È ora che il settore del caffè diventi finalmente circolare e per accelerare la transizione sono necessarie le giuste sinergie. È questo il focus del nuovo Center for Circular Economy in Coffee di Torino, la prima piattaforma precompetitiva globale che sostiene l’innovazione e sviluppa buone pratiche nell’industria del caffè. L’idea, nata dalla Fondazione Lavazza e supportata da una rete di partner globali, è quella di creare e rendere accessibile un network globale di conoscenza e implementare progetti pilota di economia circolare.
Per questo motivo il Centro è aperto alle adesioni di tutti gli attori della filiera del caffè. Dai produttori e coltivatori locali ai torrefattori, fino ad associazioni, istituzioni e centri di ricerca. Si tratta di un approccio collaborativo in grado di diffondere conoscenza e proporre soluzioni innovative grazie al mondo accademico e attraverso il supporto strategico di associazioni, istituzioni e partner.
Dal chicco alla tazza, verso una filiera globale sostenibile
“Nella nostra Fondazione è maturata l’idea di declinare nella circolarità il nostro approccio collaborativo multistakeholder, che ci caratterizza sin dall’inizio, nel 2004 – dichiara Mario Cerutti, segretario della Fondazione Lavazza e Head of Institutional Relations & Sustainability del gruppo – Se da un lato l’impegno concreto del singolo attore della filiera è indispensabile, solo con l’unione delle forze di tutti gli attori dell’industria del caffè possiamo dare una decisa accelerata verso la realizzazione della transizione circolare. Innovazione e collaborazione sono le parole chiave che guidano la nostra strategia.”
Il Centro, annunciato durante la World Coffee Conference (WCC 2023) organizzata in collaborazione con il governo indiano, rappresenta quindi una valida area precompetitiva che potenzialmente può generare un impatto ambientale inferiore, migliorare il reddito dei coltivatori di caffè e degli altri stakeholder.
“L’innovazione è fondamentale per migliorare la qualità, ridurre i rischi e trasformare la filiera del caffè, dal chicco alla tazza e oltre, in un sistema redditizio e sostenibile, capace di far fronte alla domanda crescente, preservando al contempo le risorse naturali e garantendo la prosperità di milioni di coltivatori di caffè e lavoratori del settore”, spiega Vanúsia Nogueira, direttrice esecutiva dell’International Coffe Organization.
“Il Center for Circular Economy in Coffee – continua – è un esempio perfetto di come la nostra organizzazione può mobilizzare i partner locali e globali a sostegno dell’intera comunità del caffè. Promuovendo soluzioni contribuiremo ad assicurare forniture globali, rispondendo contemporaneamente alla domanda di caffè sostenibile e trasformando i rifiuti in nuove opportunità di lavoro e reddito.”
I partner istituzionali
Oltre al Politecnico di Torino, all’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, all’Organizzazione internazionale del caffè (ICO) e all’International Trade Centre, anche l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (UNIDO) figura tra i partner che hanno supportato la nascita del Center for Circular Economy in Coffee. UNIDO crede fermamente che le partnership tra pubblico e privato possano favorire l’integrazione della filiera del caffè, soprattutto promuovendo soluzioni innovative per l’implementazione del Programma di Sviluppo 2023.
In particolare, UNIDO porterà il suo contributo attraverso l’innovazione, il design industriale, la tecnologia e la trasmissione di conoscenza. L’obiettivo è quello di ampliare le prassi circolari tramite un approccio collaborativo multistakeholder. Il settore globale del caffè ha l’occasione unica di investire strategicamente nella circolarità, garantendo produttività per l’industria, redditività per i coltivatori e sostenibilità globale.
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Immagine: Janko Ferlic, Unsplash