Il 16 dicembre 2024, il Consiglio UE ha adottato formalmente il Regolamento imballaggi e rifiuti da imballaggi (PPWR). Il testo, che era stato approvato il 24 aprile 2024 dal Parlamento europeo, sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE nel gennaio 2025 e il Regolamento entrerà in vigore a metà del 2026, dopo un periodo di transizione di 18 mesi.
Il Regolamento imballaggi è un passo avanti nell’impegno dell’Europa verso un’economia circolare e verso la tutela dell’ambiente, imponendo per la prima volta agli stati membri di raggiungere obiettivi vincolanti di prevenzione dei rifiuti (5% al 2030, 10% al 2035, 15% al 2040, rispetto al 2018) mentre le norme precedenti includevano solo obiettivi di avvio a riciclo o obiettivi di riciclo.
Tuttavia, le misure introdotte dal regolamento sono insufficienti per raggiungere tali obiettivi di prevenzione a causa, tra gli altri, di una scarsa ambizione negli obiettivi di riutilizzo e della non inclusione di carta e cartone nelle restrizioni per i prodotti monouso. Inoltre, la presenza di numerose deroghe che permettono agli stati membri di concedere esenzioni significano che il mercato unico europeo potrebbe continuare a essere frammentato, soprattutto per quello che riguarda il riutilizzo.
L’aumento degli imballaggi ostacola l’economia circolare
“Quantità elevate e in costante aumento di imballaggi generati, nonché bassi livelli di riutilizzo e raccolta e scarso riciclaggio, presentano ostacoli significativi al raggiungimento di un’economia circolare a basse emissioni di carbonio”, si legge nel testo approvato del regolamento. Il testo riporta dati Eurostat secondo i quali una grande quantità di materie vergini usate in Europa è impiegata per produrre imballaggi: il 40% della plastica e il 50% della carta nel periodo 2010-2021.
Nel periodo 2009-2021, i rifiuti da imballaggio sono cresciuti in Europa del 27,7% passando da 66 milioni di tonnellate a 84,3 milioni di tonnellate (188,7 kg per abitante), con previsione di arrivare a 92 milioni di tonnellate nel 2030 (209 kg per abitante) e 107 milioni di tonnellate nel 2040. Se rispettata, la traiettoria di riduzione dei rifiuti da imballaggio (5% al 2030, 10% al 2035, 15% al 2040, rispetto al 2018) adottata nel Regolamento, dovrebbe portare a una riduzione assoluta complessiva dei rifiuti del 19% in media nell'UE nel 2030, del 20% nel 2035 e del 37% nel 2040.
Tuttavia, nello studio di valutazione d'impatto che accompagnava la proposta iniziale di regolamento, la Commissione riconosceva che se anche tutte le misure incluse nella sua proposta fossero state pienamente attuate, gli stati membri avrebbero comunque dovuto intraprendere ulteriori azioni per raggiungere gli obiettivi di riduzione del 5% al 2030. Durante le negoziazioni nel trilogo, le due misure più ambiziose proposte dalla Commissione (obiettivi di riuso e restrizioni sugli imballaggi monouso) sono state particolarmente attaccate e indebolite, rendendo ancora meno probabile raggiungere l’obiettivo di riduzione del 5% al 2030.
Una campagna di disinformazione contro il riuso
Durante le negoziazioni per il regolamento c’è stata una forte influenza da parte dei produttori di imballaggi monouso, soprattutto in carta e cartone, e da parte di catene di ristorazione fast-food sui legislatori. Questo ha portato il Parlamento europeo ad aprire una indagine formale sulle pratiche di lobbying, con cui sarebbero state condotte “pressioni senza precedenti” da parte di gruppi imprenditoriali, soprattutto relative al settore della ristorazione fast-food.
Tramite la pubblicazione di due studi, uno commissionato dalla European Paper Packaging Alliance (EPPA) e uno dalla catena di fast-food McDonald’s, sono stati sollevati dubbi sullo studio di valutazione d'impatto che accompagnava la proposta di regolamento della Commissione europea, pubblicizzando invece risultati che invariabilmente indicavano performance ambientali migliori per i prodotti monouso rispetto al riuso, in particolare per carta e cartone.
