non tutti i commissari designati potrebbero resistere all’esame parlamentare. Corporate Europe Observatory ha esaminato i curricula dei commissari designati e ha riscontrato fenomeni come le cosiddette “porte girevoli” (il passaggio di funzionari pubblici e politici dal settore pubblico a quello privato e altri conflitti di interesse), oltre ad affiliazioni all'estrema destra che “destano forti preoccupazioni”. "È scioccante vedere un numero così sorprendente di candidati commissari con un passato nel mondo delle imprese, che crea un serio rischio di conflitti di interesse e di pregiudizi a favore delle imprese. Von der Leyen ha assegnato a molti di questi candidati commissari portafogli che rendono questi rischi estremamente acuti", ha detto Olivier Hoedeman, coordinatore della ricerca e della campagna di Corporate Europe.

Secondo l’osservatorio, oltre all’olandese Hoekstra, è Maria Luís Albuquerque, candidata al ruolo di commissario per i Servizi finanziari dell'Unione Europea, ad avere una carriera controversa caratterizzata dal fenomeno del "revolving door”. Dopo aver ricoperto ruoli significativi nel Ministero delle Finanze portoghese, ha assunto una posizione nel gruppo britannico Arrow Global, noto per la gestione di crediti deteriorati. Marta Kos, proposta dalla Slovenia per il ruolo di Commissario per l'Allargamento, è attualmente Senior Adviser presso Kreab, una delle maggiori società di lobbying a Bruxelles con clienti come Amazon e Google. Kos ha un passato come ambasciatrice della Slovenia in Germania e Svizzera e ha anche una carriera come giornalista. È sposata con Henri Getaz, Segretario Generale dell’Associazione Europea di Libero Scambio (EFTA), un'organizzazione intergovernativa che promuove il libero scambio tra i suoi membri. Jozef Síkela, candidato per i Partenariati internazionali dalla Repubblica Ceca, ha un'esperienza consolidata nel settore finanziario grazie alla sua lunga carriera presso Erste Group, dove si è specializzato in servizi finanziari, fusioni e acquisizioni e analisi macroeconomiche.

Apostolos Tzitzikostas (Grecia), candidato per Trasporti sostenibili e turismo, è stato invece criticato per aver invitato il partito neo-nazista Alba Dorata a una parata e per aver mancato la firma di un accordo con l'UNHCR. Raffaele Fitto (Italia), candidato per Coesione e Riforme, ha cambiato partito verso destra e ha affrontato in passato accuse di corruzione e associazione a delinquere, ma è stato assolto (interessante notare come a riprova dal sito web ufficiale si possa scaricare il suo casellario giudiziario) così come da controversie finanziarie come presidente della regione Puglia. Olivér Várhelyi (Ungheria), candidato per Salute e benessere animale, è infine noto per le sue posizioni controverse su Israele/Palestina, Serbia e Georgia e attualmente è Commissario per il Vicinato e l'Allargamento.

 

Immagine di copertina: European Parliament official