L’Europa ha deciso alzare l’asticella delle ambizioni portando l’obiettivo di efficientamento energetico all’11,7% entro il 2030. L’accordo, siglato all’Europarlamento durante il trilogo del 10 marzo, prevede che i Paesi membri riducano annualmente l’1,5% del consumo totale di energia. La revisione della Energy Efficiency Directive del 2021 era stata annunciata come parte del pacchetto Fit For 55 per raggiungere più agilmente la neutralità climatica e ridurre la dipendenza energetica dalla Russia.
Obiettivo di risparmio energetico raddoppiato
In base all'accordo, l'obbligo di risparmio energetico annuale, che era stato fissato a 0,8%, è quasi raddoppiato per garantire la fattibilità dei target climatici europei. Le disposizione della direttiva andranno ad incidere soprattutto sui settori più energivori come l'edilizia, l'industria e i trasporti.
“Risparmiare energia è un passo fondamentale per salvare il pianeta - ha dichiarato Frans Timmermans, vice presidente della Commissione europea al termine del negoziato durato 16 ore - Ora abbiamo bisogno che l'efficienza energetica diventi una parte ancora più sistemica della nostra società, e questa direttiva rivista ci aiuta a farlo”.
L'accordo sul target dell’11,7% è il risultato di un compromesso tra gli Stati che sostenevano un obiettivo del 9% e l’ambizioso 14,5% del Parlamento. Un accordo che ha reso gli ambientalisti tutt’altro che soddisfatti: “Dopo lunghi negoziati il risultato della revisione della direttiva è deludente - ha dichiarato Verena Bax, esperta di risparmio energetico presso il Climate Action Network Europe - L’obiettivo di efficienza energetica concordato dai politici non riflette l'attuale crisi dei combustibili fossili che stiamo vivendo”.
Le nuove regole sui consumi energetici tra pubblico e privato
Le norme riviste attribuiscono una maggiore responsabilità al settore pubblico nell'aumentare l'efficienza energetica. Gli appalti pubblici di prodotti, servizi, edifici e opere dovranno seguire rigorosi criteri di risparmio. Inoltre è stato introdotto l'obbligo per i Paesi membri di rinnovare ogni anno almeno il 3% della superficie totale degli edifici di proprietà della pubblica amministrazione a livello regionale e locale. Sempre per gli enti pubblici, infine, è stato introdotto un nuovo obiettivo di riduzione del consumo energetico annuale dell'1,9%.
Ma la nuova direttiva incoraggerà anche le imprese a ridurre i consumi. In primo luogo, i sistemi di gestione dell'energia diventeranno un obbligo per tutti i settori più energivori. Tutte le imprese, comprese le PMI, che superano gli 85TJ di consumo energetico annuo, dovranno implementare un sistema di gestione dell'energia (energy management system). Per la prima volta viene introdotto anche uno schema di rendicontazione delle prestazioni energetiche.
Supporto a chi soffre di povertà energetica
Secondo le regole concordate, i Paesi dell'UE dovranno anche promuovere piani di riscaldamento e raffreddamento locali nei grandi Comuni con popolazione superiore a 45.000 abitanti. Inoltre, con la revisione saranno gradualmente inclusi requisiti minimi sul teleriscaldamento e teleraffreddamento con l’obiettivo di raggiungere una completa decarbonizzazione entro il 2050.
Per la prima volta la direttiva menziona la povertà energetica. “Gli Stati membri dovranno ora attuare misure di efficientamento dando priorità alle persone maggiormente colpite dalla povertà energetica, le famiglie a basso reddito e le persone che vivono nei social housing”, si legge nel comunicato.
Kadri Simson, Commissario dell’energia, ha sottolineato che le nuove disposizioni sulla povertà energetica garantiranno che la transizione verso un'energia pulita sia accessibile a tutti, compresi i più vulnerabili.
Immagine: Johannes Plenio (Unsplash)