Quale impatto hanno i fondi PNRR nei territori? Quali sono le principali difficoltà degli enti locali nella gestione di progetti e risorse destinati alla transizione ecologica e digitale? Ma soprattutto, c’è preoccupazione per il definanziamento ai Comuni da 13 miliardi di euro annunciato il 27 luglio scorso dal governo, che ha tagliato fondi destinati a mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, resilienza ed efficienza energetica, verde urbano e rigenerazione?
Nella prima di una serie di interviste condotte da Materia Rinnovabile lungo lo Stivale, lo abbiamo chiesto a Franco Ianeselli, sindaco di Trento. Porta sulle Alpi orientali attraversata dal fiume Adige e dal torrente Fersina, la città conta 119.000 abitanti ed è capoluogo di Regione e dell'omonima provincia autonoma del Trentino-Alto Adige.
Sindaco, quale impatto ha il PNRR sul Comune che amministra?
L’impatto del PNRR sul Comune di Trento è davvero molto importante. Anche tralasciando la circonvallazione ferroviaria per le merci finanziata con circa 1 miliardo di euro ‒ il committente è Rete ferroviaria italiana ‒ l’amministrazione comunale sta gestendo numerosi altri progetti che mobilitano risorse per oltre 50 milioni di euro. Ad oggi il finanziamento del PNRR ammonta a 39 milioni a cui si aggiungono oltre 11 milioni di cofinanziamento comunale.
Qual è l’intervento principale?
Sicuramente la riqualificazione di un’area centrale ‒ un tempo ospitava un gasometro, attualmente è utilizzata come parcheggio ‒ dove sarà costruito un nuovo hub di interscambio con all’interno la nuova stazione delle autocorriere, un parcheggio pertinenziale, spazio per le biciclette e, sulla copertura, un grande giardino-parco sospeso di circa 5 mila metri quadrati.
Questo intervento di rigenerazione urbana ispirato ai principi della transizione ecologica costituisce il primo lotto del potenziamento dell’attuale centro intermodale della città. I suoi poli sono l’attuale stazione dei treni, quella nuova delle autocorriere e la partenza della futura funivia per Sardagna e il Monte Bondone. Il progetto dell’hub intermodale, che è stato già appaltato, è finanziato dal PNRR con 20 milioni di euro.
Il suo Comune corre rischi riguardo il definanziamento da 13 miliardi di euro annunciato dal Governo a fine luglio?
La stragrande maggioranza dei nostri progetti è in fase avanzata. Per l’hub intermodale sono già stati appaltati la progettazione e i lavori, per quanto riguarda le ciclabili (10 nuove piste per una lunghezza totale di circa 6 km) abbiamo già molti cantieri aperti.
L’altro grande progetto riguardante la riqualificazione energetica e strutturale delle piscine storiche della città (il centro sportivo Manazzon, quasi 7 milioni di euro di investimento) prevede l’inizio dei lavori in autunno. Lo stesso vale per altri progetti nell’ambito del welfare o della transizione digitale o degli asili nido: si tratta di opere o iniziative già avviate, dunque, non voglio neppure pensare che i fondi possano non essere più disponibili, tanto più che la struttura comunale ha fatto l’impossibile per rispettare le scadenze strettissime del PNRR e sono già stati firmati molti contratti con le imprese.
Servirebbero ulteriori risorse?
Una delle partite più importanti di questi ultimi anni riguarda il ripensamento della mobilità che a Trento è complicata da una situazione orografica peculiare: la città presenta un fondovalle molto esteso in lunghezza, da nord a sud, circondato da una serie di sobborghi collinari o montani. Da qui l’esigenza di connettere meglio il territorio con il raccordo dei vari tronconi della rete ciclabile e il ripensamento del trasporto pubblico.
Il PNRR finanzia con 4,7 milioni il rinnovo delle flotte dei bus, in più stiamo studiando il potenziamento della ferrovia, una nuova linea di tram e il collegamento a fune tra la città e il monte Bondone, l’Alpe di Trento. Dunque, certo, in caso di disponibilità di nuove risorse, avremmo già le idee chiare e i progetti a buon punto. Non solo in tema di mobilità, anche per quanto riguarda per esempio il recupero di edifici dismessi o iniziative riguardanti il welfare e la carenza di alloggi in affitto per famiglie e lavoratori, altra questione importante che stiamo cercando di affrontare.
Quali sono state le principali difficoltà affrontate nella gestione dei fondi PNRR?
La questione del personale è sicuramente importante: a causa del blocco del turn over degli anni passati, anche la nostra amministrazione comunale si è impoverita e non è stato semplice far fronte agli adempimenti richiesti dal PNRR e nello stesso tempo gestire l’attività ordinaria. Tra l’altro la situazione è complicata dal fatto che oggi il posto pubblico non è più considerato appetibile come un tempo sicché anche con i nuovi concorsi non sempre riusciamo a coprire tutte le posizioni disponibili.
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