Oltre 60 sono i morti accertati ma il numero è destinato a salire, poiché sono decine le persone disperse a causa dell’alluvione a Valencia. Sulla città spagnola, ma soprattutto sulle zone limitrofe, è caduta in otto ore la pioggia che solitamente cade in un intero anno. Gli esperti parlano di 440 litri per metro quadrato di pioggia caduta, l'alluvione più grave del ventunesimo secolo. Valencia si trova al momento come divisa in due, con la zona meridionale della città più devastata da alluvioni e inondazioni.

Le testimonianze sono drammatiche: strade crollate, città invase dall’acqua, automobili trascinate via dalla corrente con persone intrappolate al proprio interno, residenze per anziani incapaci di muoversi allagate da un metro d’acqua, abitazioni rase al suolo, frane che hanno trascinato a valle fango, alberi sradicati e detriti, inghiottendo case e vie di comunicazione. E tante, troppe persone morte o disperse. Alle 14.30 di mercoledì 30 ottobre la conta ufficiale parla di 64 decessi, ma è stato lo stesso primo ministro spagnolo Pedro Sanchez a confermare che il numero è sicuramente destinato a salire nelle prossime ore. Il governo centrale ha intanto dichiarato tre giorni di lutto nazionale.

Cos’è la DANA che ha causato l'alluvione di Valencia, in Spagna

Quello che è successo a Valencia è un fenomeno climatico estremo chiamato DANA, acronimo di Depresión Aislada en Niveles Altos, letteralmente “depressione isolata ad alti livelli”. Anche detta, sempre in spagnolo, gota fria, goccia fredda. In inglese conosciuta anche cut off low, la DANA è una depressione in quota, una figura tipica del periodo autunnale ma che su Valencia si è abbattuta con una forza inaudita. Cicloni svincolati dal flusso atlantico all’interno di un campo di alta pressione che si vanno a isolare sul Mediterraneo dove stazionano anche per diversi giorni.

Questi fenomeni sono spesso associati a temporali molto persistenti, stazionari, con forti nubifragi e alluvioni. Come in Spagna. L'arrivo della DANA era previsto ma non era prevista la violenza con cui poi si è effettivamente manifestata. 

Non è maltempo, è crisi climatica

“Quest’anno abbiamo già avuto tre cut off”, ha spiegato a SkyTg24 Tommaso Torrigiani, meteorologo del Consorzio Lamma-Cnr. “Uno è quello che ha interessato anche l’Emilia-Romagna, il secondo il Mediterraneo centrale e questo di Valencia è il terzo.” Sono tipici del periodo autunnale, ma la violenza con cui si è manifestato a Valencia non ha nulla di tipico. “Quest’anno – spiega Torrigiani − sono potenziati da un Mediterraneo sotto l’influenza di una potente ondata di calore.” E il calore è energia che va ad alimentare questi fenomeni.

È molto probabile, quindi, che anche l’alluvione a Valencia sarà presto collegata scientificamente al cambiamento climatico in corso. Un’emergenza che è sempre più difficile ignorare o nascondere, nonostante i media generalisti continuino a parlare di “maltempo” e non di “crisi climatica”. Ma gli eventi estremi sono in aumento, il riscaldamento globale è in aumento, i piani nazionali per fronteggiare la crisi sono insufficienti e le azioni intraprese ancora troppo poche. Come testimoniano i negoziati di COP16 in corso a Cali, in Colombia. Nel frattempo continuiamo a contare i morti.

 

In copertina: immagine di repertorio, Unsplash