C’è tempo ancora fino a fine dicembre per rispondere al questionario di Cariplo Factory in vista della pubblicazione del report Reach The Goals. Le startup italiane per gli SDG, che nasce con l’intento di raccogliere le testimonianze e valorizzare le startup e PMI innovative italiane operative in uno o più dei settori indicati dai Sustainable Development Goals (SDG) per favorire l’adozione su larga scala delle soluzioni più innovative da parte di aziende, istituzioni e comunità locali.

Il report, che ha ricevuto il patrocinio dalla Commissione Europea, sarà di importanza molto rilevante in un contesto che vede l’Italia in significativo ritardo rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU (si colloca infatti al 23° posto nella classifica globale). Eppure, secondo l’Asvis,  il loro raggiungimento potrebbe generare una crescita del 2,2% del PIL, riducendo al tempo stesso inquinamento, diseguaglianze, povertà e altre gravi criticità che da tempo affliggono il nostro paese. “È fondamentale, ora più che mai, trovare soluzioni concrete per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”, ha commentato Riccardo Porro, Chief Operations Officer di Cariplo Factory. “Le startup italiane rappresentano una risorsa preziosa in questo percorso: grazie alla loro capacità di innovare e di adattarsi rapidamente alle nuove sfide, possono davvero essere un acceleratore formidabile per colmare il divario e accelerare il cambiamento necessario.”

Fino a dicembre 2024 possono rispondere al questionario tutte le startup e PMI innovative che abbiano raggiunto un TRL (Technology Readiness Level) pari o superiore a 4 e che abbiano sviluppato uno o più prodotti o servizi in ambito SDG. Tra gennaio e aprile partirà la fase di selezione e analisi dei dati raccolti, che saranno riassunti in un documento finale pubblicato entro la primavera del 2025. La tempistica non è causale: il 2025 segna infatti la metà del decennio che porta al traguardo del 2030.

Cosa sono gli SDG e perché sono importanti

Per il settore privato, gli SDG non sono solo una responsabilità, ma anche un’opportunità per accedere a nuovi mercati, migliorare la reputazione e creare valore a lungo termine. L’integrazione della sostenibilità nei modelli di business e la collaborazione con le istituzioni pubbliche sono fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi e per affrontare le sfide globali.

L’ambizione di definire obiettivi per lo sviluppo sostenibile è iniziata nel 1992 a Rio de Janeiro e ha portato, nel 2000, agli Obiettivi di sviluppo del millennio (MDG), primo passo concreto per affrontare le sfide globali. Gli SDG, entrati in vigore nel 2016 con termine nel 2030, sono rivolti a tutti i paesi membri dell’ONU. Diverse consultazioni tra esperti, ONG e società civile hanno portando alla creazione di quelli che oggi conosciamo come i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) con 169 target e 240 indicatori, coprendo cinque aree chiave: persone, pianeta, prosperità, pace e partnership. Obiettivi, target e indicatori che sono alla base dell’Agenda 2030.

Ogni SDG affronta sfide specifiche, ma il loro raggiungimento richiede un approccio olistico che consideri le interconnessioni tra tutti gli obiettivi. La sfida principale è stata quella di renderli universali, rispettando le diverse priorità dei paesi, con indicatori globali per il monitoraggio e istituti (come l’Istat in Italia) che pubblicano rapporti sull’avanzamento. Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) rappresentano infatti una delle iniziative più ambiziose della comunità internazionale, nate da uno sforzo collaborativo senza precedenti per affrontare sfide complesse e promuovere soluzioni innovative.