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La crisi climatica si aggrava di settimana in settimana, eppure le misure che i paesi di tutto il mondo stanno adottando restano insufficienti per raggiungere gli obiettivi necessari a invertire la rotta. In risposta all'aggravarsi dei problemi ambientali, il partito laburista britannico ha promesso una serie di cambiamenti per aiutare il Regno Unito a raggiungere i suoi obiettivi ecologici, dall'elettricità a zero emissioni di carbonio all'indipendenza energetica, fino alla riduzione della povertà energetica. Ecco come si è concretizzato il manifesto ambientale del partito laburista nei primi 100 giorni al governo.

Le principali politiche climatiche e ambientali del Labour

In passato il Regno Unito ha ottenuto scarsi risultati in termini di biodiversità, con uno studio del 2020 che lo collocava nell'ultimo 10% delle nazioni a livello globale. Gli obiettivi dei laburisti quando sono stati eletti a luglio comprendevano la pulizia dei fiumi, dei laghi e dei mari del Regno Unito, il sostegno agli agricoltori per rafforzare la sicurezza alimentare nel paese, la protezione delle comunità dalle inondazioni e la garanzia del recupero di ecosistemi e paesaggi naturali. Intendevano anche creare una tabella di marcia per portare il Regno Unito verso un'economia a zero rifiuti, obiettivo verso cui sempre più aziende si stanno dirigendo. Secondo un rapporto pubblicato da MPB, l'acquisto di prodotti usati è raddoppiato negli ultimi cinque anni e il mercato globale del riciclo è destinato a crescere dell'80% entro il 2028.

Rafforzare il settore delle rinnovabili

I laburisti riconoscono la crisi climatica e si sono impegnati a ridurre gradualmente i costi energetici, mentre il loro impegno a realizzare la missione “energia pulita” per il 2030 ha già avuto un impatto positivo sul settore delle energie rinnovabili nel Regno Unito.

Il Contracts for Difference (CfD) Allocation Round 6 (AR6) ha rappresentato una pietra miliare nella transizione energetica pulita del Regno Unito, garantendo un record di 131 progetti di energia pulita, sostenuto dal più consistente budget finora stanziato. Ma se da un lato l'aumento dei fondi per l'AR6 dovrebbe fortificare la fiducia degli investitori nelle energie rinnovabili, dall'altro il governo dovrà adottare ulteriori misure per colmare il gap di 28 GW necessario per raggiungere l'obiettivo di 55 GW di eolico offshore.

Costruire la Great British Energy

La Great British Energy (GBE) è una delle politiche laburiste più riconosciute e popolari delle elezioni generali di luglio, che prevede una società energetica di proprietà del Regno Unito in grado di competere con le società straniere che dominano il mercato. Questa impresa nazionale ha l'obiettivo di investire nelle energie rinnovabili di nuova generazione, riducendo sia le emissioni di carbonio del Regno Unito sia i costi energetici delle famiglie. Alla sua guida è stato nominato Jürgen Maier, ex amministratore delegato britannico di Siemens e sostenitore della tecnologia pulita.

Con un finanziamento iniziale di 8,3 miliardi di sterline, la GBE rimane una delle poche iniziative di spesa verde significative del governo, dopo che il piano di investimenti verdi dei Labour, originariamente di 28 miliardi di sterline all'anno, era stato ridimensionato a febbraio. Gli investimenti della GBE si concentreranno sull'eolico offshore, comprese le innovative turbine galleggianti, l'energia delle maree, la cattura e lo stoccaggio del carbonio, l'idrogeno e altre tecnologie pulite emergenti. Maier prevede che la Great British Energy si unisca alla schiera di aziende di energia pulita influenti a livello globale, come la danese Ørsted e la svedese Vattenfall.

