Nel Decreto legge “Milleproroghe”, approvato lo scorso febbraio, ci si aspettava che il termine per mettersi in regola con l’obbligo di stipulare una polizza assicurativa contro le catastrofi venisse fatto slittare di un anno, alla fine del 2025.

E invece no: è entro il 31 marzo che le imprese che operano con immobili di proprietà o in locazione (per adesso sono soltanto loro a essere interessate da questa novità) devono tassativamente assicurarsi contro le catastrofi naturali, il cui onere d’ora in poi sarà “privatizzato".

Un obbligo che riguarda almeno 4,5 milioni di aziende. A neanche due settimane dalla scadenza del termine le associazioni protestano, lamentando le molte incertezze contenute nel provvedimento, e chiedendo un rinvio della scadenza.

Sarà dura: il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha chiuso il budget dell’anno in corso calcolando il taglio delle risorse per i ristori per questi eventi, e le nuove entrate fiscali derivanti dalla stipula di una montagna di polizze. I rischi vengono in gran parte trasferiti ai privati, mentre lo stato interverrà tramite la SACE per garantire alle compagnie la riassicurazione fino a 5 miliardi di euro.

Perché un obbligo di polizza catastrofale

Era prevedibile che saremmo arrivati a questa sorta di “R.C. Catastrofi”. Un’assicurazione obbligatoria che impone la copertura dei danni subiti da determinati beni direttamente causati dagli eventi catastrofali, ovvero sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni.

Ovviamente il problema esiste, e con la diffusione degli eventi estremi dovuta all’emergenza climatica è sempre più pressante, a maggior ragione in un paese complesso dal punto di vista del dissesto idrogeologico come l’Italia.

Secondo una stima dell’ANIA, su un totale di 4,5 milioni di imprese circa il 52% è assicurato contro il rischio incendio, ma solo il 5% di esse (e la stragrande maggioranza delle imprese piccole o piccolissime) dispongono di una polizza, spesso parziale, contro rischio terremoti, alluvione o entrambi.

Polizza catastrofale obbligatoria, per chi è prevista

Bisogna dire che il decreto ministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale a fine febbraio è tutt’altro che chiaro nella definizione della platea di chi ha l’obbligo assicurativo. Secondo la parte prevalente degli addetti ai lavori, sono tenute a dotarsi di una polizza che copra i danni diretti ai beni aziendali, inclusi terreni, fabbricati, impianti e macchinari causati da eventi quali sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni tutte le aziende iscritte al registro delle imprese che operano utilizzando uno o più immobili di proprietà o in affitto/leasing.

Si tratta di circa 4,5 milioni di imprese industriali, artigianali e del commercio. Va da sé che si tratta di un ottimo business per le aziende assicurative, che conquistano un mercato garantito e obbligatorio e tanta liquidità. Ma è anche vero che si tratta di un business difficile, in cui i danni possono essere immensi, e immense anche le perdite, come si è visto in Florida e in California.

Chi è esentato

Sono esentate dall’obbligo le imprese agricole e quelle i cui immobili presentano abusi edilizi o difformità urbanistiche. Per le imprese già assicurate, il decreto consente di adeguare le coperture esistenti senza stipulare un nuovo contratto immediatamente.

Non sono interessati dal provvedimento i liberi professionisti, e per adesso nemmeno i cittadini proprietari o locatari di un immobile, anche se è facile immaginare che presto o tardi l’obbligo di “RC Catastrofi” verrà esteso anche a loro.

Lo ha detto esplicitamente Giulio Terzariol, CEO insurance di Generali, secondo cui “si fa un passo alla volta". Parlando a un talk organizzato da Affari&Finanza di Repubblica, Terzariol ha ricordato che “solo il 6% delle case è coperto da polizza catastrofale, una percentuale molto bassa: è un po' una forma di welfare che ci manca e forse questa cosa andrebbe un po' ripensata".

Che cosa succede a chi non sottoscrive una polizza

Non ci sono sanzioni dirette o multe. Ma alle imprese inadempienti potrebbero esser negati contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche, anche con riferimento a quelle previste in occasione di eventi calamitosi e catastrofali.

