C’è differenza tra preparare un tè con acqua di rubinetto o con acqua filtrata? Sì, molta. L’acqua è un ingrediente fondamentale che incide sul sapore e sull’aspetto di un piatto o di una bevanda, ma ha anche un impatto significativo sull’ambiente.
In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, che si celebra il 22 marzo, BRITA, azienda tedesca specializzata nell’ottimizzazione dell’acqua potabile, lancia Be a Gamechanger, la call to action rivolta a cittadini e aziende per diventare protagonisti del cambiamento verso la tutela delle risorse idriche e la lotta contro l’inquinamento da plastica.
L’emergenza plastica e l’inquinamento dei mari
Le principali fonti di inquinamento marino provengono da attività terrestri, mentre la lista dei potenziali inquinanti è vasta e in continua espansione. Tra i più comuni si annoverano sostanze chimiche, plastica e materiali biologicamente attivi, e le bottiglie di plastica sono tra i principali rifiuti che inquinano gli oceani.
Secondo una ricerca del CSA Research, l’Italia è il secondo paese al mondo per consumo di acqua in bottiglia e il primo per la sua produzione. Circa il 43% degli italiani preferisce l’acqua in bottiglia per ragioni che vanno dal gusto alla sfiducia verso la qualità dell’acqua di rubinetto.
Tuttavia, filtrare l’acqua potabile direttamente a casa, nei ristoranti, negli alberghi e negli uffici potrebbe ridurre significativamente il consumo di bottiglie di plastica e vetro, limitando l’impatto ambientale di produzione e smaltimento imballaggi a fine uso.
Water Defenders Alliance: proteggere i mari con azioni concrete
Per affrontare il problema su tutti i fronti, non solo all’origine, BRITA ha avviato una partnership con LifeGate per sostenere il progetto Water Defenders Alliance. Lorenzo Sarvello, Managing Director e direttore generale di BRITA Italia, e Lajal Andreoletti, responsabile dei progetti ambientali di LifeGate, hanno illustrato, in un evento riservato alla stampa, i punti chiave di questa collaborazione.
L’azienda ha adottato due dispositivi di raccolta rifiuti marini in aree critiche: un cestino Seabin presso la Marina Blue Dolphin di Roma Fiumicino e un Trash Collec’Thor nel porto di Venezia Certosa Marina.
Questi strumenti consentiranno di raccogliere circa due tonnellate di rifiuti all’anno, comprese plastiche e microplastiche, evitando che si disperdano in mare aperto. L’impatto sarà equivalente alla rimozione di oltre 130.000 bottigliette di plastica. Per immaginarne la dimensione: se messe in fila, collegherebbero Milano a Roma.
I giornalisti presenti all’evento hanno inoltre potuto vivere un’esperienza immersiva. Attraverso una degustazione di acqua, tisane e infusi, guidata dalla sommelier dell’acqua Elena Scordamaglia del gruppo BRITA, hanno infatti imparato a cogliere le differenze di gusto, colore e olfatto tra acqua di rubinetto e acqua filtrata.
Inoltre, per sentire ancora più da vicino le conseguenze della crisi idrica, un videogioco interattivo è stato messo a disposizione dei partecipanti, per far loro scoprire quale “supereroe della protezione dell’ecosistema” meglio li rappresentasse, restituendo poi suggerimenti su buone pratiche da mettere in atto nella vita quotidiana.
L’impegno di BRITA per la sostenibilità
Con la strategia "Shaping Sustainable Solutions", BRITA ha introdotto il “Planet Contribution Index”, un indicatore chiave di performance (KPI) che misura l’impatto ambientale combinando due fattori: il numero di bottiglie d’acqua risparmiate grazie ai suoi prodotti e le emissioni di CO₂ generate dalle attività aziendali.
A livello globale, BRITA si è posta un obiettivo ambizioso: entro il 2025 punta a evitare l’utilizzo di oltre 6,5 miliardi di bottiglie di plastica e a ridurre la propria impronta di carbonio di un milione di tonnellate di CO₂, contribuendo agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU per il 2030. A oggi, ha già registrato un risparmio di 5,5 miliardi di bottiglie.
L’azienda ha inoltre implementato un sistema di recupero dei filtri esausti attivo a livello globale e specifico dei filtri della linea professionale in Italia. Con un tasso di riciclo superiore al 70% per i rifiuti non pericolosi, dimostra inoltre un impegno concreto verso l’economia circolare. E, infine, dal 2016 sostiene attivamente la Whale and Dolphin Conservation (WDC), contribuendo alla protezione della biodiversità marina.
In copertina: immagine Envato