Martedì 24 ottobre la Commissione per l’ambiente (ENVI) del Parlamento europeo ha approvato con 56 voti a favore, 23 contrari e 5 astenuti la relazione con emendamenti alla proposta della Commissione europea sul Regolamento imballaggi e rifiuti da imballaggio che sostituirà la Direttiva 94/62/CE. Il testo approvato è quello promosso dalla relatrice belga Frédérique Ries dei Liberali, che era stata anche relatrice per la Direttiva sulle plastiche monouso nel 2019.
Due delle disposizioni incluse nella proposta della Commissione attorno a cui si è concentrata maggiore attenzione sono l’art. 22 che prevede l’eliminazione graduale degli imballaggi monouso non necessari, e l’art. 26 che stabilisce obiettivi chiari per i sistemi di riutilizzo. Su queste disposizioni si sono concentrati sia gli sforzi di lobbying dell’industria per promuovere il monouso a discapito del riuso che gli sforzi degli europarlamentari italiani, prima nelle Commissioni industria (ITRE) e agricoltura (AGRI), e alla vigilia del voto anche in sede della Commissione ENVI, per eliminare tutti gli obiettivi di riuso.
Vietato il monouso, con eccezioni per carta e cartone
Per quello che riguarda il divieto per gli imballaggi monouso ritenuti inutili (art. 22), la proposta della Commissione include tutti i tipi di materiale, mentre la relazione approvata dalla Commissione ENVI si limita agli imballaggi in plastica, imponendo il divieto per gli “imballaggi di frutta e verdura monouso in plastica e in materiale composito” (reti, sacchetti, vassoi, contenitori) e per gli imballaggi in miniatura in plastica per i prodotti da toilette negli alberghi (Flaconi di shampoo, flaconi di lozione per mani e corpo, bustine di sapone in miniatura con dimensioni inferiori ai 100 ml).
Rispetto alla proposta della Commissione, il testo della Commissione ENVI introduce un nuovo divieto per i sacchetti di plastica “molto leggeri” (sotto i 15 micron), per gli imballaggi di plastica per le valigie negli aeroporti e per gli imballaggi esterni "non necessari" per cosmetici (eccetto i profumi), prodotti per l'igiene e articoli da toilette.
È stato inoltre approvato l’obbligo per tutti i ristoranti, i caffè e gli hotel di servire i pasti e le bevande sul posto in stoviglie riutilizzabili e il divieto di tutti gli imballaggi monouso, indipendentemente dal loro materiale. Questa disposizione si applica però solo ai ristoranti con più di 10 dipendenti o con un fatturato di più di 2 milioni di euro.
Rimossi molti obiettivi di riuso
Molti degli obiettivi di riuso (art. 26) inclusi nella proposta della Commissione europea sono stati eliminati o posticipati nel testo approvato dalla Commissione ENVI. La relazione promossa da Ries propone infatti che il 50% di tutti gli imballaggi degli operatori economici siano riutilizzabili al 2030 e il 90% al 2040 (mentre la proposta della Commissione europea era di raggiungere l’obiettivo del 90% già al 2030) e propone di applicare queste disposizioni anche alle piattaforme online (non incluse nella proposta della Commissione europea). In questo caso sono inclusi tutti i tipi di materiale.
Il testo ENVI elimina inoltre le quote di riutilizzo per gli imballaggi per bevande calde o fredde (la proposta della Commissione prevedeva che il 20% al 2030 e l’80% al 2040 di tali bevande dovessero essere rese disponibili in imballaggi riutilizzabili nell’ambito di un sistema di riutilizzo o che consenta la ricarica).
Rispetto alla proposta della Commissione europea, il testo approvato in ENVI propone un'opzione di ricarica per le bevande non alcoliche (20% al 2030 e 35% al 2040) e per quelle alcoliche (10% al 2030 e 25% al 2040) con l’esclusione del vino (per questo ultimo la proposta della Commissione prevedeva una quota di riutilizzo del 5% al 2030 e del 15% al 2040).
A partire dal 1° gennaio 2030, i distributori finali con una superficie, escluse tutte le aree di stoccaggio e spedizione, superiore a 400 metri quadri dovranno cercare di dedicare il 10% della propria superficie di vendita a stazioni di rifornimento per prodotti alimentari e non alimentari sfusi (nuova disposizione nell’art. 25).
