La mappa mondiale dell’energia nucleare non è più quella del 1990. Il pallino del gioco ora ce l’hanno Russia e Cina, che stanno costruendo 52 dei 63 reattori nucleari oggi in corso di realizzazione. Secondo il nuovo report The Path to a New Era for Nuclear Energy pubblicato oggi, 16 gennaio, dall’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), questa accelerazione russo-cinese, sommata all’enorme capacità di arricchimento dell’uranio di Mosca, sarebbe un fattore di rischio per le economie avanzate. Europa compresa, perché una supply chain poco diversificata fa rima con dipendenza economica e geopolitica. Gas e terre rare insegnano.
Nel report la IEA raccomanda quindi all’Europa − 35 anni fa leader tecnologica ma oggi ai minimi di produzione − maggiori investimenti per svecchiare i reattori e accorciare il gap puntando sugli Small Modular Reactors (SMRs), piccoli reattori nucleari a fissione che sono considerati più economici e veloci da costruire rispetto alle tradizionali centrali.
“Oggi, oltre il 99% della capacità di arricchimento avviene in quattro paesi fornitori, con la Russia che rappresenta il 40% della capacità globale, la quota maggiore”, ha dichiarato il direttore esecutivo della IEA Fatih Birol. “I mercati delle tecnologie nucleari altamente concentrati rappresentano un fattore di rischio per il futuro, c’è la necessità di una maggiore diversificazione della catena di approvvigionamento.”
Un esempio lo offre il mercato dell’uranio, l’elemento radioattivo necessario per produrre energia nucleare, che oggi è dominato dall’asse Astana-Mosca. Attualmente quasi la metà dell’uranio (circa 21.000 tonnellate all’anno) viene estratta in Kazakistan, leader globale del settore. Al contempo, la Russia primeggia nella capacità di raffinazione, ovvero nel rendere l’uranio un combustibile adatto ai reattori nucleari.
Una nuova era dell’energia nucleare
Dopo la costruzione di centrali nucleari in Cina e la riaccensione di quelle in Francia e Giappone, la IEA prevede che nel 2025 la produzione di energia elettrica nucleare raggiungerà il massimo storico. Durante la conferenza stampa di lancio del report, Fatih Birol ha ribattezzato la ripresa come “nuova era nucleare” che aiuterà il mondo a saziare parte della sua fame energetica.
Essendo la seconda fonte mondiale di elettricità a basse emissioni dopo l’idroelettrico, l’energia nucleare oggi produce poco meno del 10% dell’elettricità mondiale. Ma gli oltre 70 gigawatt di capacità nucleare in fase di realizzazione fanno presagire una crescita significativa. Probabilmente anche necessaria, vista l’analisi di Ikeisuke Sadamori, esperto di mercati energetici dell’agenzia.
“Il crescente utilizzo dell’elettricità per alimentare ogni tipo di cosa − dalle industrie ai condizionatori delle case, dai veicoli elettrici ai data center – sta accelerando la crescita della domanda di energia”, ha dichiarato Sadamori. “Per tenere il passo sarà necessaria una nuova capacità di generazione di elettricità derivante da una serie di tecnologie, comprese quelle in grado di fornire una produzione stabile e flessibile come il nucleare.”
Nucleare: gli Small Modular Reactors sono la risposta?
I piccoli reattori nucleari modulari, o Small Modular Reactor (SMR), sono un tipo di centrali nucleari su scala ridotta, più veloci da costruire e con maggiori possibilità di riduzione dei costi. Secondo i conti fatti dalla IEA, l'introduzione degli SMR potrebbe portare a una riduzione dei costi di finanziamento e, con il giusto sostegno fiscale, le installazioni potrebbero raggiungere gli 80 GW entro il 2040, rappresentando il 10% della capacità nucleare complessiva a livello globale.
“La nostra aspettativa è che in 15 anni il costo degli SMR sarà simile a quello delle turbine a gas o degli impianti eolici offshore”, ha spiegato Fatih Birol. “Dal punto di vista finanziario possono avere un maggiore accessibilità finanziaria, ma sono i governi a dover tracciare il percorso.” Una nuova era per l'energia nucleare richiede però molti investimenti che non possono fare affidamento solamente sulle risorse pubbliche. In uno scenario di rapida crescita, il capitale annuale dovrebbe raddoppiare fino a 120 miliardi di dollari già dal 2030.
In copertina: immagine Envato