Science-driven solutions for sustainable food: un recente workshop promosso dallo STOA, Panel for the Future of Science and Technology del Parlamento europeo e dal Consiglio europeo della ricerca (CER) della Commissione europea, ha indagato come ricerche all’avanguardia, finanziate dalla stessa CER, possano condurci a sistemi alimentari sostenibili.
Il 10 e l'11 ottobre 2023, a Bruxelles, l’evento ha posto l’attenzione sui ricercatori oggi impegnati in ricerche di frontiera riguardanti il comportamento dei consumatori, i processi di produzione più ecologici, l’impatto sulla salute, sulla sicurezza alimentare e sul commercio. I nostri sistemi alimentari sono oggi insostenibili, essendo sia influenzati che causa dei cambiamenti climatici, della scarsità di risorse, di inquinamento e i rifiuti, del degrado ambientale, della perdita di biodiversità, della malnutrizione e di altre malattie non trasmissibili legate all'alimentazione.
“I sistemi alimentari sono complessi”, ha affermato il Commissario europeo per l'Innovazione, la Ricerca, la Cultura, l'Istruzione e la Gioventù Eliana Ivanova, introducendo l’evento. E ha continuato: “Il Green Deal e la strategia Farm to Fork dell'UE fanno parte delle soluzioni e la ricerca, anche attraverso programmi come Horizon Europe, è fondamentale nel coinvolgimento dei cittadini e dei consumatori”.
La libertà dei ricercatori e la centralità della scienza nell’aiutare a strutturare politiche sono temi sottolineati più volte nel corso delle due giornate dell’incontro. Finanziati dal Consiglio di ricerca europeo sono gli stessi Ferenc Krausz e Anne L’Huillierm, vincitori entrambi del premio Nobel per la Fisica 2023 recentemente assegnato.
Adottare comportamenti di consumo sostenibili
Food 2030 è il quadro politico per la ricerca e l'innovazione dell'UE che sostiene la transizione verso sistemi alimentari sostenibili, sani e inclusivi, che rispettino i confini del pianeta. È in linea e sostiene gli obiettivi del Green Deal europeo, della strategia Farm to Fork e della strategia per la bioeconomia. Esso si basa sulla necessità di promuovere un approccio multi-attore e sistemico alla ricerca e all'innovazione in grado di produrre benefici congiunti per la salute delle persone, il clima, il pianeta e le comunità.
Per capire come meglio arrivare a scelte alimentari sostenibili, alcuni ricercatori finanziati stanno indagando il ruolo della psicologia nel cambiamento di stili di vita e nell’adozione di diete sostenibili. In particolare, Janina Seubert del Karolinska Institute di Stoccolma è impegnata nella ricerca sulle preferenze di gusto e sul concetto generale di piacere sensoriale e di come le persone lo sperimentano o meno.
Psicologia e cibo
Secondo la ricercatrice, una delle cose che continua a emergere è la preferenza di gusti con cui si ha familiarità: “Nel mio laboratorio creiamo un alimento e lo contaminiamo per capire come le persone reagiscono. Siamo interessati all'intersezione dei diversi sensi e a capire come abbiamo imparato a gradire qualcosa che ha un aspetto e un sapore specifici, senza essere necessariamente cibi zuccherati e salati".
Secondo Seubert, nonostante le nostre scelte alimentari non siano razionali, inconsciamente il nostro corpo sa di cosa ha bisogno a livello di sostanze nutritive. Allo stesso tempo dagli esperimenti in laboratorio le persone acquisiscono nuove preferenze abbastanza rapidamente. Se quindi gli insetti come alimento emettono molti segnali che ci rendono scettici, tuttavia, a livello di consistenza e aspetto non sono molto lontani rispetto ai frutti di mare e alle lumache, cibi culturalmente familiari e accettati in buona parte d’Europa.
Adolescenti e cambiamenti climatici
Come gli adolescenti si adattano ai cambiamenti della nostra società, con particolare attenzione ai cambiamenti climatici, è invece il focus delle ricerche di Judith van de Wetering e Sander Thomaes dell’Università di Utrecht. Attraverso il progetto GreenTeens sono impegnati nel capire come favorire il comportamento ecologico dei giovani e trasformare le loro preoccupazioni in azioni ecologiche con particolare riferimento alle scelte alimentari.
Agli adolescenti di oggi, la prima generazione a vivere in un'epoca di cambiamenti climatici, piace essere precursori e anticipatori. I ricercatori olandesi stanno indagando come gli stimoli e le informazioni in tale direzione possano motivare o demotivare i comportamenti delle nuove generazioni. Emerge dalla ricerca che l'educazione è fondamentale per cambiare il comportamento: un breve testo informativo sul consumo di carne ha portato il 10% del gruppo di studio a scegliere un'opzione vegetariana, mentre, senza informazioni, soltanto il 2% lo avrebbe fatto.
