A Imola, nel cuore della Motor Valley italiana, il Gruppo Hera ha inaugurato il primo impianto nel suo genere a livello europeo in grado di rigenerare la fibra di carbonio su scala industriale. Incrementerà la circolarità di diversi settori strategici italiani, dall’automotive all’aerospaziale, dalla nautica all’arredo, fino al tessile e alla moda.

I benefici delle fibre di carbonio riciclate

Ribattezzato Fib3r, all’insegna delle tre “R” circolari – recover, reduce, reuse −, l’impianto di Hera sarà in grado di rigenerare 160 tonnellate di fibra di carbonio ogni anno, mantenendo inalterate le caratteristiche di leggerezza e resistenza.

Rispetto a quella vergine, la fibra di carbonio riciclata del Gruppo Hera inoltre garantirà un risparmio energetico stimato al 75%, una riduzione delle emissioni di gas serra del 74% e dei conferimenti in discarica degli scarti industriali.

“Investire in infrastrutture circolari di questo tipo significa aumentare la resilienza delle filiere produttive, ridurre l’importazione di materie prime critiche e al contempo creare valore attraverso modelli di business sostenibile”, ha dichiarato Orazio Iacono, amministratore delegato del Gruppo Hera, martedì 11 marzo durante l’inaugurazione.

L’impianto Fib3r è stato realizzato grazie a un investimento complessivo di 8 milioni di euro da parte del Gruppo Hera, più un contributo di 2,2 milioni dai fondi PNRR del progetto “faro” sull’economia circolare.

Come funziona l’innovativo riciclo delle fibre di carbonio di Hera

Le fibre di carbonio sono polimeri costituiti solo da atomi di carbonio di diverse lunghezza e diametro. Sono state utilizzati per la prima volta da Thomas Edison nel 1879 come filamento incandescente negli esperimenti per la produzione della prima lampadina, in seguito sostituito con il tungsteno. Poi il materiale fu messo a punto nel 1958 dal chimico britannico dottor Roger Bacon che le rese di fatto un prodotto commerciale.

Oggi i maggiori produttori di fibre di carbonio sono Stati Uniti, Cina e Giappone, che con il 60% della capacità globale dominano il mercato. “Queste fibre hanno caratteristiche eccezionali dal punto di vista strutturale e meccanico”, spiega a Materia Rinnovabile Loris Giorgini, direttore del dipartimento di chimica industriale dell’università di Bologna che già nel 2013 aveva iniziato a sperimentare il processo di riciclo delle fibre. “La tecnologia in grado di separare la fibra di carbonio dalla resina si chiama pirogassificazione ed è in grado di restituirci una fibra lucente di alta qualità.”

La pirogassificazione avviene in un tunnel lungo 60 metri dove in una prima fase la resina che si usa per tenere insieme le fibre viene bruciata tramite pirolisi. Successivamente la gassificazione elimina i residui di resina, purificando e rigenerando la fibra come se fosse nuova. La resina decomposta in forma gassosa viene poi recuperata per alimentare dal punto di vista energetico il processo.

Secondo gli ingegneri del Gruppo Hera l’unicità dell’impianto sta anche nella totale tracciabilità del materiale trattato. Gli scarti in fibra di carbonio entrano nel Fib3r all’interno di contenitori dotati di QR code che riporta le loro caratteristiche tecniche, peso e provenienza. Una volta compiuto il riciclo, lo stesso materiale tracciato torna al proprietario chiudendo il cerchio.

Le partnership con Leonardo e la Motor Valley

All’inaugurazione dell’impianto sono già visibili le prime sacche contenenti fibre di carbonio riciclate. Alcune sono destinate al Gruppo Leonardo che ogni anno produce circa 600 tonnellate di scarti di fibre. La sinergia tra Hera e Leonardo è già realtà: gli scarti di fibra derivanti dalla costruzione di componenti di alcuni aeromobili civili − come lo stabilizzatore dei turboelica ATR, la fusoliera, lo stabilizzatore orizzontale del Boeing 787, e i pani di coda dell’Airbus A220 − sono destinati all’impianto Fib3r.

Anche nell’automotive le fibre riciclate possono avere un impatto positivo. Brand come Ferrari e Lamborghini ne fanno largo uso per scocche, carrozzerie e componentistica, e come ha dichiarato Davide Abate, Chief Technologies and Infrastructures Officer Ferrari, le opportunità di sviluppare una filiera circolare sono strategiche per tutta la Motor Valley.

 

In copertina: lo stabilimento Fib3r, Gruppo Hera