Per garantire la sicurezza militare ed economica dell’UE, la Commissione europea vuole rivitalizzare l’industria siderurgica e metallurgica, in evidente declino a causa dell’impennata delle bollette energetiche, delle distorsioni di mercato che ne hanno minato la competitività e l’imposizione dei dazi statunitensi.

Oltre a rifornire di componenti l’automotive e il settore clean tech, l’acciaio e i metalli strategici come rame e nickel sono materie prime essenziali per produrre nuovi carri armati, sistemi di artiglieria e aerei da caccia.

Ma secondo l’organo esecutivo UE, l’industria pesante non ha la capacità sufficiente per soddisfare la futura domanda. Così, la strategia battezzata Action Plan on Steel and Metals, presentata a Bruxelles lo scorso 19 marzo, mira a colmare questo gap, attraverso la promozione del riciclo, il mantenimento e l’espansione della capacità produttiva e interventi normativi che aumentino competitività del settore, soprattutto in ottica di decarbonizzazione.

“L'Europa è iniziata con l'acciaio”, ha dichiarato il commissario UE per l’industria Stéphane Séjourné, riferendosi alla nascita della Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA), per molti storici il trattato commerciale che sancì l’inizio simbolico dell’Unione Europea che conosciamo oggi. “Dobbiamo salvarlo per la nostra economia e per i lavoratori.”

Tra le azioni annunciate da Séjourné c’è il potenziamento dal 1° aprile dell’attuale clausola di salvaguardia, misura che punta a proteggere il mercato dell’acciaio europeo da un aumento significativo delle importazioni. Bruxelles vuole ridurre del 15% l’import e non esclude di introdurre una clausola anche per l’alluminio.

Per impedire agli esportatori di aggirare le misure, la Commissione valuterà anche l’introduzione della regola “melted and poured” per determinare l’origine dei prodotti metallici.

La crisi dell’industria pesante

Il piano, riassunto in un documento di 19 pagine, ribadisce il ruolo centrale dell’industria dell’acciaio e di metalli come rame, alluminio e nickel per la sicurezza economica e la stabilità sociale continentale.

Ma mentre la produzione europea di acciaio e rame è ancora in grado di coprire la maggior parte della domanda interna dell'UE, quella di alluminio e nichel invece faticano a stare al passo, soprattutto in vista del crescente fabbisogno.

Il tutto in un contesto economico difficile, tra la sovracapacità globale dettata dal mercato asiatico che ha ridotto i margini di profitto e la mancanza di incentivi dedicati ai prodotti siderurgici e metallurgici riciclati e decarbonizzati.

“Lo scorso dicembre il gruppo tedesco ThyssenKrupp ha annunciato piani per 11.000 licenziamenti”, si legge nel documento. “A novembre ArcelorMittal ha posticipato i suoi investimenti di decarbonizzazione in tutta Europa e Liberty Ostrava ha annunciato bancarotta in Repubblica Ceca.”

Il rischio di deindustrializzazione minaccia in particolare le aziende di alluminio, che negli ultimi anni hanno perso una fetta importante di capacità produttiva. Nonostante soddisfi ancora quasi completamente la domanda interna, anche le acciaierie non se la passano bene. L’attuale produzione di acciaio europea è ormai in calo dal 2017, passando da 160 milioni di tonnellate a 126 nel 2023.

I piani di decarbonizzazione e le misure anti greenwashing

L’industria siderurgica è responsabile di circa l’8% delle emissioni di CO₂ totali generate in Europa. Nonostante le difficoltà di elettrificazione e gli investimenti nella decarbonizzazione fatichino a decollare, alle imprese ad alta intensità energetica conviene puntare sull’energia pulita.

La proposta di Bruxelles per ridurre le bollette energetiche si intreccia con l’Action Plan for Affordable Energy che promette sgravi fiscali e agevolazioni per stipulare i cosiddetti Power Purchase Agreements (PPA), contratti privati di lunga durata (pluriennale) per l’acquisto di energia elettrica rinnovabile a un prezzo prestabilito.

Anche l'idrogeno viene considerato come un fattore chiave di decarbonizzazione. In ottica finanziaria Bruxelles vuole usare la European Hydrogen Bank come strumento per sbloccare investimenti e scalarne la produzione. Il mercato di prodotti siderurgici e metallurgici a basso impatto climatico verrà invece stimolato da nuovi criteri di sostenibilità nell’ambito del Public Procurement.

Ci sono importanti novità anche sul Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM), soprattutto in ottica anti greenwashing. La Commissione estenderà la carbon tax anche a prodotti specifici realizzati in acciaio e alluminio. Ciò stroncherebbe quello che i gruppi industriali considerano un espediente per eludere il meccanismo.

La nuova strategia sembra convincere l’industria: "Siamo soddisfatti che la Commissione abbia riconosciuto l'importanza strategica dell'industria siderurgica europea per la sovranità, la sicurezza e la competitività dell'UE", ha dichiarato Henrik Adam, presidente dell'associazione dei produttori di acciaio Eurofer. Sono meno soddisfatte, invece, le organizzazioni ambientaliste che lamentano di non essere state coinvolte a sufficienza durante la redazione del piano.

 

In copertina: immagine Envato