“Mai parlato con Musk di Starlink, non faccio favori ad amici”: così la presidente del consiglio Giorgia Meloni smentisce le voci sul presunto accordo tra il governo italiano e l’azienda spaziale privata statunitense SpaceX per un nuovo sistema di sicurezza nazionale per le telecomunicazioni. Durante l’annuale conferenza stampa organizzata dall’ordine dei giornalisti giovedì 9 gennaio, la premier ha dribblato le polemiche negando contatti con il magnate sudafricano, nonostante le affermazioni del ministro dei trasporti Matteo Salvini facessero intendere il contrario.

Il leader leghista infatti aveva definito il fondatore di Tesla come “un protagonista dell'innovazione a livello mondiale" e che "un eventuale accordo con lui per garantire connessione e modernità in tutta Italia non sarebbe un pericolo ma una opportunità”. A farlo notare è stata in primis la segretaria del PD Elly Schlein, che ha chiesto alla premier di chiarire la vicenda in Parlamento.

Magari Meloni non ha parlato direttamente con l’imprenditore, ma a confermare quanto meno un interesse era stato un tweet dello stesso Elon Musk, che si era detto “pronto” a rendere più sicura la connettività italiana attraverso il proprio sistema satellitare Starlink.

La trattativa tra il governo italiano e SpaceX

Le polemiche sono iniziate domenica 5 gennaio, dopo la pubblicazione di uno scoop di Bloomberg secondo cui il governo italiano e SpaceX starebbero discutendo di un contratto da 1,5 miliardi di euro della durata di cinque anni. Nello specifico l’accordo prevedrebbe la fornitura di un sistema di crittografia di alto livello per i servizi telefonici e internet utilizzati dal governo, al fine di rendere inaccessibili le proprie comunicazioni.

Le fonti di Bloomberg parlano anche di servizi di comunicazione per l’esercito italiano nel mar Mediterraneo e l’installazione del cosiddetto servizio "direct-to-cell", da usare in caso di emergenze, come attacchi terroristici o disastri naturali. Entrambi forniti dalla costellazione di satelliti Starlink, oggi utilizzata da milioni di persone in tutto il mondo per accedere a Internet con connessioni satellitari.

"Space X ha 6.700 satelliti in orbita bassa con una previsione che diventino 42.000: è un operatore che ha i requisiti per fornire capacità e servizi alla nostra Difesa”, ha il detto ministro della difesa italiano Guido Crosetto rispondendo al question time della Camera dell’8 gennaio. “Ma questo non esclude che un paese sovrano e tecnologicamente avanzato come il nostro possa gestire questi dati con apparati e tecnologie proprietarie a ulteriore tutela degli interessi nazionali. Laddove il governo dovesse optare per soluzioni commerciali, la Difesa attiverà un tavolo tecnico per approfondire la sussistenza dei requisiti necessari a soddisfare le esigenze dello strumento militare."

Secondo Bloomberg ci sarebbe stato un avanzamento delle trattative dopo la visita a sorpresa della presidente del consiglio Giorgia Meloni a Donald Trump, domenica 6 gennaio nella sua villa di Mar-a-Lago, in Florida. Palazzo Chigi ha detto di considerare l’ipotesi semplicemente ridicola, ma la sintonia su diversi fronti tra Meloni, il neoeletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il magnate sudafricano Musk, nominato da Trump capo del nuovo Dipartimento per l'efficienza governativa, non sono certo nuove.

Cosa sono SpaceX e Starlink

Space X è un'azienda aerospaziale statunitense fondata nel 2002 da Elon Musk con l'obiettivo di rendere economicamente accessibile lo spazio e, a lungo termine, consentire la colonizzazione di altri pianeti, in particolare Marte. Sono circa vent’anni che SpaceX studia la possibilità di costruire una costellazione di piccoli satelliti (Starlink) per l’accesso a internet a banda larga dallo spazio, che oggi conta più di 7.000 satelliti.

Per mandare i primi satelliti in orbita SpaceX ha usato i Falcon 9, razzi in buona parte riutilizzabili capaci di ridurre fortemente i costi di trasporto. Grazie all’abbondanza di satelliti e alla loro vicinanza con la terra, Starlink è riuscita a superare buona parte dei problemi legati alla connettività dallo spazio, in particolare velocizzando la connessione. Alla fine del 2024 aveva circa 4,6 milioni di abbonati, con un centinaio di paesi, tra cui l’Italia, che autorizzano il servizio.

Gli impatti ambientali di SpaceX

È certamente rivoluzionaria e circolare l’idea di riutilizzare i razzi di lancio, come Super Heavy, che lo scorso 13 ottobre ha lanciato in orbita l’astronave Starship e per la prima volta si è riagganciato perfettamente alla rampa di lancio della base di Boca Chica, in Texas. Ciò permette una riduzione di costi, emissioni di gas serra e materiali impiegati per fabbricare nuovi razzi. Tuttavia SpaceX è stata spesso accusata di causare impatti ambientali ed ecologici non indifferenti.

Rimanendo in tema carbon footprint, uno studio della Cornell University ha rilevato che le mega costellazioni di satelliti in orbita terrestre bassa, come Starlink di SpaceX, sono circa 6-8 volte più carbon intensive rispetto alle reti broadband terrestri. Secondo un’inchiesta dell’emittente radiofonica statunitense NPR, che ha analizzato numerosi documenti federali, Space X ha scaricato inoltre nell’ambiente circostante alla base di lancio in Texas decine di migliaia di litri di acque reflue industriali.

In risposta agli scarichi illegali, lo scorso settembre sia la Environmental Protection Agency che la Texas Commission on Environmental Quality (TCEQ) hanno stabilito che SpaceX ha violato il Clean Water Act, multando la società di oltre 150.000 dollari. Un recente report pubblicato dall'organizzazione ambientalista Coastal Bend Bays & Estuaries Program documenta poi come il lancio di SpaceX effettuato il 6 giugno 2024 abbia distrutto diversi nidi di una popolazione vulnerabile di uccelli costieri.

 

Immagine: SpaceX via Unsplash