Nelle ultime due settimane vaste aree di Cina e Giappone sono state colpite da devastanti tifoni. A Pechino, tra il 29 luglio e il 2 agosto, sono caduti 745 millimetri di pioggia, la quantità più elevata che abbia mai registrato negli ultimi 140 anni. In sole 40 ore è piovuto l’equivalente delle precipitazioni medie di un intero mese di luglio. Le piogge hanno causato gravi inondazioni anche nella vicina provincia di Hebei (nel nord della Repubblica Popolare Cinese), provocando danni enormi a edifici e infrastrutture, paralizzando la circolazione stradale e rendendo complesse le operazioni di soccorso.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, la violenza del tifone Doksuri ha provocato la morte di 10 persone nella provincia di Hebei, mentre altre 18 sono ancora disperse. Da sabato 5 agosto sono state fatte evacuare quasi 6 milioni di persone da zone ad alto rischio di frane e inondazioni, con i residenti che sono stati trasferiti negli hotel e nelle scuole messe a disposizione dal governo.
Danni e conseguenze
Le autorità locali hanno dichiarato che i danni economici causati dal tifone Doksuri ammontano a poco meno di 2 miliardi di euro e per ora sono solo 44 i milioni di yuan (6,1 milioni di dollari) stanziati per i soccorsi nelle province più colpite, come quella di Jilin, dove sono morte circa 18 persone.
Le riprese video aeree girate dall’agenzia French Press hanno mostrato strade trasformate in fiumi di acqua marrone, con i terreni agricoli delle aree circostanti completamente sommersi. Come riportato dal New York Times, sono state città come Zhuozhou a pagare il conto più salato: per cercare di limitare i danni di Pechino, le autorità hanno deciso di dirottare parte delle acque verso alcune città meno popolate, già colpite da intense piogge.
L’ingegnere cinese Wang Weiluo, intervistato dalla BBC , ha dichiarato che il sistema per la gestione delle alluvioni in Cina è pensato per salvaguardare le città più importanti e popolose in caso di emergenze climatiche come questa. Il ministro cinese per le risorse idriche Li Guoying ha sottolineato l’importanza di proteggere alcune aree strategiche per lo sviluppo economico della capitale, citando l’aeroporto di Daxing e il nuovo distretto di Xiong’an, in costruzione dal 2017.
Trattandosi di una regione caratterizzata dal più grande sistema fluviale della Cina settentrionale, i rischi idrogeologici aumentano esponenzialmente in caso di forti piogge e inondazioni improvvise. Infatti sono cinque i fiumi che convergono in un’area di 265mila chilometri quadrati. Il presidente cinese Xi Jinping ha sottolineato la necessità di rafforzare il monitoraggio, migliorare i sistemi di allerta e le misure di prevenzione al fine di garantire la sicurezza delle persone e degli edifici.
Il tifone Khanun in Giappone e l’evacuazione degli scout in Sud Corea
Nel frattempo un altro tifone, soprannominato Khanun, stava colpendo l’isola giapponese di Okinawa. Secondo i dati del centro meteorologico Tokyo Typhoon Center, si sono registrati venti da 220 Km/h (l'equivalente di un uragano atlantico di categoria 4) e piogge alluvionali. Il governo della prefettura ha ordinato a più di 600.000 residenti di evacuare le loro case, e i forti venti hanno interrotto le linee elettriche, lasciando più di 200.000 famiglie senza elettricità. Nonostante abbia perso parte della sua forza (con venti a 108 Km/h), il tifone Khanun ‒ che in Giappone ha causato 1 morto e 70 feriti ‒ è atteso in Sud Corea per giovedì 10 agosto.
Il governo sudcoreano ha già pensato a un piano di evacuazione, soprattutto per i partecipanti del World Scout Jamboree, il raduno internazionale dell’Organizzazione mondiale del movimento scout (WOSM). Più di 37.000 scout da 156 Paesi verranno trasferiti negli oltre 340 luoghi di accoglienza allestiti appositamente nelle regioni vicine a Buan. Intanto anche a Taiwan sono state chiuse scuole e imprese. Secondo Reuter, quasi 30 voli nazionali e internazionali sono stati cancellati e tutte le linee di traghetti nazionali saranno sospese giovedì.
“I cicloni tropicali che stanno devastando l’Asia sono solo gli ultimi di una serie di eventi climatici estremi che hanno colpito altre parti del globo quest'estate”, ha commentato in modo lapidario Johan Stander, direttore del dipartimento dei servizi della World Meteorological Organization. Vittime, danni economici e morali. L’estate degli eventi climatici estremi sembra non finire mai.
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