Qualche giorno fa l’abbiamo chiamata una guerra commerciale globale, quella scatenata da Donald Trump. Adesso si può parlare senza tema di smentita di caos economico globale: tra annunci e contro-annunci, i mercati finanziari non ci stanno letteralmente capendo più nulla, e i principali settori industriali si trovano costretti ad adattarsi pressoché in tempo reale a quanto gli Stati Uniti e i suoi avversari (praticamente tutti i paesi del mondo) decidono.

Tra tante notizie preoccupanti, però, almeno ogni tanto ce n’è qualcuna buona: secondo uno studio di Carbon Brief il settore delle tecnologie della transizione ecologica e ambientale, sia nei paesi più ricchi e industrializzati che in quelli già emersi o emergenti, non dovrebbe patire più di tanto gravi conseguenze a livello globale.

Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, le economie emergenti e in via di sviluppo rappresenteranno oltre la metà del mercato globale per fotovoltaico, eolico e stoccaggio a batterie entro il 2030.

La lista dei segnali di questo riallineamento commerciale in corso è decisamente lunga. Basti pensare alla recente svolta della Germania verso il finanziamento in deficit, che consentirà nuovi investimenti nel clima; alla riforma delle regole fiscali dell’UE e agli oltre 100 miliardi di euro del Clean Industrial Deal a supporto della manifattura Made in the EU; alla revisione, sempre in Europa, degli accordi commerciali con Messico, Brasile e Canada per consentire un commercio più sostenibile; al Clean Trade and Investment Partnership tra Sudafrica e UE, visto come un nuovo modello di investimento europeo per i minerali critici.

Il vertice UE-India di febbraio ha delineato i contorni di un nuovo accordo di libero scambio, anche nel settore clean-tech. Fuori dall’Europa, bisogna ricordare che il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha lanciato il piano Nova Industria Brasil, per promuovere l’industrializzazione verde, che la presidente messicana Claudia Sheinbaum ha annunciato e finanziato il Plan Mexico per investimenti strategici, e che in Asia continuano le negoziazioni per rendere più verde il più grande blocco commerciale del mondo, il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP), e che Cina, Corea del Sud e Giappone stanno aumentando la cooperazione sulle catene di approvvigionamento e sull’energia rinnovabile.

Secondo Tim Sahay e Bentley Allan, del Net Zero Industrial Policy Lab della Johns Hopkins University, "i dazi di Trump stanno spingendo i paesi a fare investimenti strategici in settori dell'economia pulita, a diversificare il commercio dagli Stati Uniti e a costruire nuovi partenariati multilaterali che potrebbero accelerare la transizione, riducendo al contempo la domanda di petrolio e gas degli Stati Uniti. La domanda cruciale è se un rallentamento economico globale smorzerà gli investimenti o se i paesi possono avere successo nonostante gli Stati Uniti attraverso politiche economiche intelligenti e produttive”.

Tutto ciò si tradurrà in un chiaro vantaggio per la Cina, afferma Li Shuo, Senior Fellow del Center for China Analysis. “Paradossalmente queste misure faranno poco per indebolire la posizione dominante della Cina nel settore clean-tech globale, dato che la sua forza si basa su vantaggi interni”, chiarisce l’economista. “È probabile invece che le tariffe spingano la Cina a espandersi ulteriormente in altri mercati, in particolare nel Sud globale, rafforzando i suoi legami economici con quei paesi."

Naturalmente, però, i rischi non mancano. A partire dall’aggravio dei costi delle tecnologie green: le tariffe potrebbero rallentare la diffusione delle rinnovabili, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. "In India, le esportazioni di solare verso gli USA sono cresciute del 10,7% nel 2024: ora sono a rischio", sottolinea Avantika Goswami, del Centre for Science and Environment. O, ancora, possibili rallentamenti negli investimenti: “Se le aziende devono spostare fabbriche, taglieranno gli investimenti in R&D per i veicoli puliti", avverte Tu Le, esperto di Sino Auto Insights.

 

In copertina: immagine Envato