Di fronte alle crescenti evidenze e conseguenze del cambiamento climatico, la ricerca di soluzioni sostenibili non è mai stata così urgente. Guardando sotto i nostri piedi e tornando a pratiche di gestione del suolo differenti, come ci suggerisce la stessa EU Mission Soil, si aprono scenari di rigenerazione e ripristino fondamentali per non oltrepassare ancor di più i nostri limiti planetari. Rigenerazione e ripristino trovano preziosi alleati nelle pratiche di carbon farming, soprattutto considerando il target europeo del raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.
Il carbon farming, letteralmente “coltivazione di carbonio”, rappresenta un approccio olistico all'agricoltura che mira a mitigare il cambiamento climatico sequestrando carbonio nel suolo e nella vegetazione. Attraverso una serie di pratiche, la coltivazione di carbonio non solo mira ad affrontare il problema delle emissioni di gas serra, ma anche a favorire la resilienza ambientale e la sostenibilità agricola.
Minimum tillage
Al centro di diversi recenti sforzi a livello europeo, il carbon farming ruota attorno al processo di cattura e stoccaggio di anidride carbonica atmosferica in serbatoi naturali come il suolo e la biomassa. Sfruttando la capacità rigenerativa degli ecosistemi, le pratiche mirano a trasformare paesaggi agricoli convenzionali in dinamici serbatoi di carbonio, capaci di assorbirne e trattenerne quantità significative.
Tra le pratiche adottate in tale direzione compare il minimum tillage o no-tillage, vale a dire la minima o nessuna lavorazione del suolo al fine di azzerare il disturbo arrecatogli evitando, quindi, i tradizionali metodi di aratura. Lasciando il suolo indisturbato, il carbonio immagazzinato rimane intatto e non viene rilasciato in atmosfera. L'agricoltura senza aratura promuove la salute del suolo preservandone la struttura, riducendo l'erosione e migliorando la ritenzione idrica. Ma non è l'unica tecnica adottabile o adottata: per scoprirne di più puoi continuare a leggere questo articolo sul sito di Circular Economy for Food, un progetto dell'Università di Scienze Grastronomiche di Pollenzo, per cui è stato originariamente scritto.
Immagine di copertina: Irewolede, Unsplash