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Iniziato nell’ottobre 2023 nell’ambito dello Zero Pollution Action Plan promosso dalla Commissione europea allora in carica, l’iter legislativo per il Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla prevenzione delle dispersioni di pellet di plastica per ridurre l'inquinamento da microplastiche, è arrivato nelle sue fasi conclusive.
Il 9 aprile alle prime ore del mattino il trilogo ne ha infatti approvato l’accordo provvisorio. Dopo l’adozione formale del Consiglio e del Parlamento, il regolamento sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'UE ed entrerà in vigore dopo due anni.
Cosa prevede il regolamento contro la dispersione di pellet
Il regolamento dichiara l’ambizione di impedire la dispersione nell'ambiente di pellet di plastica (materie prime industriali sottoforma di granuli di plastica di dimensioni inferiori ai 5 millimetri utilizzate per realizzare prodotti in plastica).
Per far questo riconosce una gerarchia di azioni, in cui la prevenzione è la più importante, sostenuta da misure obbligatorie per l’utilizzazione di imballaggi e attrezzature, nonché formazione e infrastrutture adeguati. A seguire, c’è il contenimento delle fuoriuscite, e solo per ultima la pulizia delle fuoriuscite e delle perdite di pellet. In caso di fuoriuscita e perdita, gli operatori, sia europei che non europei, sono soggetti alla segnalazione obbligatoria. Anche se l’obbligo di segnalazione in tempo reale e la verifica indipendente non sono ancora richieste, questo rappresenta un primo passo per una maggiore trasparenza lungo tutta la catena di fornitura.
I pellet di plastica (conosciuti anche come granuli o nurdles) sono la seconda fonte più importante di inquinamento nell’ambiente marino, e il regolamento è il primo atto amministrativo che include misure obbligatorie per contrastarne la dispersione includendo anche il settore del trasporto marittimo (non era chiaro che sarebbe stato incluso fino al giorno prima del raggiungimento dell’accordo) e tutti gli operatori, sia europei che non europei.
Da questo punto di vista rappresenta un miglioramento rispetto alle iniziative volontarie esistenti, come Operation Clean Sweep promossa dall’industria o le misure, anch’esse volontarie, promosse in seno all’Organizzazione marittima internazionale (IMO).
Tuttavia, secondo gli osservatori è probabile che non riesca a raggiungere l’obiettivo dichiarato di “zero pellet loss”, anche a causa delle esenzioni per le piccole e medie imprese sostenute negli ultimi giorni in nome della semplificazione dall’attuale Commissione europea.
Esenzioni per le PMI, la maggior parte della filiera plastica
"Questo accordo rappresenta una straordinaria dimostrazione di leadership dell'UE nella lotta globale contro l'inquinamento da microplastiche”, ha detto Amy Youngman Legal and Policy Specialist for the Environmental Investigation Agency. “L'UE ha riconosciuto i pellet di plastica per quello che sono: una fonte importante di inquinamento da microplastiche e una seria minaccia per l'ambiente. Norme vincolanti in materia di prevenzione, obblighi nella catena di approvvigionamento e inclusione del settore marittimo rappresentano importanti passi avanti. Tuttavia, scappatoie, ritardi, esenzioni e soglie arbitrarie rischiano di ostacolarne l'impatto."
Parlamento e Consiglio europei stavano raggiungendo un accordo che prevedeva che tutte le aziende fossero soggette a obblighi di rendicontazione e certificazione esterne quando gestiscono più di 1.000 tonnellate di granuli di plastica all'anno.
Ma, come riportato dal giornale di investigazione Contexte il 3 aprile, a poco meno di una settimana dall’inizio degli incontri del trilogo la Commissione europea ha minacciato di opporsi a qualsiasi accordo che includesse le piccole e medie imprese al fine di non imporre loro un sovraccarico amministrativo.
Se la Commissione si fosse opposta, per far passare l’accordo sarebbe stato necessario che tutto il Consiglio si esprimesse all’unanimità, e questo non era garantito, visto che anche la Germania aveva manifestato riserve sulla inclusione degli obblighi per le piccole e medie imprese.
Come risultato delle negoziazioni del trilogo, l’accordo finale, invece di applicare un approccio basato sul rischio o sulla quantità, esenta gli operatori che gestiscono meno di 1.500 tonnellate all'anno per impianto. Una “soglia elevata” secondo la coalizione di associazioni ambientaliste Rethink Plastic Alliance che ha calcolato che 1.500 tonnellate corrispondono a 75 miliardi di pellet e che aveva chiesto che le esenzioni includessero solo gli operatori che producono meno di 300 tonnellate l’anno.
L’accordo di regolamento prevede inoltre che le piccole e medie imprese (con meno di 50 dipendenti e con fatturato annuo inferiore ai 10 milioni di euro), anche se movimentano più di 1.500 tonnellate di granuli all’anno, non saranno soggette a audit esterno ma dovranno solo completare una autocertificazione una tantum cinque anni dopo l'entrata in vigore del regolamento.
Questo è “ancora più preoccupante” secondo Rethink Plastic Alliance, che ha stimato che le PMI costituiscono la maggioranza della filiera della plastica, rappresentando il 98% del settore della trasformazione e il 97% in quelli del trasporto e stoccaggio.