Nonostante l’appello di un gruppo di 58 scienziati indipendenti che hanno avvertito della mancanza di trasparenza e basi solide, e quindi della presenza di risultati manipolabili, nei due studi finanziati dall’industria, questi sono usati e promossi sia da alcuni europarlamentari che da rappresentanti degli stati nel Consiglio dell’UE. Italia e Finlandia, in particolare, sono state forti oppositrici delle misure di riutilizzo, sia in sede delle discussioni parlamentari nella Commissione ambiente (ENVI) e nella Commission industria (ITRE), che in ambito delle riunioni del Consiglio dell’UE.
In un’inchiesta pubblicata a ottobre 2024, il giornale d’investigazione Contexte, ha ricostruito l’azione di lobby dell’alleanza Together for a Sustainable Packaging, nata il 24 aprile 2023 e che ha cessato di operare, almeno sui social media, dopo il 22 novembre 2023, quando il Parlamento europeo ha votato contro il riuso e le restrizioni per gli imballaggi monouso. Costituita da diversi nomi della ristorazione rapida e da produttori di imballaggi alimentari in carta e cartone, quattro membri dell’alleanza sono stati particolarmente attivi nel lavorare per depotenziare il Regolamento imballaggi e rifiuti da imballaggi: la catena internazionale di fast-food McDonald’s, l’impresa italiana Seda e l’impresa finlandese Huhtamäki produttrici di imballaggi monouso in carta e cartone, e la loro lobby europea European Paper Packaging Alliance (EPPA).
“Sicuramente è stato raggiunto il miglior risultato possibile”, si è felicitata, secondo quanto riportato da Contexte, una fonte vicina all’alleanza commentando l’accordo, per l’esenzione del settore della ristorazione da qualsiasi obbligo sull'utilizzo di imballaggi riutilizzabili, sia per l'asporto che per la ristorazione in loco. E per il fatto che il settore carta e cartone sia stato cancellato dalla lista degli imballaggi monouso da vietare negli alberghi e nei ristoranti, lasciando coperti dal regolamento solo gli imballaggi in plastica.
Riciclo e altre disposizioni del Regolamento imballaggi
Il regolamento include numerose altre disposizioni. Un esempio è l’obbligo per gli stati membri d’introdurre entro il 2029 di sistemi di deposito cauzionale per contenitori di bevande monouso in plastica e alluminio per assicurare il 90% di raccolta selettiva e il loro avvio a riciclo. O anche l’obbligo per le attività di asporto di offrire ai clienti la possibilità di portare i propri contenitori da riempire con bevande fredde o calde o cibi già pronti (entro il 2030, le attività di take-away dovranno sforzarsi di offrire il 10% dei prodotti in formati di imballaggio idonei al riutilizzo).
Per le aziende l’introduzione del nuovo regolamento implicherà tre aspetti principali. Il primo è ridurre al minimo la quantità di imballaggi utilizzati e l’obbligo di riduzione dello spazio vuoto negli imballaggi. Il secondo è garantire che gli imballaggi prodotti siano quanto più riciclabili possibile, ovvero tutti gli imballaggi dovranno essere "progettati in vista del riciclaggio", cioè riciclabili, entro il 2030 e tutti gli imballaggi dovranno essere "riciclati su scala" entro il 2035. Il terzo è garantire che gli imballaggi in plastica abbiano un contenuto minimo di materiale riciclato, a due obiettivi temporali distinti (2030 e 2040), con percentuali diverse a seconda del tipo di imballaggio: 30% e 65% per le bottiglie in plastica in monouso; 30% e 50% per gli imballaggi sensibili al contatto realizzati con polietilene tereftalato (PET) come componente principale; 10% e 20% per gli imballaggi sensibili al contatto dove il PET non è il componente principale; 35% e 65% per tutti gli altri imballaggi in plastica.
Per quello che riguarda la riciclabilità, sarà prevista un’esenzione per gli imballaggi in cui la componente in plastica rappresenti meno del 5% del peso totale dell’imballaggio e per gli imballaggi in plastica compostabile. Per questi ultimi, la Commissione europea creerà standard armonizzati per chiarire le specifiche tecniche dettagliate dei requisiti sugli imballaggi compostabili e saranno necessarie procedure di verifica per dimostrare che la decomposizione biologica avviene in base a parametri specifici.
Il Regolamento imballaggi introduce inoltre la restrizione all'immissione sul mercato di imballaggi destinati al contatto con gli alimenti contenenti PFAS (sostanze alchiliche per- e polifluorurate dannose per la salute umana e l’ambiente) oltre determinate soglie.
Immagine: Envato