Si chiama Green2Move, Green potassium batteries manufacturing processes: towards sustainable gigafactories, il progetto del Politecnico di Torino per sperimentare una nuova tecnologia che permetterà di produrre batterie al potassio con prestazioni simili a quelle del litio. La tecnologia sarà applicata principalmente al mondo dello stoccaggio stazionario dell’energia, ovvero l’insieme di batterie integrate in edifici abitativi e industriali allo scopo di stoccare l’elettricità prodotta dalle fonti rinnovabili. 

Per l’attuazione del progetto, che è stato avviato il 1° novembre 2024 e avrà durata di quattro anni, l’ateneo torinese riceve 1,88 milioni di euro. Il progetto è finanziato dal FISA, Fondo italiano per le scienze applicate, istituito con la legge di bilancio 2022 per promuovere la competitività del sistema produttivo nazionale avvicinando la ricerca fondamentale alla ricerca industriale e allo sviluppo sperimentale.

Potassio, un’alternativa sostenibile

La domanda di litio, come quella di nichel e terre rare, è cresciuta notevolmente negli ultimi anni, perché si tratta di minerali essenziali per la transizione ecologica. Il potassio potrebbe costituire un’alternativa valida, in quanto elemento facilmente reperibile in Italia e in Europa.

Inoltre, la produzione risulterà più sostenibile, perché circa metà dei materiali impiegati deriverà dal recupero di biomasse, quali scarti dell’industria cartaria e biodiesel, e i componenti verranno disegnati e assemblati in modo tale che possano essere facilmente disassemblati e quindi potenzialmente riutilizzati. Inoltre, mentre l’industria delle batterie al litio lavora con solventi liquidi ad alto impatto ambientale, la produzione di quelle al potassio si svolgerà in ambiente acquoso.

L’obiettivo di Green2Move

Il finanziamento del progetto, che si concluderà nel 2028, servirà a potenziare i laboratori del Politecnico di Torino in cui saranno effettuate le sperimentazioni. Verranno acquisiti nuovi macchinari per la produzione di componenti e studio delle prestazioni delle batterie, come i ciclatori, che simulano il ciclo di vita dei dispositivi che utilizziamo nel quotidiano. Saranno poi implementate le infrastrutture per la ricerca, e parte di fondi saranno impiegati per costruire un gruppo di lavoro dedicato, con la creazione di nuove posizioni per dottorandi e dottorande provenienti da diverse aree disciplinari.

“Per la prima volta ci affacciamo a un progetto che unirà le nostre capacità consolidate di ricerca e sviluppo alla sfida del mondo industriale”, commenta Federico Bella, docente presso il Dipartimento scienza applicata e tecnologia (DISAT) alla guida della ricerca. “Sostenibilità di processo, scale-up, e interazione con le aziende italiane saranno gli ingredienti fondamentali dai quali partiremo.”

Green2Move nasce nel contesto del Gruppo di elettrochimica del Politecnico di Torino, che ha accumulato capacità ed esperienze di rilievo grazie a collaborazioni internazionali, come quella con il progetto europeo Battery2030+. In aggiunta, il progetto coincide con il proposito dell’Europa di concludere, entro il 2030, la costruzione di gigafactory per la produzione di batterie. Il Politecnico di Torino sarà in prima linea nel favorire l’evoluzione di questo settore sul territorio italiano ed europeo.

 

Immagine: linea pilota della produzione di batterie al potassio, Politecnico di Torino