Come annunciato, l’Italia ha ufficialmente recepito, il 30 agosto scorso, la Direttiva 2022/2464/UE, conosciuta come Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), che introduce nuove norme sulla rendicontazione societaria di sostenibilità. Le aziende quindi saranno obbligate a rendicontare l’impatto delle loro attività non solo dal punto di vista economico, ma anche ambientale, includendo specifiche informazioni relative agli ecosistemi marini.

La direttiva, proposta dalla Commissione europea nell'aprile 2021, eleva finalmente le informazioni sulla sostenibilità al livello delle informazioni finanziarie. La CSRD stabilisce che, a partire dal 2024, sia le grandi aziende che le piccole e medie imprese siano progressivamente obbligate a divulgare regolarmente dati sul proprio impatto ambientale, seguendo standard definiti a livello europeo.  

Questi dati includeranno, tra l'altro, informazioni sulle pressioni esercitate sugli ecosistemi marini e, più in generale, sulla qualità delle risorse idriche. Ciò implica che le imprese dovranno monitorare e divulgare dati relativi all’inquinamento marino, all’utilizzo delle risorse idriche e alle pressioni sugli habitat costieri e marini, come barriere coralline, zone di riproduzione e aree protette.

In considerazione dell’importanza socioeconomica e del grande peso assunto per contrastare i cambiamenti climatici, il mondo del business dovrà dunque svolgere un ruolo fondamentale anche nella transizione verso un'economia in cui tutti settori industriali operino in maggiore equilibrio con la capacità dell’oceano di rigenerarsi nel tempo.

In particolare, gli sforzi di tutti gli attori dovrebbero convergere in modo da costruire e rafforzare la consapevolezza dell'interdipendenza delle imprese con la salute degli ecosistemi marini, e delle pressioni su di essi esercitate; aumentare la trasparenza e la divulgazione delle azioni volte a proteggere l’oceano; favorire lo sviluppo e la diffusione di tecnologie per la protezione dell'ambiente marino, promuovendo la ricerca e l'innovazione; promuovere un approccio collaborativo che coinvolga tutte le parti interessate (private e pubbliche) per incentivare l’adozione di tecnologie sostenibili; sviluppare e promuovere policy, meccanismi di governance e incentivi legati all’oceano.

La Direttiva CSRD rappresenta non solo un obbligo normativo, ma anche un’opportunità per le imprese italiane di dimostrare il proprio impegno verso una sostenibilità reale e concreta, contribuendo alla preservazione degli ecosistemi marini e supportando l’adozione di comportamenti sostenibili.

A complemento di questo quadro, la ricerca Business for Ocean Sustainability di One Ocean Foundation offre un importante contributo. Questa ricerca si propone infatti di studiare gli impatti delle attività produttive sugli ecosistemi marini e costieri e, con l’ultima edizione, fornisce una visione inedita del rapporto tra imprese e sostenibilità dell'oceano, sottolineando il ruolo cruciale delle aziende nella preservazione della salute del mare. Il report prosegue il percorso iniziato nel 2019, che ha portato alla nascita del progetto Ocean Disclosure Initiative (ODI), il primo framework per la divulgazione delle pratiche di sostenibilità dell’oceano"

Immagine: Kees Streefkerk, Unsplash