Mercoledì 13 novembre il Ministero degli esteri dell’Argentina ha ordinato alla propria delegazione di ritirarsi dai negoziati sul clima. Secondo quanto riportato dai principali media nazionali argentini, per la COP29 a Baku erano stati inviati 3 tecnici per un percorso di formazione su come gestire rapporti e relazioni alle conferenze sul clima e poco altro.
Il "basso profilo" della delegazione argentina a COP29
Oltre alla breve permanenza dei funzionari del Ministero degli esteri e del Ministero dell'ambiente, del turismo e dello sport, la presenza della delegazione argentina è stata definita di “basso profilo”. Secondo il quotidiano argentino La Nacion, i tecnici e i funzionari del Ministero degli esteri hanno evitato di interagire con giornalisti e osservatori, rifiutando anche di parlare ufficiosamente.
Il presidente argentino Javier Milei, leader di estrema destra, aveva recentemente affermato che la crisi climatica è una “menzogna socialista”. L'anno scorso durante la campagna elettorale aveva minacciato di ritirarsi dall'Accordo di Parigi, ma poi ha fatto marcia indietro, affidandosi per la scorsa COP di Dubai all’esperta inviata per il clima Marcia Levaggi, successivamente destituita dall’incarico. Milei si è sempre opposto alle politiche climatiche, proprio come l'appena rieletto Donald Trump. I due si incontreranno al meeting ultraconservatore CPAC (Conservative Political Action Conference) di Mar a Lago, in Florida, in programma dal 14 al 16 novembre.
La mossa di Milei non avrà effetti sui negoziati
Conferma il ritiro della delegazione dalla COP29 anche la sottosegretaria argentina all’ambiente Ana Lamas, a più alta rappresentante del paese in materia di clima dopo che Milei ha declassato il ministero dell'ambiente facendolo passare sotto l'egida di quello degli affari esteri. Lamas ha dichiarato al Guardian di aver ricevuto istruzioni dal Ministero degli affari esteri di lasciare il summit.
Nonostante la mossa di Milei sia rilevante sotto il profilo politico, non avrà un effetto pratico sui negoziati. L’Argentina per ora rimane sia nella Convenzione quadro sui cambiamenti climatici (UNFCCC) sia negli Accordi di Parigi. Semplicemente negozieranno altri paesi al posto suo. Formalmente Buonos Aires fa parte del gruppo di negoziazione regionale Latin American and the Caribbean States e del G77. La decisione di Milei non è comunque una buona notizia per il multilateralismo climatico.
Immagine: Javier Milei (Mídia NINJA, CC BY-NC 4.0)