“Scarsa comprensione o assenza di volontà politica”
Una fonte vicina al dossier, che preferisce rimanere anonima, ha dichiarato a Materia Rinovabile: “Non è un’informazione ancora disponibile al pubblico, ma tutte e tre le istituzioni hanno concordato nelle loro posizioni iniziali che se si gestiscono meno di 5 tonnellate all'anno si è completamente esenti dalla normativa”.
Sempre secondo la stessa fonte, “con il pretesto della semplificazione, la commissaria all’ambiente, resilienza idrica ed economia circolare competitiva Jessika Roswall continuerà a promuovere ambizioni normative diluite per le piccole imprese. Ciò si è visto anche nel primo Regolamento sui gas fluorurati (2006), che esentava gli operatori più piccoli, ma nella pratica ha lasciato la porta spalancata a lacune in termini di emissioni e conformità. In quel caso, hanno poi dovuto inasprire il quadro normativo iniziale perché non produceva le riduzioni delle emissioni attese, in parte a causa di perdite e controlli inadeguati tra gli operatori più piccoli”.
"L'accordo raggiunto rappresenta un passo importante nella prevenzione dell'inquinamento da microplastiche”, ha dichiarato a Materia Rinnovabile César Luena, membro del Gruppo dell'alleanza progressista dei socialisti e democratici al Parlamento europeo e relatore del dossier. “Per la prima volta, disponiamo di un quadro completo che affronta i rischi lungo l'intera catena di approvvigionamento, comprese le misure preventive e il trasporto marittimo, che in precedenza non era regolamentato. Come per qualsiasi processo legislativo, il testo finale riflette un equilibrio tra ambizione e fattibilità. A questo proposito, e considerando il contesto politico in cui operiamo, credo che abbiamo ottenuto un buon risultato e che questo regolamento contribuirà a un progresso concreto e fornirà gli strumenti necessari per affrontare le perdite di pellet."
Nonostante l’UE abbia la legislazione più avanzata a livello internazionale sull’inquinamento da plastica, l'ultimo rapporto del Joint Research Center mostra che l’obiettivo di ridurre l'inquinamento da microplastiche del 30% entro il 2030 non sarà raggiunto e che le emissioni stanno in realtà aumentando.
“Con le microplastiche rilevate nel sangue e negli organi umani, non c'è spazio per mezze misure”, ha detto Lucie Padovani, Marine Litter Lobbying Officer for Surfrider Foundation Europe. “Esentare o applicare requisiti più leggeri alle PMI, in nome della semplificazione, riflette o una scarsa comprensione della catena del valore dei pellet di plastica o una preoccupante assenza di volontà politica. La semplificazione normativa non deve diventare un riflesso automatico e ideologico quando il problema centrale è il rischio di un elevato inquinamento ambientale, indipendentemente dalle dimensioni dell'azienda.”
Più ottimista la fondazione ambientalista Marevivo, che “accoglie con favore l’accordo provvisorio del regolamento per prevenire la dispersione dei pellet di plastica, che come le altre fonti di inquinamento da microplastiche provoca danni molto importanti all'ambiente e al mare”, come ha detto a Materia Rinnovabile Raffaella Giugni, segretaria generale di Marevivo. “Accanto alla prevenzione, Marevivo sottolinea l’urgenza di prevedere interventi di bonifica nelle aree già contaminate, essenziale per ripristinare gli ecosistemi colpiti e tutelare la fauna marina. Attraverso la catena alimentare le microplastiche finiscono nel nostro corpo mettendo a rischio la nostra salute. Senza un piano di bonifica, gli impatti del passato continueranno a minare gli sforzi futuri di protezione del mare."
Quali implicazioni per un trattato globale sulla plastica?
Secondo gli osservatori, l’adozione del regolamento pellet da parte dell’UE può servire da esempio per far aumentare le ambizioni anche a livello internazionale, come nelle negoziazioni per un trattato globale sulla plastica.
"Tramite l'introduzione di requisiti obbligatori l'UE dimostra la necessità di un approccio solido e completo per contrastare l'inquinamento da microplastiche”, ha spiegato a Materia Rinnovabile Natacha Tullis, responsabile presso il Pew Charitable Trust della promozione di una legislazione dell'Unione Europea volta a ridurre l'inquinamento da microplastiche. “Questo invia un segnale forte a livello internazionale e ci auguriamo possa contribuire a far aumentare l'ambizione dei negoziatori quando, ad agosto, riprenderanno i negoziati per un trattato globale sulla plastica."
“Il regolamento UE sui pellet di plastica invia un segnale forte ai negoziatori globali: misure vincolanti per prevenire le perdite di pellet di plastica sono necessarie e realizzabili”, conclude con Materia Rinnovabile Amy Youngman. “I negoziatori del trattato globale sulla plastica hanno costantemente riconosciuto i pellet di plastica come una fonte di inquinamento distinta e dannosa, da controllare nello strumento finale, e questo regolamento fornisce un modello concreto per affrontare le perdite lungo tutta la catena di approvvigionamento.”
In copertina: immagine Envato