“Gli incendi di Los Angeles sono l’ennesimo, brutale monito di quanto devastanti possano essere le conseguenze dei rischi climatici”, dice a Materia Rinnovabile Gill Einhorn, a capo della task force innovazione e trasformazione del Centre for Nature and Climate del World Economic Forum (WEF). “Man mano che raggiungiamo nuovi record di temperatura, i rischi diventano sempre più frequenti e severi non solo per l’ambiente, ma anche per le imprese e l’intera società.”

Trovare soluzioni per creare le basi di un’economia sostenibile e resiliente è quindi più urgente che mai. Caso vuole che proprio a dicembre 2024, nemmeno un mese prima del divampare delle fiamme in California, il WEF abbia pubblicato il report Business on the edge: Building industry resilience to climate hazards, di cui Gill Einhorn è co-autrice. Oltre a fornire un’analisi dettagliata di come e quanto i rischi climatici minaccino i vari settori industriali e produttivi, il report esplora le strategie aziendali capaci di aumentare la resilienza, corredate da case study che chiamano in causa compagnie come Unilever, Hitachi, Cisco e molte altre.

Dalla decarbonizzazione alla protezione dei sistemi naturali e fino agli investimenti nell’adattamento al cambiamento climatico, per la prima volta imprese, esperti del rischio e investitori hanno in mano uno strumento pragmatico per operare scelte che consentano di salvaguardare i profitti, ridurre i costi e tutelare lavoratori e comunità locali, sostenendo nel contempo gli ecosistemi su cui il tessuto socio-economico stesso poggia.

Gli impatti finanziari dei rischi climatici

Le cifre snocciolate dal report parlano chiaro, fin dalle prime pagine. A livello globale, i costi degli eventi estremi attribuibili in parte o in toto al cambiamento climatico sono stimati a 143 miliardi di dollari all’anno per i prossimi due decenni. Negli Stati Uniti, il costo dei disastri climatici su larga scala è passato dai 21,8 miliardi di dollari all’anno degli anni Ottanta ai 123,2 miliardi all’anno degli ultimi cinque anni. E ancora, in Europa gli eventi meteorologici estremi degli ultimi quarant’anni hanno causato perdite economiche di circa 500 miliardi di euro.

Partendo da queste premesse, il documento mette sul piatto le perdite di immobilizzazioni stimate da qui al 2055 per le società quotate: considerando tre scenari di emissioni (basse, medie, alte), la curva va dai 560-610 miliardi di dollari all’anno in meno nel 2035 agli 830-1.070 miliardi in meno nel 2055. A livello globale, il caldo estremo è la principale minaccia: il 72-73% delle perdite totali al 2035 sono attribuite dal report WEF a questo rischio climatico. Stress idrico, inondazioni e siccità rappresentano altre serie minacce.

“Gli incendi sono solo uno dei rischi climatici a cui le imprese saranno sempre più spesso esposte, ma ce ne sono molti altri”, ricorda Gill Einhorn. “Basti pensare alle recenti alluvioni che hanno colpito Spagna e Germania o alle ondate di calore registrate in India e Arabia Saudita. Secondo la nostra analisi, gli incendi rappresentano un rischio relativamente basso per le società quotate: meno dell’1% delle perdite di immobilizzazioni previste al 2035. Va però detto che le condizioni che favoriscono gli incendi, come il caldo estremo e lo stress idrico, sono rischi che incidono in modo molto significativo sulle imprese.”

Gli incendi di Los Angeles mostrano in modo eclatante, e forse più facile da cogliere, quanto siano devastanti le conseguenze dei rischi climatici. Questo chiama in causa l’urgenza di una collaborazione tra governi, imprese e scienza per comprendere e gestire meglio i rischi, trovando soluzioni concertate per una maggiore resilienza dell’economia e della società. Il WEF analizza in dettaglio alcuni sistemi terrestri vicini a raggiungere i tipping points, ossia i punti di non ritorno: collasso delle calotte glaciali terrestri (Groenlandia e Antartide), fusione dei ghiacci marini, scomparsa delle barriere coralline, collasso dell’AMOC, disgelo del permafrost. Ogni scheda, corredata da infografiche, evidenzia quali sono le implicazioni e i rischi climatici associati all’alterazione di questi sistemi terrestri, e quali le conseguenze socio-economiche.

Navigare tra i rischi climatici: dai report al meeting di Davos

Le perdite di redditività associate a rischi climatici, riporta il WEF, sono destinate a salire a circa il 7% degli utili entro il 2035. Con un impatto finanziario ancora più alto, che potrebbe persino superare il 20%, in alcuni settori come le telecomunicazioni, i servizi di pubblica utilità e il turismo. “Non c’è tempo da perdere”, sottolinea Gill Einhorn. “Le imprese devono sviluppare al più presto strategie aziendali per l’adattamento e la resilienza. Agendo oggi, si possono evitare perdite future. Qualche esempio? Le tecniche di agricoltura rigenerativa, la generazione on-site di energia da rinnovabili, i sistemi di allerta precoce, le infrastrutture resilienti ai cambiamenti climatici.”

Già oggi, le società che investono nell’adattamento e nella resilienza riportano un ritorno economico che va dai 2 ai 19 dollari per ogni dollaro investito. Per aiutare gli imprenditori a navigare nel mare tempestoso dei rischi climatici, offrendo persino strumenti e raccomandazioni per trasformarli in opportunità, sempre a dicembre 2024 il WEF ha pubblicato anche un altro report, The cost of inaction: A CEO guide to navigating climate risks.

Molte delle questioni affrontate dai due report sono in discussione proprio in questi giorni, dal 20 al 24 gennaio, con imprenditori e decision-maker al meeting annuale del WEF a Davos, al fine di delineare possibili soluzioni e strategie d’azione. Una curiosità: per rendere un po’ meno sfumati i contorni della crisi climatica e ambientale e dei suoi effetti sull’economia e la società, sarà possibile fare un tuffo nel metaverso con la simulazione Tipping Points Hub, che permetterà di toccare con mano gli impatti di un aumento della temperatura globale di 1,5 °C sui tipping points dei sistemi terrestri e sperimentare in tempo reale (e spazio virtuale) come le alterazioni degli ecosistemi si ripercuotono sulle imprese.

 

In copertina: immagine Envato