L’ambasciatore Luis Vayas Valdivieso dell’Ecuador, presidente del Comitato intergovernativo di negoziazione per lo sviluppo di uno strumento internazionale giuridicamente vincolante (ILBI) sull’inquinamento da plastica, ha pubblicato a fine ottobre il suo terzo documento informale (non-paper) proponendolo come base per l’ultimo ciclo di negoziazioni sul Trattato globale sulla plastica (INC-5) che inizieranno a Busan, in Corea del Sud, il 25 novembre.
Questo documento di 18 pagine, il primo nel processo di negoziazione che intitola le disposizioni come “Articoli” indicandone 31 e suggerendone un possibile testo, è stato prodotto da Vayas Valdivieso sotto la propria autorità, con l’intenzione di semplificare la Bozza zero rivista, cioè il documento ufficiale UNEP/PP/INC.5/4 prodotto durante il quarto ciclo di negoziati INC-4 che si era tenuto a Ottawa, Canada, nell’aprile 2024 ed era stato caratterizzato da ostruzionismo e disinformazione.
La Bozza zero rivista è composta da 73 pagine e oltre 3.000 parentesi, con moltissimi dettagli tecnici e giuridici che riflettono le grandi divergenze tra i paesi della High Ambition Coalition e il gruppo dei like-minded countries. Data la sua complessità, la Bozza zero rivista è giudicata inutilizzabile per far avanzare le negoziazioni, tanto da far pensare che basandosi su di essa non sia possibile concludere un accordo finale a INC-5, cioè negli ultimi 7 giorni di negoziati.
Focalizzazione delle discussioni
Secondo il programma dei lavori proposto da Vayas Valdivieso, le attività di INC-5 sarebbero organizzate attorni a quattro gruppi di contatto che utilizzerebbero il suo documento informale per negoziare il testo finale del trattato (GC1️ Prodotti di plastica e sostanze chimiche problematiche; GC2️ Gestione dei rifiuti di plastica; GC3️ Finanza, trasferimento di tecnologia e cooperazione internazionale; GC4️ Attuazione del trattato, piani nazionali, e monitoraggio dei progressi). Tramite questa proposta, Vayas Valdivieso sembra voler provare a limitare le operazioni di sabotaggio da parte dei paesi maggiori estrattori di fonti fossili e dell’industria e focalizzare l’attenzione attorno alle priorità necessarie per concludere un accordo.
Tuttavia, anche se molti concordano che la Bozza zero rivista sia un punto di partenza impraticabile, non è detto che il documento informale sarà accettato come base per le negoziazioni. Infatti, secondo alcuni membri della High Ambition Coalition, i termini del documento informale sono così deboli che "dubitiamo che valga la pena fare questo accordo".
Il nodo della produzione
La preoccupazione principale è la sezione del documento informale sulla produzione: “Non sto proponendo un testo per questo articolo. Propongo che l’INC-5 concordi su un testo che includa un processo per colmare le attuali lacune informative riguardanti i livelli di produzione esistenti e necessari, nonché la mancanza di chiarezza sull’efficienza e l’efficacia nel recupero dei polimeri plastici”, scrive Vayas Valdivieso, ammettendo di fatto che le posizioni sulla questione rimangono troppo distanti.
Secondo quanto riportato dall’AFP, il WWF ha avvertito che il testo necessita di un "miglioramento significativo del livello di ambizione", comprese misure vincolanti sulle sostanze chimiche pericolose e sulla progettazione dei prodotti, mentre Graham Forbes, leader globale del progetto sulla plastica per il gruppo ambientalista Greenpeace, ha detto che "tutti sanno che l'unico modo per porre fine all'inquinamento da plastica è smettere di produrne così tanta".
Una negoziazione tecnica che ha bisogno della politica
"Crediamo che sia importante alzare il livello [di ambizione] del documento informale. Altrimenti non siamo d’accordo", ha dichiarato all’AFP la ministra francese della transizione ecologica, dell’energia e del clima Agnes Pannier-Runacher in Colombia a margine della COP16 sulla Biodiversità. E ha poi aggiunto: "Anche se diventiamo paladini del riciclo e della raccolta dei rifiuti, non risolveremo il problema dell'inquinamento da plastica se non riduciamo l'uso e la produzione di plastica vergine". Una condizione necessaria secondo dati scientifici indipendenti.
Secondo quanto riportato da Contexte, la Francia avrebbe approfittato della sua partecipazione alla COP16 Biodiversità per chiedere alla Corea del Sud di invitare i ministri dei paesi membri a INC-5. A oggi, infatti, né Seoul né il Comitato intergovernativo di negoziazione né il Programma ambientale delle Nazioni Unite hanno invitato i ministri a partecipare a INC-5. Senza i rappresentati politici i negoziatori sono limitati dal proprio mandato, mentre i politici possono mostrare molta più flessibilità.
L'assenza di invito lascia ogni paese libero di inviare o meno un membro del governo e non tutti i paesi sono favorevoli alla visita dei propri ministri, a volte per ragioni finanziarie. Da segnalare che Busan arriva dopo Cali (dove è finita il 2 novembre la COP16 Biodiversità) e Baku (dove si svolgerà dall'11 al 22 novembre la COP29 Clima).
In copertina: Luis Vayas Valdivieso, Ad Hoc Intersessional Open-ended Expert Groups, in-person meeting, Bangkok, Thailand, 24-28 August 2024 © UNEP