Una media di 705 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia lineare. Quasi la metà di questi è costituita da oggetti come mozziconi, tappi e coperchi in plastica, materiali da costruzione e demolizione e stoviglie usa e getta in plastica. È questo il risultato dell’ultima indagine Beach Litter realizzata da Legambiente su 33 spiagge di 12 regioni della penisola italiana.

A preoccupare Legambiente è il dato specifico sui prodotti in plastica monouso banditi dalla direttiva europea Single Use Plastics (SUP), in vigore in Italia dal 14 gennaio 2022 e che, insieme alle reti e attrezzi da pesca e acquacoltura, rappresentano ancora il 56,3% del totale dei rifiuti monitorati nel 2024.

In circa 179.000 metri i volontari hanno raccolto e catalogato 23.259 rifiuti. Sul podio dei materiali più diffusi sulle spiagge monitorate c’è sempre la plastica con il 79,7% degli oggetti rinvenuti. Seguono vetro e ceramica con il 6,6%, il metallo presente per il 4,5% e carta/cartone con il 2,9%.  

Ma c’è una buona notizia. Utilizzando il Clean Coast Index (CCI), un indicatore utile per determinare il “grado di pulizia” delle spiagge in modo immediato e oggettivo, solo il 6,6% delle spiagge monitorate è risultato come “spiaggia sporca” o “molto sporca”. Un dato positivo rispetto al passato, segno che le campagne di sensibilizzazione avviate in questi anni stanno dando i primi risultati.

 

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Immagine: Naja Bertolt, Unsplash

 

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