In questi giorni si è tenuto a Lisbona il primo incontro dei partner di progetto Polymers-5B, una delle iniziative più promettenti finanziate dal Circular Bio-based Europe Joint Undertaking (CBE JU), il partenariato pubblico-privato europeo. Obiettivo: trasformare i rifiuti agroalimentari in bioplastiche sostenibili, riducendo l'impatto ambientale e favorendo la transizione verso l’economia circolare a base biologica.

Polymers-5B, un consorzio per l'innovazione

Guidato dall'Instituto Superior Técnico para a Investigação e o Desenvolvimento (IST-ID) di Lisbona, il progetto Polymers riunisce 12 partner da tutta Europa tra cui anche, l’italiana NSBProject in qualità di innovation broker. L'obiettivo di Polymers-5B è chiaro: sviluppare bioplastiche a partire da rifiuti agroalimentari come quelli della filiera del pomodoro e delle olive e dei sottoprodotti legnosi poco utilizzati.

Con un finanziamento da 5,6 milioni di euro da parte della CBE JU – che, ricordiamo, è un partenariato tra la commissione EU e il Bio Based Industries Consortium  (BIC), organizzazione privata senza scopo di lucro costituita nel 2013 proprio per rappresentare gli interessi del settore privato nel processo di trasformazione green del continente − Polymers-5B è uno dei 31 progetti varati a fine maggio dalla missione grazie alla dotazione di oltre 215 milioni di euro destinata ai progetti di ricerca e validazione di prodotti soluzioni e processi volti a promuovere la bioeconomia in Europa.

Dalle bioraffinerie alla promozione di nuove filiere agroindustriali, i progetti di ricerca varati a maggio dal CBE JU coinvolgono tanto le industrie chimica, farmaceutica e cosmetica quanto quelle del design, delle costruzioni e dell’agrifood e ridefiniranno nei prossimi quattro anni confini e orizzonti dell’economia biobased.

Foto di gruppo all'evento di lancio del progetto a Lisbona

La nuova tecnologia della biocatalisi

Polymers-5B si distingue dagli altri nuovi progetti in avvio perché si basa sulla tecnologia della biocatalisi per la polimerizzazione di monomeri, un approccio innovativo e sostenibile per la produzione di polimeri, che sfruttando la precisione e l'efficienza degli enzimi realizza processi di sintesi più ecologici e meno costosi.

Tecnologia utilizzata principalmente in ambito sperimentale e in progetti pilota, la biocatalisi non è ancora adottata nell'industria su larga scala, ma progetti come Polymers-5B hanno proprio l’ambizione di riuscire a portare questa tecnologia fuori dai laboratori. In particolare, la finalità di Polymers -5B è testare queste tecnologie al fine di creare nuovi polimeri performanti per le applicazioni specifiche e prototipi per il settore tessile e automotive, e resine e film per l'arredo.

L'economia circolare a base biologica

Con la biocatalisi e la green chemistry, il consorzio intende creare materiali innovativi che imitino le plastiche tradizionali ma con un impatto ambientale notevolmente ridotto. Polymers-5B investirà sulla selezione di monomeri biorinnovabili da scarti di pomodoro, olio d'oliva e polpa di legno. Il progetto non solo mira a sviluppare nuovi materiali, ma anche a implementare processi di estrazione sostenibili, utilizzando tecnologie avanzate come l'intelligenza artificiale. Inoltre, punta a creare filiere circolari e, in ultima analisi, a garantire la sostenibilità ambientale dei prodotti e delle applicazioni finali valutandone il ciclo di vita.

Un esempio concreto degli impatti del progetto lo suggerisce la partecipazione della Bonlex Europe, società trevigiana controllata dal gruppo nipponico C.I. Takiron Corporation e specializzata nella produzione di film decorativi per l'industria del mobile e del design. Bonlex Europe contribuirà al progetto tramite la caratterizzazione dei materiali e la sperimentazione di film a base bio nei componenti per l’arredo e il design d’interni. Polymers-5B così potrebbe avere un notevole impatto nel settore dell'arredamento e aprire nuove opportunità di mercato per i prodotti biobased.


Foto di laboratorio

Verso un futuro sostenibile

L'impatto previsto di Polymers-5B è significativo. La creazione di bioplastiche da rifiuti agricoli non solo ridurrà l'inquinamento da plastica, ma aprirà anche nuove opportunità di mercato per prodotti biobased nella direzione di dare impulso alla bioeconomia europea. Questo progetto rappresenta un passo importante verso la trasformazione del settore delle plastiche, orientandolo verso un futuro più sostenibile e circolare. Nonostante l'entusiasmo per le potenzialità delle bioplastiche, rimangono dubbi sulla capacità delle imprese di cogliere appieno il potenziale dell'innovazione biobased. Il progetto punta a sostenere le politiche di transizione UE e gli impegni globali in materia di bioeconomia e cambiamento climatico.

Polymer-5B è uno dei tre progetti dedicati allo sviluppo di bioplastiche appena avviato e si concluderà nel 2028. Gli altri due, avviati oltre due anni fa, stanno già dando i primi riscontri aprendo prospettive positive per lo sviluppo di una bioeconomia europea, verso la riduzione delle componenti fossili nei materiali − che arriva oggi al 97% − a favore di materiali biobased che arrivano a coprire, secondo la CBE JU, l’1,5% dell’economia.

L'incontro di Lisbona è un'occasione preziosa per pianificare le attività dei prossimi mesi e rafforzare la collaborazione tra i partner di Polymers-5B. L'impegno è di disseminare e capitalizzare i risultati ottenuti, promuovendo una maggiore consapevolezza e adozione delle soluzioni biobased.

 

Immagini: Polymers-5B