Con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, gli Stati Uniti si preparano a un cambio radicale nelle politiche climatiche, che avverrà probabilmente anche grazie a Chris Wright, l’uomo scelto da Trump come segretario dell’energia per il suo nuovo mandato presidenziale.
Lee Zeldin, nominato all’Agenzia per la protezione ambientale (EPA), ha già affermato che il suo compito principale sarà quello di ridurre il potere amministrativo e il personale dell’agenzia a cui farà capo. Allo stesso tempo, Doug Burgum, nominato segretario degli interni e presidente del Consiglio dell’energia nazionale, è conosciuto per aver svolto il ruolo di mediatore tra le principali aziende americane del settore Oil & Gas e la campagna elettorale di Trump per il suo finanziamento. In tale contesto, la nomina di Wright rafforza ulteriormente un orientamento politico che vede la lotta al cambiamento climatico come un ostacolo al motore della crescita economica statunitense.
Chi è Chris Wright
Nato in Colorado e laureato in ingegneria meccanica al Massachusetts Institute of Technology (MIT), Chris Wright si è dedicato all’estrazione di gas naturale dal 1992, quando fondò Pinnacle Technologies, un’azienda impegnata nella mappatura delle riserve di shale gas, ovvero il gas estratto dalle rocce sedimentarie, attraverso tecniche come la frantumazione idraulica (fracking). Nel 2000 lo shale gas rappresentava meno del 2% della produzione totale di gas nel paese. Grazie allo sviluppo di metodi di estrazione a basso costo, è tuttavia diventata nel corso degli ultimi due decenni la principale tecnologia per il recupero di idrocarburi negli Stati Uniti, spingendo il paese verso una quasi totale indipendenza energetica. Oggi rappresenta circa il 78% della produzione di gas nel paese.
È proprio all’inizio di quella che viene definita come “Shale Revolution”, nel 2011, che Chris Wright fonda Liberty Energy, azienda che fornisce servizi e tecnologie avanzate per l'esplorazione e produzione di petrolio e gas naturale negli Stati Uniti. Liberty, azienda quotata alla borsa di New York (NYSE) per un valore di 3 miliardi di dollari, ha comunicato una crescita del 92% tra il 2021 e il 2023, trainata dalle crescenti esportazioni di gas naturale statunitense e dall’aumento dei costi dell’energia a livello globale.
Wright non ha esperienza in politica, ma è stato, specialmente negli ultimi anni, una figura mediatica di spicco per la promozione dei combustibili fossili. È spesso presente in podcast e trasmissioni televisive, dove eleva gli idrocarburi a veicolo di alleviamento della povertà nel mondo ed elenca tutti gli oggetti prodotti utilizzando derivati del petrolio, dalle pale eoliche fino ai pile di North Face. Wright ha condotto nel tempo una campagna mediatica contro l'azienda di abbigliamento sportivo, accusandola di ipocrisia per il suo tentativo di distanziarsi dal settore dei combustibili fossili, nonostante ne sia fortemente dipendente. Un utilizzo dei media sensazionalistico ed efficace nell’attirare attenzione non gli è nuovo. In un video del 2019 lo si vede addirittura bere un bicchiere di gas liquefatto insieme a dei colleghi di Liberty per dimostrare che non è dannoso alla salute.
Chris Wright e il cambiamento climatico
Chris Wright promuove una visione per cui le fonti energetiche tradizionali sono fondamentali per la sicurezza economica e geopolitica degli Stati Uniti. Ha spesso criticato la transizione verso le energie rinnovabili, considerandola un rischio per l'economia e definendo il cambiamento climatico una sfida "esagerata" rispetto alla necessità di garantire energia a basso costo per il cittadino statunitense medio. Nella sua prima dichiarazione su X dopo la nomina pone infatti l’accento sul tema del costo: “Sono onorato e grato per l'opportunità datami da Donald Trump di servire il nostro paese come segretario all'energia degli Stati Uniti. La mia dedizione a migliorare la vita umana rimane salda, con un focus sul rendere l'energia americana più affidabile, sicura e a prezzi più accessibili”.
