Nel 2023, l'industria assicurativa globale ha dovuto affrontare pagamenti per quasi 100 miliardi di euro a causa di sinistri derivanti da catastrofi naturali (CATNAT). In Italia, invece, i danni assicurati hanno raggiunto un livello senza precedenti, superando i 6 miliardi di euro. Di questi, 5,5 miliardi sono stati causati da eventi atmosferici estremi, mentre solo le alluvioni in Emilia-Romagna e Toscana hanno provocato perdite per 800 milioni di euro. Questi dati sono stati presentati da Maria Bianca Farina, presidente dell'Associazione nazionale per le imprese assicuratrici (ANIA), durante il suo intervento all'assemblea nazionale dell'associazione. L'evento, svoltosi il 2 luglio in occasione dell'80° anniversario dell'ANIA, ha visto la partecipazione del presidente della repubblica Sergio Mattarella e del vicepremier e ministro degli esteri Antonio Tajani.
Danni da catastrofi naturali, l’Italia resta un paese “sotto-assicurato”
Secondo l’edizione 2024 del report ANIA, Allontaniamo i rischi, rimaniamo protetti, l’Italia è uno dei paesi europei con il più alto rischio sismico: circa il 40% delle abitazioni civili si trova in aree a media o elevata pericolosità. Inoltre, “risulta molto fragile anche dal punto di vista del dissesto idrogeologico con quasi il 95% dei comuni italiani a rischio frane, alluvioni e/o erosione costiera. Complessivamente risulta che oltre l’80% delle abitazioni civili è esposto a un livello di rischio medio-alto per almeno uno degli eventi citati”.
A pochi giorni dalle alluvioni e frane in Valle d'Aosta e Piemonte, ennesimi esempi della vulnerabilità del nostro paese ai danni catastrofali, il messaggio dall’assemblea nazionale dell’ANIA è però chiaro: il cambiamento climatico è "una sfida cruciale” e l’Italia resta un paese "sotto-assicurato". "Assistiamo a catastrofi naturali sempre più estreme, frequenti e distruttive che mettono a rischio un numero sempre maggiore di persone e beni", ha aggiunto Farina.
Solo una piccolissima parte delle abitazioni italiane è infatti coperta da un'assicurazione: appena il 6% dei 35,3 milioni di unità abitative. Ma è critica anche la situazione delle imprese: solo il 5% dei 4,5 milioni di attività ha una copertura adeguata, con significative differenze in base alla dimensione dell’azienda (4% delle imprese micro, 19% di quelle piccole, 72% delle medie e 97% delle grandi). In caso di catastrofi naturali, le conseguenze ricadono così oggi principalmente sui conti pubblici. Come abbiamo raccontato nel magazine #49 di Materia Rinnovabile, Finanza, assicurare il rischio climatico è fondamentale per evitare che il rischio diventi “sovrano”.
Le risorse pubbliche non bastano
Secondo CINEAS, Consorzio universitario senza fini di lucro fondato dal Politecnico di Milano, che nel marzo 2023 ha realizzato il white paper L’assicurazione delle calamità naturali e delle pandemie, “attualmente, i danni da calamità naturale sono risarciti tramite fondi pubblici e si è calcolato che costano 3,5 miliardi l’anno allo stato, risorse che sarebbe meglio utilizzare per la prevenzione. L’introduzione di forme assicurative guidate dal pubblico o dal privato, a seconda dell’orientamento politico, appare come una soluzione necessaria.”
"Il nostro paese ha da sempre affrontato i disastri naturali attraverso strutture pubbliche, impiegando uomini e mezzi al fine di contenere i danni e stanziando fondi per la ricostruzione. Di fronte all'attuale susseguirsi di eventi climatici estremi, le risorse pubbliche non sono più sufficienti. Allo stesso tempo, l'Italia sconta una situazione di sotto-assicurazione, a causa anche della mancanza di un'adeguata cultura assicurativa volontaria”, spiega a Materia Rinnovabile Pietro Negri, Senior policy Advisor del Forum per la finanza sostenibile e segretario generale di AIBA (Associazione italiana brokers di assicurazioni e riassicurazioni).
