Gli Stati Uniti dovranno ridurre le proprie emissioni del 61-66% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2035. È questo il principale target dei nuovi NDC (Nationally Determined Contributions, gli impegni climatici nazionali) che il presidente Joe Biden ha annunciato oggi, 19 dicembre.
La U.S. Climate Alliance ha inoltre comunicato un nuovo impegno in linea con questi nuovi NDC, impegnandosi a lavorare collettivamente per ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 61-66% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2035. La U.S. Climate Alliance è una coalizione bipartisan di governatori impegnati per il clima che rappresentano quasi il 60% dell'economia e il 55% della popolazione degli Stati Uniti.
È ampiamente previsto – e da lui stesso annunciato – che il presidente eletto Donald Trump, che si insedierà alla Casa Bianca il 20 gennaio 2025, ritirerà gli Stati Uniti dall'Accordo di Parigi. Ciò significherebbe il venir meno di ogni obbligo di rispettare l'NDC. Eppure, secondo la U.S. Climate Alliance, le città, gli stati e le imprese sarebbero comunque in grado di sostenere gli impegno verso il nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni fissato dal presidente Biden per il 2035, dimostrando per altro che i progressi non dipendono solo dall'azione federale.
Un'analisi condotta a dicembre dal Centro per la sostenibilità globale dell'Università del Maryland mostra che gli Stati Uniti potrebbero raggiungere una riduzione delle emissioni di gas serra del 54-62% entro il 2035 con una forte azione climatica da parte di attori non federali e del 65-67% con un continuo sforzo federale. Un rapporto di novembre del Net Zero Industrial Policy Lab della Johns Hopkins University rileva che il ritiro degli Stati Uniti dall'energia pulita potrebbe fruttare fino a 80 miliardi di dollari in nuove opportunità di filiera per i mercati al di fuori degli Stati Uniti, mentre costerebbe alle aziende statunitensi fino a 50 miliardi di dollari in mancati introiti annuali da esportazione.
Le reazioni positive
In tanti hanno accolto con entusiasmo l’annuncio dei nuovi NDC di Biden, convinti che possano rafforzare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti riducendone la vulnerabilità energetica, stabilizzando le catene di approvvigionamento e rafforzando le alleanze. E magari risollevando un po’ la leadership statunitense sulla scena globale, ispirando altre nazioni ad aumentare le proprie ambizioni. Gina McCarthy, ex consigliera nazionale per il clima della Casa Bianca, ha assicurato “i nostri partner internazionali che gli Stati Uniti non stanno tornando indietro, stiamo marciando in avanti. Gli stati, le città, le imprese e le istituzioni locali sono pienamente impegnati a raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi climatici e a lavorare con i nostri colleghi internazionali per portare avanti la transizione globale verso l'energia pulita”.
Anche il mondo imprenditoriale sembra aver reagito bene, in base alle dichiarazioni di Andrew Prag, managing director of policy di We Mean Business Coalition, una no profit internazionale che lavora con centinaia delle più grandi imprese mondiali. “La maggior parte delle principali economie e delle più grandi aziende del mondo sono impegnate a investire in tecnologie e soluzioni pulite per garantire stabilità, resilienza e successo finanziario”, spiega Prag. “Le imprese che operano a livello globale devono rimanere competitive in un mondo che si sta rapidamente spostando verso le economie pulite, e per questo hanno bisogno di politiche chiare e coerenti. Questo obiettivo può ora essere preso come punto di riferimento per le aziende e gli investitori americani, così come per gli stati americani, e deve essere superato. Mentre le amministrazioni politiche possono cambiare, le forze di mercato continueranno a guidare la transizione verso l'energia pulita.”
NDC inferiori alle richieste della scienza
Nonostante gli sforzi, i nuovi NDC annunciati da Biden restano poco ambiziosi rispetto a quanto le evidenze scientifiche ritengono necessario per evitare gli scenari peggiori. “Pur non essendo all'altezza di quanto richiesto dalla scienza, l'NDC aggiornato degli Stati Uniti fornisce un importante punto di riferimento per promuovere ulteriori azioni sul clima da parte di città, stati, comunità indigene e imprese negli anni a venire, e servirà da base per azioni più coraggiose”, spiega Rachel Cleetus, esperta di clima ed energia e policy director and lead economist del Programma Climate and Energy della Union of Concerned Scientists, un’organizzazione no profit di difesa della scienza.“La scienza è chiara: per limitare gli impatti climatici mortali e costosi è necessario che tutti i principali paesi emettitori rafforzino rapidamente i loro impegni di riduzione delle emissioni.”
Scettico anche Ashfaq Khalfan, direttore di Climate Justice di Oxfam America: “Con un negazionista del clima che sta per entrare alla Casa Bianca, il nuovo piano nazionale per il clima dell'amministrazione Biden rappresenta il minimo indispensabile per l'azione sul clima. È molto al di sotto della giusta quota di riduzione delle emissioni degli Stati Uniti, che sono il più grande inquinatore storico del mondo. Il piano ignora gli obiettivi critici per la graduale eliminazione della produzione di combustibili fossili e non impegna fondi per aiutare le comunità svantaggiate del Sud Globale a ridurre l'inquinamento da carbonio, a riprendersi dai danni climatici e a proteggersi da futuri disastri.”
Per questo, conclude, “Oxfam esorta il Congresso, gli stati, le città, le imprese e la società civile a fare tutto ciò che è in loro potere per raggiungere e superare gli obiettivi del piano, eliminare gradualmente la produzione di combustibili fossili e sostenere la giustizia climatica nel Sud Globale.”
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