Il suo pensiero riguardo al cambiamento climatico si potrebbe riassumere in tre punti, che Wright stesso descrive nel podcast Real Talk di Merissa Streit, molto seguito nell’universo conservatore statunitense. Il cambiamento climatico esiste, ma si colloca all’interno di un ciclo climatico naturale del pianeta. Gli esseri umani stanno contribuendo a un riscaldamento maggiore, ma in maniera minima. Il fatto che il pianeta si stia riscaldando non ha necessariamente un impatto negativo, anzi, afferma Wright, potrebbe contribuire a un aumento della produzione agricola e sta salvando milioni di persone da morte per freddo.
Come cambierà la politica energetica statunitense
La missione principale del Dipartimento dell’energia (DOE) statunitense è quella di garantire la sicurezza dell’arsenale nucleare del paese. L’agenzia è stata però utilizzata dall’amministrazione Biden soprattutto per accelerare la transizione energetica verso fonti rinnovabili. L’Inflation Reduction Act di Biden ha stanziato 369 milioni di dollari per la promozione di energia pulita. Questo non è stato tuttavia un ostacolo per la continua espansione dell’industria di combustibili fossili.
Nel 2023, infatti, la produzione di petrolio negli Stati Uniti ha raggiunto un picco record di 13,4 milioni di barili al giorno, superando i livelli pre-pandemia. Inoltre, le esportazioni di gas naturale liquefatto (LNG) sono triplicate tra il 2018 al 2023, rendendo gli Stati Uniti il principale esportatore a livello globale. Nei primi tre anni del suo mandato, Biden ha concesso 178 autorizzazioni in più rispetto a Trump nello stesso periodo, per la perforazione di petrolio e gas su terreni pubblici.
Nonostante ciò, è probabile che sotto la guida di Wright ci sia una spinta verso un ulteriore aumento della produzione e delle esportazioni. Uno dei primi atti ufficiali di Wright come segretario all’energia potrebbe essere quello di rimuovere il congelamento delle esportazioni di gas naturale non ancora approvate imposto da Biden a gennaio 2024. Stando alle sue affermazioni, seguirà probabilmente uno snellimento della regolamentazione climatica e un’estensione dei permessi di perforazione o fracking in aree a oggi considerate protette, in congiunzione al Dipartimento dell’interno.
Wright potrebbe anche optare per un’estensione della capacità energetica nucleare, promuovendo lo sviluppo tecnologico dei piccoli reattori nucleari (SMR), che hanno costi di realizzazione più bassi e maggiore efficienza energetica. Wright negli ultimi anni si è esposto molto nella promozione degli SMR e siede nel consiglio di amministrazione dell’azienda Oklo Inc., che si occupa del loro sviluppo.
La nomina di Wright tra critiche e consensi
Le reazioni alla nomina di Wright non stupiscono. Da un lato, la scelta è stata molto criticata dai gruppi ambientalisti, dall’altro, molto apprezzata dal settore petrolifero. “Non sorprende, ma è comunque sconvolgente che la scelta di Trump per il segretario dell'energia sia un amministratore delegato di un’azienda del mondo petrolifero”, ha commentato su X Tiernan Sittenfeld, Senior Vice President per i Government Affairs della League of Conservation Voters, un'organizzazione no profit dedicata alla difesa dell'ambiente e all'azione politica. “Non penso che Trump avrebbe potuto fare una scelta migliore”, Ha invece dichiarato a novembre, durante una conferenza sullo shale gas, Vicki Hollub, amministratore delegato di Occidental Petroleum Corp, uno dei maggiori produttori di petrolio del paese. “Abbiamo bisogno di qualcuno che comprenda l'importanza della nostra indipendenza energetica.”
Negli Stati Uniti, la nomina dei membri del gabinetto presidenziale, a capo dei vari dipartimenti di governo, viene approvata dal Senato, attraverso un processo di revisioni e udienze che inizierà il 3 gennaio e può durare da una settimana fino a 200 giorni. È molto raro che il Senato non approvi una nomina: è successo solo una volta nel 1989 per l’amministrazione di George H. W. Bush. Normalmente i candidati con alta probabilità di non essere approvati ritirano preventivamente la propria nomina, come successo recentemente a Matthew Gaetz, nominato da Trump per guidare il Dipartimento della giustizia, indagato per abuso di droga, abuso sessuale su minore e abuso di fondi elettorali. Non sembra ci sarà nessun ostacolo invece per la conferma di Chris Wright che, con ogni probabilità, in una data tra gennaio e febbraio, potrà insediarsi a capo del Dipartimento dell’energia del principale produttore di petrolio al mondo.
In copertina: Chris Wright fotografato da Gage Skidmore, Flickr