È possibile considerare la transizione degli agricoltori verso l’agricoltura rigenerativa un investimento su asset a lungo termine e non come un costo immediato che riduce i margini e non soddisfa gli azionisti? Secondo The Landbanking Group è proprio grazie a questo cambiamento nella percezione degli shareholder e nei sistemi di contabilità che sarà possibile far confluire miliardi di euro nella rigenerazione.

Rendere la natura comprensibile per i mercati finanziari

Partendo dalla considerazione che il fallimento dei sistemi naturali è il rischio più grande per le imprese, le economie e le società, i due co-fondatori Sonja e Martin Stuchtey hanno sviluppato Landler, il primo sistema operativo al mondo che unisce business e natura. Si tratta di un nuovo set di strumenti per la gestione del capitale naturale da parte dei custodi della terra e delle imprese che consente di ricompensare i primi degli sforzi per la rigenerazione dei suoli.

Secondo Sonja Stuchtey, ad oggi gli acquisti e gli investimenti fatti per migliorare la catena di approvvigionamento nelle filiere alimentari, che si tratti di cioccolato o di agrumi, sono, a parte alcune eccezioni, visti come costi. Secondo la teoria del Landbanking Group, invece, la chiave per cambiare questo paradigma è considerare le attività che mirano alla rigenerazione a alla conservazione della natura quali investimenti che possono essere rendicontati nei bilanci. Per fare ciò sono, tuttavia, necessarie tecnologie avanzate che consentano di misurare e rendicontare i progressi, oltre che collaborazioni con le grandi società di revisione contabile per allineare il sistema finanziario a questa nuova visione.

Uno dei principali ostacoli alla rigenerazione ambientale, spiega Stuchtey, è la mancanza di un'infrastruttura finanziaria capace di attrarre investimenti istituzionali su larga scala. La natura, infatti, non è stata finora confezionata in un formato comprensibile per i mercati finanziari. “Se vogliamo davvero sbloccare grandi quantità di denaro istituzionale, dobbiamo costruire un ponte tra domanda e offerta. In tal senso abbiamo sviluppato un'infrastruttura che traduce i risultati ecologici in contratti di investimento comprensibili”, spiega Stuchtey.

L'urgenza degli investimenti nella catena del valore e la Nature Equity

L'instabilità climatica e la crescente scarsità di alcune materie prime hanno messo sotto pressione diverse filiere alimentari globali negli ultimi anni. I prezzi di cacao, agrumi e olio di oliva, tra gli altri, sono drasticamente aumentati, rendendo evidente la necessità di modelli agricoli più resilienti. “Molte aziende sono consapevoli che l'unico modo per garantire la continuità della loro produzione è investire in pratiche rigenerative”, racconta Stuchtey.

L’approccio dell’azienda tedesca permette, quindi, di considerare la natura come un valore economico concreto, attirando investimenti per rigenerare l'ambiente invece di trattarlo solo come una voce di costo nei bilanci aziendali. La Nature Equity è una nuova classe di asset di mercato per la quale The Landbanking Group crea un'infrastruttura di mercato affidabile che consente ai custodi della terra di accumulare capitale naturale e alle imprese di investire in esso. La natura e gli investimenti sono collegati in modo dinamico e tracciabile attraverso un conto digitale del capitale naturale.

Il Nature Equity consente di trasformare i miglioramenti nel capitale naturale in asset finanziari negoziabili. L’obiettivo di tale innovazione è di attrarre miliardi di dollari in investimenti rigenerativi, accelerando la transizione verso un modello economico più sostenibile. Se da un lato i custodi della terra sono ricompensati per la maggiore biodiversità, la migliore qualità del suolo o per l’arricchimento delle risorse idriche, dall’altro le aziende possono investire direttamente nella salute degli ecosistemi da cui dipendono, garantendosi forniture più stabili e di qualità superiore nel lungo periodo.

La piattaforma Landler

A partire da queste considerazioni è nata Landler, la piattaforma sviluppata per monitorare e investire nella natura e ottenere dati in tempo reale su carbonio, suolo, biodiversità e acqua. Si tratta di una piattaforma integrata che consente, al tempo stesso, di investire nel ripristino o nella conservazione della natura di registrare gli investimenti come attività nel bilancio aziendale.

Le aziende possono usare la tecnologia di misurazione verificata (MRV) per monitorare l'impatto delle pratiche rigenerative e la piattaforma di investimento per sostenere le azioni che proteggono la propria catena di approvvigionamento a lungo termine. Dall’altro i gestori del terreni possono usare la MRV per comprendere lo stato del capitale naturale sui terreno e usare la piattaforma di investimento per essere ricompensati per le pratiche rigenerative.

Autonomia degli agricoltori e pagamento per i risultati

L’approccio promosso si basa su esiti ecologici misurabili, senza l’imposizione di pratiche agricole specifiche ai proprietari terrieri. “Non prescriviamo metodi di gestione agricola, misuriamo gli esiti”, sottolinea Stuchtey, perché l’idea è che chi lavora la terra conosca meglio di chiunque altro il modo più efficace per gestirla in modo rigenerativo. L’azienda con sede a Monaco fornisce dunque strumenti di misurazione avanzati, consentendo agli agricoltori di ricevere compensi in base ai benefici ecologici generati.

Investire nella natura: un asset, non un costo

Uno degli obiettivi principali di The Landbanking Group è cambiare il modo in cui la sostenibilità viene considerata nelle decisioni aziendali. Invece di essere vista come un costo aggiuntivo, la rigenerazione ambientale dovrebbe essere considerata un investimento strategico, inserito nei bilanci aziendali al pari di qualsiasi altra infrastruttura essenziale. “Se la natura è parte della tua catena del valore, devi investire nella sua manutenzione e nel suo sviluppo, proprio come fai con qualsiasi altro asset aziendale” conclude Stuchtey.
Tale prospettiva potrebbe trasformare radicalmente la finanza sostenibile, rendendo la tutela dell’ambiente non solo un dovere etico, ma un'opportunità economica redditizia e a lungo termine.

Immagine: Envato Elements