Mediobanca ha annunciato un’offerta pubblica di scambio volontaria (OPS) sul 100% delle azioni di Banca Generali. Questa operazione, lanciata oggi, lunedì 28 aprile 2025, ha un valore complessivo di 6,3 miliardi di euro, da pagare interamente in azioni.
L'obiettivo principale del gruppo Mediobanca è raddoppiare i ricavi nella divisione wealth management, che si occupa dei risparmi dei clienti, e rafforzare questa attività come principale business del gruppo, in linea con il piano strategico One Brand-One Culture. Se l'operazione andasse a buon fine, nascerebbe un colosso italiano nella gestione dei risparmi.
La proposta arriva a pochi mesi di distanza dal tentativo di Banca Monte dei Paschi di Siena (MPS) di acquisire Mediobanca, respinto a gennaio (un “risiko bancario” iniziato con Unicredit e l’OPS per Banco BPM). Pertanto, con quest’offerta la banca punta anche a scoraggiare eventuali nuove mire di MPS su Mediobanca.
La reazione di Banca Generali e i possibili vantaggi
Banca Generali risponde definendo la mossa non concordata ma comunque non ostile. Se questa accettasse l’offerta, Mediobanca raggiungerebbe subito 4,4 miliardi di euro di ricavi (contro i 3,7 miliardi previsti a giugno 2025, quando il gruppo chiude il bilancio) e 1,5 miliardi di utili, cioè il guadagno netto (rispetto ai 1,3 miliardi previsti a giugno 2025).
Anche Banca Generali ne potrebbe ricavare dei vantaggi. Nell’offerta di Mediobanca, il rapporto di cambio è di 1,70 azioni di Generali per ogni azione di Mediobanca. Il prezzo implicito è di 54,17 euro per azione, con un premio dell'11,4% rispetto al prezzo delle azioni il 25 aprile, prima dell’annuncio. In più, l’offerta include un 6,5% di premio rispetto al prezzo medio delle azioni negli ultimi tre mesi.
“Una forte partnership industriale”
L’assemblea degli azionisti, che dovrà approvare l’operazione, è convocata per il 16 giugno 2025. Se le due banche dovessero aggregarsi, gestirebbero un importo totale di circa 210 miliardi, con ricavi nel wealth management per 2 miliardi e capacità di crescita per oltre 15 miliardi annui. La fusione tra i gruppi potrebbe poi contare su una rete complessiva di oltre 500 uffici (200 quelli di Mediobanca, 300 di Banca Generali) presente in tutta Italia con circa 3.500 wealth management advisor.
“L’unione completa il percorso di trasformazione iniziato oltre 10 anni fa quando, alla progressiva vendita del portafoglio partecipazioni, si è affiancato l’avvio delle attività di wealth management e il forte potenziamento di quelle di investment banking e credito al consumo” ha commentato Alberto Nagel, l’amministratore delegato di Mediobanca.
Inoltre, consente “l'evoluzione del rapporto tra Mediobanca e Generali che da finanziario si trasforma in una forte partnership industriale”. L’operazione, secondo Nagel, contribuirebbe a creare un gruppo “diversificato, focalizzato in business con prospettive di crescita ben superiori al mercato, a basso assorbimento di capitale e capaci di produrre ricavi e utili visibili e ricorrenti”.
In copertina: foto di Riccardo Fraccarollo, Pexels