Una piattaforma per calcolare l’impronta di carbonio dei materiali in Mater-Bi: questa la novità elaborata da Novamont, società leader della bioeconomia con sede a Novara. La piattaforma, messa a punto con il supporto metodologico di Deloitte Climate&Sustainability, deve ancora passare le ultime verifiche da parte di Certiquality. “Abbiamo sviluppato questo strumento per aiutare i nostri partner a essere maggiormente competitivi e offrire numeri, ottenuti con uno strumento messo a punto con la collaborazione di un ente terzo, Deloitte, verificabili e quindi affidabili in termini di prestazioni ambientali”, ha commentato Alessandro Ferlito, direttore commerciale di Novamont.
Cos’è il Mater-Bi
Mater-Bi è il nome di un tipo di bioplastica brevettata e commercializzata da Novamont. Si tratta di una famiglia di materiali compostabili e biodegradabili in suolo che sono realizzati tramite l’integrazione di bioraffinerie europee. Tra le sue caratteristiche più rilevanti, vi è la somiglianza con le plastiche tradizionali. Esempi di prodotti in Mater-Bi sono sacchetti per la spesa, imballaggi alimentari, piatti, posate e bicchieri monouso.
I materiali in Mater-Bi, ottenuti da una serie di tecnologie proprietarie e prime al mondo nel campo degli amidi, delle cellulose, degli oli vegetali e delle loro combinazioni, vengono realizzati attraverso una filiera integrata che coinvolge ben tre siti produttivi italiani. Tutti i gradi di Mater-Bi sono dichiarati da Novamont certificati secondo le principali norme europee e internazionali presso enti di certificazione.
Come calcolare l’impronta di carbonio del Mater-Bi
Lo strumento elaborato da Novamont e Deloitte prevede che inserendo i dati di processo connessi con la produzione del singolo prodotto in Mater-Bi, le aziende di trasformazione, clienti di Novamont, potranno sapere il valore che corrisponde all’impronta di carbonio generata dal manufatto. Con il termine “dati di processo” ci si riferisce all’utilizzo del Mater-Bi, al consumo energetico e idrico per produrlo, all’utilizzo mezzi di trasporto, infine alla produzione e allo smaltimento dei suoi rifiuti.
In questo modo, i clienti e gli utilizzatori finali potranno avere più consapevolezza dell’impatto ambientale dei singoli prodotti, in linea con gli obiettivi prefissati dalla proposta di Direttiva Green Claims che interviene sull’affidabilità e la verificabilità delle informazioni divulgate dalle aziende sui meriti ambientali dei prodotti, e con gli obblighi di rendicontazione delle emissioni di scopo 3 previsti dalla Direttiva CSRD.
Immagine: Novamont