Per negoziare efficacemente con le istituzioni europee è meglio fare squadra. Lo sanno bene i demolitori di autoveicoli italiani e spagnoli che il 17 gennaio hanno firmato un memorandum di intesa per mettere nero su bianco gli obiettivi comuni. La partita si gioca sulla proposta di regolamento europea (attesa da 23 anni) che promette una maggiore circolarità e trasparenza nel settore delle autodemolizioni.

“In un momento di transizione come quello attuale per il nostro settore, contraddistinto da una rivoluzione tecnologica attesa per i prossimi anni e da numerosi cambiamenti normativi e dei modelli di business è necessario unire gli sforzi tra i diversi Paesi UE”, ha dichiarato Anselmo Calò, presidente di ADA, l’associazione nazionale dei demolitori italiani.
Il passo è grande. L’avvento dell’elettrico sta cambiando gran parte della componentistica e di conseguenza il modus operandi di disassemblaggio e riciclo. Per raggiungere i target di riciclo e quindi recuperare le tonnellate di materie prime che compongono ogni veicolo, unire gli sforzi è un imperativo.

Garantire trasparenza sul fine vita dei veicoli

Tra i punti più importanti dell’intesa italo-spagnola c’è l’impegno per una collaborazione tra produttori e demolitori che porti il veicolo a mantenere un valore economico positivo a fine vita. Viene inoltre sottolineata la necessità che il trattamento dei veicoli sia determinato dalle autorità competenti e che venga garantita la tracciabilità dei rifiuti e dei ricambi.
Ogni anno circa 3,5 milioni di veicoli scompaiono senza lasciare traccia e oltre 800.000 vengono esportati o smaltiti illegalmente, causando inquinamento e, viste le loro condizioni, incidenti pericolosi. Sul tema trasparenza la Commissione europea propone sanzioni più severe e vorrebbe garantire che solo le vetture europee tecnicamente idonee vengano esportate al di fuori dei confini dell’Unione.

Nuove tecnologie per recuperare le materie prime critiche

L’automotive è tra le industrie che consuma più materie prime come alluminio (42%), magnesio (44%), metalli del gruppo del platino (63%), gomma naturale (67%) ed elementi delle terre rare (quota del 30% destinata a crescere). Per estrarle con le tecnologie più all’avanguardia, le associazioni uniranno sforzi in modo da riuscire a trattare i rifiuti più complessi e recuperare i critical raw materials.

A questo proposito la Commissione pone particolare attenzione all’ecodesign, affinché i produttori progettino veicoli facilmente smontabili. Inoltre le norme proposte fissano tassi minimi di riutilizzo e riciclabilità, e ordinano alle case automobilistiche di fornire istruzioni dettagliate per la sostituzione e la rimozione di parti e componenti attraverso un passaporto di “circolarità” del veicolo.

Secondo le previsioni di Bruxelles il regolamento consentirà di evitare l’emissione di 12,8 milioni di tonnellate di CO, di raccogliere e riciclare 350 tonnellate di terre rare e creare 22.000 posti di lavoro.

Immagine: Mark Zamora (Unsplash)