Plastica riciclata
Gli emendamenti approvati in Commissione ENVI garantiscono un contenuto minimo di materiale riciclato negli imballaggi in plastica al 2030 (7,5% contro il 10% nella proposta della Commissione), ma creano una scappatoia per quanto riguarda l'uso di plastiche vergini a base biologica nell'ambito degli obiettivi di contenuto riciclato.
Oltre agli obiettivi generali e neutri rispetto ai tipi di materiale di riduzione dei rifiuti da imballaggio inclusi nella proposta della Commissione (riduzione della quantità di rifiuti generati per abitante del 5% al 2030, 10% al 2035, 15 al 2040), il testo approvato in Commissione ENVI include obiettivi speciali di riduzione per gli imballaggi in plastica (10% entro il 2030, 15% entro il 2035, 20% entro il 2040).
Stop a PFAS e Bisfenolo A negli imballaggi a contatto con alimenti
Il testo approvato in ENVI rappresenta un passo indietro per il Sistema di deposito cauzionale (art. 44). Gli emendamenti di Ries prevedono infatti una condizione di esenzione nel caso in cui si raggiunga l’85% di raccolta differenziata (obiettivo in contrasto con la Direttiva sulle plastiche monouso SUP che prevede l’obbligo di raccolta selettiva del 90% al 2029).
La relazione approvata dalla Commissione ENVI introduce anche il divieto di due tipi di sostanze nocive negli imballaggi che entrano in contatto con gli alimenti: gli PFAS, inquinanti eterni, alcuni dei quali sono interferenti endocrini, attualmente presenti nella maggior parte degli imballaggi utilizzati nei fast food, e il bisfenolo A (BPA), un’altra sostanza che desta preoccupazione già vietata in alcuni Paesi nelle bottiglie d'acqua, nella carta termica delle casse e in altri prodotti di consumo.
Plastica contro carta
La produzione di rifiuti da imballaggio in Europa ha conosciuto nel 2021 l’incremento maggiore degli ultimi 10 anni: secondo Eurostat l’anno scorso sono state generate 84 milioni di tonnellate di rifiuti da imballaggio, corrispondente a una media di 188,7 kg per abitante, ovvero 10,8 kg in più che nel 2020 e quasi 32 in più che nel 2011. Senza interventi, si stima che nel 2030 si arriverà 209 kg all’anno di rifiuti da imballaggio per abitante. Degli 84 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio, il 40,3% è costituito da carta e cartone. La plastica rappresentava il 19,0%, il vetro il 18,5%, il legno il 17,1% e il metallo il 4,9%".
“L'industria della plastica critica le numerose norme specifiche per gli imballaggi in plastica e le esenzioni per altri materiali di imballaggio, in particolare carta e cartone, perché incoraggiano il passaggio a imballaggi monouso in carta, laminati o rivestiti di plastica, che non possono essere riciclati in termini di contenuto di plastica. Tali imballaggi sono anche molto più pesanti e quindi aumenterebbero i rifiuti da imballaggio e le emissioni di gas serra del settore degli imballaggi”, dice Martin Engelman, direttore generale della German Plastic Packaging Association ricordando come numerosi studi condotti da organizzazioni ambientaliste come EEB, Zero Waste Europe, WWF e altre confermano che la sostituzione della plastica con carta e altri materiali non è il modo per rendere il mercato degli imballaggi più sostenibile e non farà altro che spostare i problemi ambientali.
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Il voto sul Regolamento imballaggi
Il voto in plenaria del Parlamento europeo è previsto per la settimana del 20 novembre e la proposta della Commissione ENVI sarà probabilmente adottata in linea di principio. Tuttavia la Commissione Industria (ITRE) ha una competenza condivisa con la Commissione ENVI per quello che riguarda il divieto all’immissione sul mercato degli imballaggi. È quindi probabile che ci saranno nuove discussioni sulle restrizioni alla vendita di imballaggi monouso.
Dopo la votazione nel Parlamento europeo, si passerà alla fase del trilogo (Parlamento europeo, Consiglio dei ministri, Commissione europea). L'attuale testo di compromesso della Presidenza spagnola al Consiglio dei Ministri è sostanzialmente allineato con la proposta iniziale della Commissione europea.
Secondo Rethink Plastic Alliance, se tutte le misure di prevenzione dei rifiuti contenute nella proposta di Regolamento della Commissione dovessero essere pienamente applicate, non sarebbero comunque sufficienti per ottenere una riduzione del 5% della produzione di rifiuti di imballaggio entro il 2030.
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Immagine di copertina: Juan Pablo Serrano Arenas, Pexels