In altre parole, possono essere escluse dalle agevolazioni pubbliche e dell’eventuale risarcimento nel caso siano disposte misure pubbliche di ristoro decisi in caso di eventi calamitosi. Potrebbe diventare più difficile, inoltre, ricevere prestiti dalle banche, o avere garanzie del fondo di garanzia delle piccole e medie imprese. E ovviamente, bisogna fare i conti con i possibili danni economici e produttivi subiti in caso di catastrofe.

Quanto costa la polizza catastrofale obbligatoria

La spesa effettiva per sottoscrivere una polizza sarà diversa da località a località, da tipologia a tipologia di azienda. Sarà prevedibile un caos e poca trasparenza. La piattaforma online facile.it ha fatto delle simulazioni considerando tre diverse attività: un ristorante, una autofficina e un hotel, a Milano, Roma e Palermo. La spesa partirà da poco più di 300 euro fino a circa 1.500 all'anno.

Per esempio, nel caso del ristorante è stato considerato un immobile da 300.000 euro contenente attrezzatura di valore pari a 100.000 euro. Con queste caratteristiche, il premio annuale per sottoscrivere un'assicurazione a Milano è pari a 343,50 euro, valore che diventa 401 euro a Roma e 469 euro a Palermo.

Per l'autofficina è stato invece considerato un fabbricato dal valore di 400.000 euro e 200.000 euro di attrezzatura. In questo caso, il costo della polizza se l'attività è ubicata a Milano è pari a 359 euro, diventa 434 euro se a Roma, e arriva a 551 euro, invece, a Palermo.

Le quotazioni per l'hotel salgono, in virtù di valori assicurati più elevati: in questo caso un immobile dal valore di 1 milione di euro e attrezzatura per 500.000 euro. La struttura posizionata a Milano deve mettere a budget un costo annuale pari a 703,5 euro, a Roma 720,5 euro, mentre a Palermo 1.033,5 euro.

Confartigianato denuncia una norma ancora oscura

Come spiega Bruno Panieri, direttore delle politiche economiche di Confartigianato, molti sono ancora i punti oscuri di questa norma, di cui pure è condiviso lo scopo e il senso. Ad esempio, se su un immobile già è attiva una polizza, l’imprenditore che lo affitta deve dotarsi di una polizza che copre comunque gli stessi rischi?

Ancora, nel decreto non c’è uno schema di convenzione assicurativa, cioè il parametro di riferimento contrattuale da prendere a esempio. Ancora, la legge sulla concorrenza imporrebbe l’obbligo di un “comparatore” delle polizze, un portale per confrontare le offerte delle compagnie, ma l’IVASS (l’autorità garante del settore) non l’ha realizzato.

Altra questione, sembrerebbero sicuramente esclusi dalla copertura assicurativa eventi alluvionali provocati da piogge abbondanti, che non si capisce quanto siano diversi dalle alluvioni da esondazione.

Infine, le polizze non coprirebbero le scorte e i materiali in magazzino, che spesso sono di valore superiore a quello dei macchinari, e quindi bisognerebbe fare un’estensione di copertura, il cui costo è rimesso alla libera determinazione della compagnia di assicurazione.

“Come associazioni abbiamo chiesto all’ANIA, l’associazione delle compagnie assicurative, un tavolo di confronto per chiarire tutta una serie di punti controversi e dare certezze agli imprenditori”, è la conclusione di Panieri.

Le proteste delle associazioni

Il timore è quello di una stangata. “Quattro milioni di imprese non possono, entro la fine del mese, sottoscrivere una polizza giusta che le tuteli dagli eventi catastrofali”, afferma il presidente nazionale della CNA, Dario Costantini.

“Alle imprese bisogna dare certezze sui criteri di applicazione, sui costi e sul valore dei premi, riteniamo necessaria una proroga del termine del 31 marzo”, dice il presidente di CONFAPI, Cristian Camisa.

Molte voci si rincorrono. C’è chi ipotizza un possibile rinvio a settembre, mentre altri esperti ritengono che stavolta il governo e il Ministero dell’economia saranno irremovibili.

 

In copertina: alluvione di Valencia, foto di José Jordan © European Union, 2024