Il 27 luglio scorso il governo comunicava ai comuni italiani un taglio ai fondi PNRR da 13 miliardi di euro. Risorse preziose per gli enti locali, la cui rimodulazione ha colpito principalmente quei progetti (spesso già avviati) destinati a rigenerazione urbana, efficienza energetica, nonché mitigazione e adattamento al cambiamento climatico.
Così, per scoprire quali sono le reazioni dei territori, Materia Rinnovabile sta compiendo un viaggio nella penisola. Dopo la prima tappa nel comune di Trento, siamo scesi verso Sud per intervistare Gian Carlo Muzzarelli, sindaco di Modena.
Gian Carlo Muzzarelli, sindaco di Modena. Photo credit: Comune di Modena
Sindaco, qual è lo stato di avanzamento dei principali progetti finanziati con fondi PNRR a Modena?
Stiamo rispettando i tempi previsti per i cantieri, con alcuni che partono proprio in queste settimane, andando in molti casi a completare interventi di rigenerazione urbanistica già avviati: dalle ex Fonderie, dove sorgerà il Dast, un Distretto per l’accelerazione e lo sviluppo della tecnologia, al secondo stralcio dell’ex Enel, con il nuovo Teatro delle Passioni e la sede di Ert.
A questi vanno sommati gli alloggi di edilizia residenziale del Pinqua, il Piano per la qualità dell’abitare che prevede anche il parco dell’inclusività, interventi sulla mobilità nell’area nord e sul parco XXII Aprile, lo scambio intermodale, la videosorveglianza e la sede del nuovo Centro per l’impiego. Abbiamo sviluppato il programma Next Generation Modena ottenendo finanziamenti per circa 77 milioni di euro con interventi anche nell’ambito dell’impiantistica sportiva (piscine, baseball e uno skate park), del welfare e della scuola, della mobilità sostenibile.
Quali sono gli impatti del taglio di 13 miliardi di euro ai fondi Pnrr annunciato dal Governo?
Il definanziamento impatta a Modena per 24 milioni di euro (e altri 2,3 milioni del Fondo opere indifferibili), con progetti che abbiamo già appaltato, come appunto le ex Fonderie e l’ex Enel, o addirittura, in alcuni casi, già realizzato. Abbiamo chiesto al ministro Piantedosi, in visita a Modena il 1° agosto, garanzie affinché non ci siano né incertezze né ritardi nei soggetti attuatori e sia assicurato il diritto ai finanziamenti. Noi abbiamo rispettato tutte le tempistiche, e il processo di riqualificazione e rigenerazione del territorio non può fermarsi.
Immagine di progetto della riqualificazione Ex Fonderie. Photo credit: Comune di Modena
Quali sono le priorità per il territorio comunale che amministra?
La rigenerazione urbanistica, l’ambiente e la sostenibilità energetica, la mobilità dolce (con piste ciclabili e hub intermodali), i bus a idrogeno, i nuovi bisogni del welfare e del sistema scolastico sono tra le principali chiavi di lettura del programma Next Generation Modena.
Con questo programma abbiamo definito i progetti da candidare al Pnrr o ad altre opportunità di fondi europei e nazionali con l’obiettivo anche di completare interventi di rigenerazione già avviati. Ma sempre tenendo ben presente che queste risorse coprono gli investimenti, mentre la gestione delle strutture sarà a carico dell’ente locale: ci pagano i muri, insomma, ed è già un elemento significativo, ma dobbiamo valutare la sostenibilità organizzativa e finanziaria dei servizi che vi troveranno posto.
Servirebbero ulteriori risorse?
L’aumento dei costi delle materie prime ha comportato la necessità di integrare con risorse comunali molti degli interventi finanziati dal Pnrr: abbiamo recuperato i fondi dal nostro bilancio perché si tratta di investimenti prioritari per la città, per migliorarne la qualità e contribuire a creare buona occupazione. Ma certo sarebbero preziose altre risorse per sostenere progetti rimasti esclusi dal Pnrr o come ulteriore garanzia per la gestione delle strutture che stiamo realizzando.
Immagine di progetto della riqualificazione Ex Enel. Photo credit: Comune di Modena
Quali sono, secondo lei, i principali aspetti che rallentano la realizzazione dei progetti Pnrr in Italia?
La Pubblica amministrazione, dopo anni di assunzioni bloccate, sconta alcuni limiti rispetto alla capacità manageriali e all’attenzione all’innovazione. Le procedure del Pnrr, poi, sono complesse e non sempre i ministeri sono riusciti a mettere gli enti locali nelle migliori condizioni per lavorare. Avere costituito negli anni una struttura abituata a gestire progetti e fondi europei ci ha agevolato ed è risultata essere un punto di riferimento anche per altri Comuni del territorio, ma ha pesato anche per noi la carenza di personale tecnico, così come l’esigenza di un aggiornamento di quello amministrativo alle procedure europee e alle recenti regolamentazioni, per esempio il nuovo Codice degli appalti.
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