Quando Rachel Reeves, cancelliera dello scacchiere (corrispondente alla ministra delle finanze) si è rivolta al Parlamento in ottobre, ha dichiarato che al progetto sono stati assegnati 125 milioni di sterline di finanziamenti per il periodo 2025-2026. Che si aggiungono agli iniziali 8,3 miliardi di sterline annunciati all'inizio di quest'anno. Le fonti indicano che il Tesoro intende mantenere la GBE entro limiti finanziari rigorosi, impedendole di contrarre prestiti autonomi per evitare di accrescere il debito del governo.

I vantaggi principali che la Great British Energy potrebbe apportare al panorama dell'energia verde sono tre: efficienza dei costi, coerenza strategica e certezza degli investimenti. Utilizzando finanziamenti sostenuti dal governo, la GBE potrebbe assicurarsi capitali a tassi più bassi rispetto alle entità private. Grazie alla coerenza strategica, il governo può avere una visione olistica del fabbisogno energetico del Regno Unito, piuttosto che un approccio segmentato tipico degli investimenti privati.

Migliorare la qualità dell'acqua

Prima delle elezioni, i laburisti avevano segnalato l'intenzione di affrontare il problema dell'inquinamento del sistema idrico, proponendo nuove misure per limitare i bonus dei dirigenti e applicare sanzioni penali per i trasgressori recidivi. Una dichiarazione politica rilasciata il settembre ha ulteriormente sottolineato come un disegno di legge miri a promuovere miglioramenti significativi nelle prestazioni e negli standard culturali dell'industria idrica, ponendolo come un passo cruciale verso un cambiamento trasformativo del settore.

In pratica, ciò potrebbe portare le aziende idriche a trasferire i rischi di responsabilità alle loro catene di fornitura, in particolare in aree come la progettazione, la costruzione, la manutenzione e il funzionamento delle infrastrutture idriche. Potremmo anche assistere all'introduzione di standard di prestazione più elevati, metriche e clausole di indennizzo nei contratti di costruzione e negli accordi professionali, che sarebbero consentiti dalla legge. Sembrano essere allo studio anche multe consistenti per le società idriche in caso di fuoriuscite storiche di acque reflue. Sarà interessante vedere come questi sviluppi si allineeranno al nuovo quadro legislativo.

Adeguamento e miglioramento dell'efficienza energetica delle abitazioni

Ad Angela Rayner, segretaria di stato per il Ministero dell’edilizia abitativa e delle comunità, nonché vicepremier, è stato affidato il difficile compito di realizzare 1,5 milioni di nuove abitazioni. Tuttavia, si prevede un'intensa attività di lobbying da parte del settore edilizio, che ha sostenuto con ingenti donazioni il partito conservatore e che chiederà la riduzione delle barriere normative per facilitare un’attività costruttiva più rapida. Parte di questi regolamenti saranno gli standard volti a rendere le nuove case a basse emissioni di carbonio, un'area che rimane in fase di sviluppo come parte del Future Homes Standard.

Ancora in sospeso anche le decisioni critiche sulle specifiche di questo standard, come ad esempio se tutte le nuove case debbano essere dotate di batterie di accumulo, pannelli solari e isolamento di alta qualità. Se da un lato queste misure potrebbero offrire ai futuri residenti un notevole risparmio energetico e aiutare il Regno Unito a raggiungere i suoi obiettivi ambientali, dall'altro comportano un aumento dei costi iniziali per i costruttori. Un'altra sfida importante è l'adeguamento del parco immobiliare esistente nel Regno Unito. Se da un lato l'edilizia sociale avrà la priorità, dall'altro saranno necessarie ulteriori strategie per incoraggiare miglioramenti simili nelle case private di tutto il paese.

È incoraggiante vedere che i laburisti stanno portando avanti i propri obiettivi e le riforme ambientali pur essendo al governo da pochi mesi. Ma c'è ancora molto da fare e decisioni importanti da prendere che vadano oltre i piccoli aggiustamenti politici. Solo il tempo ci dirà quanto la GBE sia efficace, cosa verrà fatto per riqualificare le case ad alta efficienza energetica in tutto il Regno Unito e per sostenere le decisioni che migliorino la biodiversità.

 

Picture by Lauren Hurley / No 10 Downing Street