Per ridurre le emissioni di carbonio serve un intervento tempestivo, entro il prossimo decennio, ed è inoltre necessario introdurre nuove tasse sull’inquinamento da gas climalteranti. Questa è l’opinione della maggioranza delle persone intervistate da IPSOS per Earth for All in un’indagine condotta in 18 paesi tra le maggiori economie mondiali. Inclusa l’Italia, dove la percentuale degli intervistati che crede nella necessità di un intervento immediato e su larga scala contro il riscaldamento globale arriva al 62%.

L’indagine ha coinvolto 22.000 persone intervistate su tematiche legate alla necessità di cambiamenti economici e politici. In alcuni casi, le domande non sono state poste in Cina, e le indagini hanno quindi coinvolto solo 17 paesi. Le interviste sono state condotte online su campioni rappresentativi della popolazione nazionale (per quanto concerne età, genere, provenienza e condizione lavorativa) tra il 5 marzo e l’8 aprile 2024.

Rivedere le priorità economiche e riformare i governi

Secondo il 68% degli adulti intervistati in 17 paesi, sono necessarie nuove misure di tassazione più elevate sul patrimonio dei più ricchi come mezzo per finanziare i cambiamenti dell’economia e degli stili di vita dei cittadini. La stessa percentuale, infatti, concorda sul fatto che l’economia dovrebbe dare priorità alla salute e al benessere delle persone e della natura, anziché al profitto e alla ricchezza. Tra i settori che godono maggiormente del sostegno dei cittadini figurano le iniziative per l’energia verde, l’assistenza sanitaria universale e il rafforzamento dei diritti dei lavoratori.

Il 65% delle persone intervistate nei 17 paesi ritiene che vi sia la necessità di cambiamenti importanti nel proprio sistema politico nazionale (36%) o che quest’ultimo debba essere riformato completamente (29%). Inoltre, una percentuale analoga (67%) afferma che il sistema economico del proprio paese necessiti di grandi cambiamenti (41%) e di una riforma completa (27%).

“Questo sondaggio dimostra ancora una volta che la maggioranza dei cittadini dei paesi del G20 ritiene che sia giunto il momento di un'economia che offra maggiore benessere, più soluzioni climatiche e meno disuguaglianze”, ha dichiarato Sandrine Dixson-Declève, presidente esecutiva di Earth4All e copresidente del Club di Roma. “Ma i risultati mostrano anche una mancanza di fiducia nei confronti dei governi, soprattutto in Europa. Con le recenti elezioni europee che si sono spostate verso la destra radicale, dobbiamo chiedere ai governi di rendere conto dell'introduzione di un'economia che sia al servizio delle persone e del pianeta allo stesso tempo.”

Più equità e democrazia

Dal sondaggio emerge inoltre che anche proposte tendenzialmente meno popolari, come il reddito di base universale e gli investimenti nelle assemblee dei cittadini volte al rafforzamento della democrazia, raccolgono il sostegno di circa metà delle persone intervistate. Per quanto riguarda l’Italia, il 71% si dichiara a favore di misure fiscali che tassino l’inquinamento per i gas climalteranti, anche come strumento per redistribuire le risorse più equamente.

Commenta così Owen Gaffney, co-leader dell'iniziativa Earth4All: "I risultati del nostro sondaggio forniscono un chiaro mandato da parte delle persone dei paesi del G20 intervistate: ridistribuire la ricchezza. Una maggiore uguaglianza costruirà democrazie più forti per guidare una trasformazione equa per un pianeta più stabile".

Il consenso per una tassa patrimoniale sui ricchi è più alto in Indonesia (86%), Turchia (78%), Regno Unito (77%) e India (74%), mentre è più basso in Arabia Saudita (54%) e in Argentina (54%). I cittadini sostengono inoltre la necessità di una maggiore tassazione progressiva sul reddito e aliquote fiscali più elevate per le grandi imprese.

In Italia manca la fiducia nel futuro

L’obiettivo del sondaggio era comprendere gli atteggiamenti di cittadine e cittadini di diversi paesi nei confronti delle trasformazioni della società, dei sistemi politici ed economici e della gestione delle risorse planetarie. Per questo motivo, è stato anche chiesto alle persone il loro grado di ottimismo riguardo alle prospettive future.

Il risultato è che, mediamente, il 62% dei cittadini dei 18 paesi è ottimista sul proprio futuro, ma solo il 44% lo è per il futuro del proprio paese. La percentuale scende ulteriormente, anche se di poco, per chi si dichiara ottimista sul futuro del mondo: solo il 38% delle persone intervistate. Tra i più ottimisti troviamo le popolazioni di Indonesia, Messico, Brasile, India, Cina e Arabia Saudita. Tra coloro che lo sono meno quelle di Giappone e Corea del Sud.

In Italia, solo il 31% delle persone intervistate è ottimista sul proprio futuro personale. Ma non è l’unico valore a distaccarsi rispetto alla media. Gli intervistati italiani, come emerge dal fatto che solo il 25% del campione non ha fiducia nella politica né nel fatto che il governo nazionale prenda decisioni che creino effettivamente benefici per la maggioranza del paese.

 

Immagine: Envato