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Da quando la presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen ha presentato la Bussola per la competitività, il discorso intorno al Green Deal e ai suoi strumenti è ruotato principalmente intorno a parole come revisione, rinvio, annacquamento o addirittura smantellamento (come in materia di finanza sostenibile e pacchetto Omnibus). Si è parlato poco, invece, dello stato di avanzamento di quello che di fatto resta il più ambizioso e integrato programma di riforme, investimenti e ricerca mai promosso dall’Unione Europea. Eppure, i dati non mancano.
Il 30 gennaio, il Centro comune di ricerca della Commissione europea (JRC) ha pubblicato il rapporto Delivering the EU Green Deal: Progress towards targets, che traccia un quadro chiaro (e scientificamente fondato) sui progressi del Green Deal. Dei 154 obiettivi individuati, dall'energia pulita agli obiettivi di biodiversità, solo 32 sono attualmente “sulla buona strada”, mentre 64 richiedono un’accelerazione per essere raggiunti nei tempi previsti. Altri 15 risultano invece fermi o in regressione, e per 43 non sono ancora disponibili dati sufficienti a valutarne l’avanzamento.
Green Deal, cosa dice lo studio del Joint Research Center
Per il monitoraggio lo studio del JRC ha organizzato gli obiettivi del Green Deal, provenienti da 44 documenti programmatici adottati nel periodo 2019-2024, in sette aree tematiche: clima, energia pulita, economia circolare, mobilità sostenibile, agricoltura e alimentazione, biodiversità e inquinamento zero. I ricercatori hanno registrato progressi significativi in diversi settori. Le emissioni di gas serra continuano a diminuire, con riduzioni consistenti in comparti chiave come energia e industria. Il miglioramento dei processi di riciclo e produzione sostenibile sta invece favorendo la transizione verso un’economia più circolare, riducendo i rifiuti e la dipendenza dell’Europa da risorse finite. Tuttavia, non mancano le criticità.
Per centrare gli obiettivi del 2030 e oltre, serve un’accelerazione in alcune aree. Ad esempio, nel settore energetico le rinnovabili devono crescere più rapidamente per raggiungere il target del 42,5%, accompagnate da investimenti in infrastrutture e innovazione. Sul fronte della biodiversità, sarà cruciale ampliare le aree protette e ripristinare gli ecosistemi. Infine, lo stesso monitoraggio dei progressi richiede dati più accurati: a oggi, il 28% degli obiettivi resta privo di informazioni adeguate.
Dove serve accelerare
I progressi sono “misti”, spiega il JRC, perché molte iniziative legislative nell'ambito del Green Deal sono state adottate solo di recente, come la legge sul ripristino della natura, e non sono ancora in fase di attuazione. Altri treni legislativi sono invece ancora in fase di discussione o hanno tempi lunghi prima di poter raggiungere risultati significativi e per questo non si possono definire “in carreggiata”. Il rapporto del JRC evidenzia infine alcune criticità, come la mancanza di dati per misurare i progressi in diversi settori o i ritardi nel raggiungimento di obiettivi chiave. Un esempio è proprio la biodiversità: mentre le popolazioni di uccelli comuni mostrano segnali di ripresa dal 2010, quelle delle aree agricole continuano a diminuire.
In ogni caso, come riporta una sintesi, lo studio dimostra che “siamo sulla strada giusta per progredire con il Green Deal e che la maggior parte delle politiche e degli strumenti di supporto sono in atto e iniziano a dare risultati”. Per rispettare le scadenze del 2030 e del 2050 sarà fondamentale accelerare l'attuazione delle politiche già approvate e potenziare le azioni a livello nazionale. In particolare, il successo del Green Deal dipenderà dalla capacità di tradurre le strategie in “cambiamenti strutturali, adottando modelli di produzione e consumo più sostenibili”. Inoltre, sarà cruciale garantire che gli stati membri applichino efficacemente le misure previste. Questo è ancora più evidente alla luce degli ambiziosi obiettivi fissati dal Green Deal, come la riduzione delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e del 90% entro il 2040, con l’obiettivo finale di neutralità climatica al 2050.
In copertina: immagine Envato