L’importanza della partnership pubblico-privato nelle assicurazioni
Durante il suo intervento all’assemblea nazionale, la presidente di ANIA Farina ha poi evidenziato che oltre alle calamità naturali ci sono sfide importanti legate alla sanità, al welfare e alla previdenza. Farina ha auspicato “una collaborazione più stretta tra settore pubblico e privato su questi fronti”. Le garanzie tradizionali dello stato non sarebbero infatti più sufficienti, portando le assicurazioni a ricoprire "un ruolo economico e sociale ancora più importante di quello svolto sino a oggi". Un esempio è infatti l’obbligo di copertura assicurativa contro le calamità naturali, per il momento limitato al settore produttivo, introdotto dalla Legge di Bilancio del 30 dicembre 2023. Farina ha annunciato inoltre che “a breve sarà emanato il decreto interministeriale per il passaggio alla fase attuativa della norma”.
“Per rispondere a queste carenze – continua Negri − il legislatore ha introdotto l’obbligo di stipulare una polizza assicurativa per i rischi catastrofali, con la riassicurazione del rischio fino a 5 miliardi di euro da parte di SACE. Le partnership pubblico-privato sono infatti fondamentali per colmare l'attuale gap di protezione e migliorare la gestione dei rischi da catastrofi naturali, così come quelli connessi all'invecchiamento della popolazione e alle spese sanitarie."
"Di fronte al susseguirsi di eventi climatici estremi, emerge l'importanza fondamentale della copertura dei rischi di aziende e privati”, commenta a Materia Rinnovabile Francesco Bicciato, direttore generale del Forum per la finanza sostenibile. “Le risorse pubbliche, da sole, non saranno più sufficienti per ripagare gli ingenti danni. Per questo, le imprese assicuratrici, in qualità di sottoscrittori dei rischi ma anche di investitori, hanno un'importanza crescente per il contributo che possono dare nel processo di transizione, attraverso strumenti innovativi. Su queste sfide farà il punto la ricerca La sostenibilità nel settore assicurativo italiano, condotta dal Forum e da ANIA, che verrà presentata a Roma il prossimo 7 novembre".
La quantificazione economica del patrimonio delle imprese soggette al nuovo obbligo assicurativo per i rischi CATNAT previsti dalla norma è stimata in circa 4.000 miliardi: di questi 2.500 miliardi sono già presenti nel portafoglio delle compagnie di assicurazione, mentre 1.500 miliardi deriveranno da nuovi rischi. Dai modelli utilizzati per il calcolo della vulnerabilità, scrive però ANIA, “si deduce che la perdita attesa annua per il settore assicurativo sarebbe pari a quasi 2 miliardi (rischi terremoto e alluvione) e che una volta ogni duecento anni si potrebbe verificare una perdita assicurativa quantificabile in circa 15 miliardi”.
Prevenzione, resilienza e “gestione proattiva del rischio”
A sottolineare il gap di protezione e a ribadire l’invito della presidente Farina ad assicurarsi e aumentare le coperture è anche il ministro della protezione civile, Nello Musumeci, secondo cui non ci sono più le risorse necessarie per un'emergenza che è diventata pressoché quotidiana: “La nuova strada che bisogna imboccare è quella delle assicurazioni. Dobbiamo ricorrere alle polizze assicurative per le aziende, non possiamo pensare che lo stato possa intervenire sempre e per tutti. Assicuratevi, tutti quanti si muovano a sottoscrivere delle polizze”.
“Le parole della presidente dell'ANIA, Maria Bianca Farina, e del ministro della protezione civile, Nello Musumeci, sottolineano una realtà che da tempo il mondo della ricerca afferma (IPCC-SREX, 2012): gli eventi atmosferici estremi in varie parti del mondo stanno diventando sempre più frequenti e intensi a causa del cambiamento climatico.” A spiegarlo a Materia Rinnovabile è Marcello Arosio, ricercatore allo IUSS di Pavia e CEO di Mate, startup innovativa e spinoff dello IUSS di Pavia che fornisce strumenti innovativi per la valutazione del rischio climatico, utilizzando le più avanzate proiezioni climatiche per stimare l'impatto futuro degli eventi estremi. “L'appello a una maggiore copertura assicurativa è fondamentale, ma non sufficiente se non accompagnato da una comprensione approfondita e da una gestione proattiva del rischio”, conclude Arosio. “Dobbiamo lavorare insieme per costruire una resilienza che sia in grado di proteggere non solo i beni materiali, ma anche le vite e il benessere delle persone.”
In copertina: alluvione in Emilia-Romagna, 2023. Foto di Dati Bendo © European Union