Martedì 9 Gennaio è diventato operativo il primo programma sperimentale per il recupero delle plastiche nei fiumi. L’iniziativa fa parte del primo decreto-legge attuativo della Legge Salvamare che prevede di contrastare l’inquinamento da plastica nei mari italiani. I fondi stanziati sono pari a 2 milioni di euro e serviranno per la costruzione di barriere galleggianti per il recupero delle plastiche nei fiumi Tevere, Aniene e del fiume Platani, nell’Agrigentino. Della somma totale oltre 100.000 euro sono invece destinati alla raccolta di dati, tramite satelliti e droni, sull’inquinamento da plastica nel Po.

La viceministro all'Ambiente e alla sicurezza energetica Vannia Gava ha dichiarato che l’iniziativa è di durata triennale e prevede interventi strutturali direttamente sui corsi d'acqua per la cattura, rimozione e gestione dei rifiuti plastici galleggianti e campagne di sensibilizzazione, in sinergia con le Autorità di bacino distrettuali.

“Il Decreto attuativo sul recupero delle plastiche dai fiumi è un punto fondamentale della Legge Salvamare”, ha scritto in un comunicato stampa Rosalba Giugni, presidente della Fondazione ambientalista Marevivo che da anni si batte per l’approvazione della Legge Salvamare e dei suoi decreti attuativi. “Oltre l’80% dei rifiuti presenti in mare arriva proprio dai fiumi. È da qui che si inizia a proteggere il mare. Questo decreto stanzia i fondi necessari al programma sperimentale che vuol dire poter partire immediatamente nella sua attuazione affinché si abbia un impatto concreto sin da subito. Il mare ha aspettato fin troppo.”

Ora la fondazione chiede che siano resi attuativi quei decreti che consentirebbero di stabilire i criteri e le modalità con cui i rifiuti pescati dal mare possano essere riusati, recuperati e riciclati.

 

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Immagine: Naja Bertolt Jensen, Unsplash