É cruciale, secondo van de Wetering “adottare una comunicazione intelligente sulle norme sociali che faccia sentire gli adolescenti parte di un gruppo senza che essi siano percepiti come seguaci, bensì come leader”. Scegliere se mangiare o meno prodotti a base di olio di palma ‒ con tutto il dibattito legato alla deforestazione che vi è dietro ‒, ad esempio, è un modo attraverso cui ragazzi e ragazze di 14 anni, pur non votando, possono esprimere la propria opinione e la loro sensibilità verso le ingiustizie.
Miglioramento dei processi di produzione alimentare
Sviluppare una fotosintesi più efficiente per ottenere colture migliori è il cuore del lavoro di ricerca di Dario Leister della Ludwig-Maximilian University di Monaco. Il progetto PhotoRedesign: Redesigning the Photosynthetic Light Reactions mira a migliorare l'efficienza dei processi molecolari alla base del fenomeno della fotosintesi. L'obiettivo primario è quello di aumentare il rendimento della biomassa per unità di input di energia solare oltre quello attualmente raggiungibile negli organismi fotosintetici, come alghe e piante.
Il team del progetto mira a sviluppare strategie innovative per aumentare la frazione di radiazione solare catturata dalla cosiddetta reazione luminosa della fotosintesi. Questo approccio dovrebbe migliorare i livelli di fissazione del carbonio raggiungibili, aumentando così la resa della biomassa che può essere raccolta da alghe e piante e utilizzata come fonte sostenibile di energia e cibo.
Ridurre lo spreco alimentare
Come evitare lo spreco di cibo è, invece, l’obiettivo del progetto di Juan Daniel Prades Garcia dell’Università di Barcelona che sta attualmente sviluppando un software con sensori di calore che possa scansionare il cibo per verificarne elementi quali la qualità, la temperatura, il livello di deterioramento e la freschezza.
Per ridurre gli sprechi alimentari, l’industria potrebbe utilizzare, quindi, telecamere per monitorare gli alimenti e il loro confezionamento e, tramite smartphone, scansionare etichette realizzate a base di sostanze chimiche non nocive che possono essere stampate per qualche centesimo di euro. In tale contesto, la legislazione sulla data di scadenza degli alimenti attualmente in vigore andrebbe rivista.
La questione carne sintetica
L’evento STOA-CER ha affrontato anche il tema della carne sintetica. Nonostante, al momento, le tecnologie non siano pronte e sia quasi impossibile provare carne prodotta in laboratorio ‒ se non a Singapore o a prezzi proibitivi ‒ Hanna Tuomisto, docente di sistemi alimentari sostenibili dell’Università di Helsinki, si occupa di modelli sull’impatto potenziale che questo tipo di carne potrebbe avere.
Seppure la produzione di metano sarebbe azzerata, il problema permanente sarebbe quello energetico: sarebbe necessario sostituire l’energia proveniente dall’erba e dalle colture che bovini e altri animali usano per nutrirsi con l'elettricità consumata dai bioreattori di produzione.
Se questi ultimi fossero alimentati a combustili fossili, i modelli suggeriscono che gli impatti sul cambiamento climatico sarebbero addirittura maggiori dei sistemi alimentari attuali. Ciò senza considerare il nutrimento con cui la carne sarebbe alimentata e coltivata in laboratorio.
L'impatto dei sistemi alimentari su salute, società e pianeta
Il lavoro di ricerca di Rocco Macchiavello si colloca all'intersezione tra sviluppo, economia organizzativa e industriale. Il ricercatore della London School of Economics, che ha condotto ricerche in diversi Paesi, dal Bangladesh al Cile, dalla Costa Rica all’Etiopia, indaga le catene del valore globale nel settore alimentare e, in particolare, attraverso i finanziamenti CER, come i contadini dei Paesi del Sud del mondo possano migliorare le proprie condizioni di vita se i propri prodotti fossero venduti in filiere di commercio globali.
Le ricerche sono ancora in corso, tuttavia è estremamente difficile raccogliere dati sui prodotti una volta che questi hanno lasciato l’azienda agricola ed è, quindi, complicato stimare l’impatto sul singolo agricoltore.
Lo scienziato comportamentale Eric Robinson dell’Università di Liverpool esamina come e perché i fattori sociali e ambientali influenzano l'alimentazione e la salute. Partendo dalla psicologia del comportamento alimentare, Robinson lavora con enti pubblici per comprendere come sia possibile gestire al meglio il trinomio comportamento alimentare, salute pubblica e obesità e, al tempo stesso, come interventi a livello di popolazione possono migliorare la dieta e ridurre le disuguaglianze sociali.
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