La simbiosi industriale è una strategia di ottimizzazione dell’uso delle risorse che vengono riutilizzate – e non sprecate – grazie all’interazione tra diverse imprese. Per supportare aziende e organizzazioni nell’implementazione di questo processo, ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha pubblicato una nuova guida che raccoglie standard tecnici volontari.
Il volume, dal titolo Gli standard tecnici per la simbiosi industriale, è stato presentato a metà marzo e realizzato nell’ambito della rete SUN (Symbiosis Users Network), fondata da ENEA nel 2017. SUN è la prima rete italiana che promuove il confronto sui temi legati alla simbiosi industriale, anche per favorirne un’applicazione estesa e sistematica sul territorio nazionale, con il contributo di 39 organizzazioni.
Simbiosi industriale, una guida per gli stakeholder
L’obiettivo del volume, cui hanno contribuito complessivamente 23 tra autrici e autori, è “dare una guida agli stakeholder che vogliono adottare strategie di simbiosi industriale”, spiega a Materia Rinnovabile Tiziana Beltrani, ricercatrice del Dipartimento sostenibilità, circolarità e adattamento al cambiamento climatico dei sistemi produttivi e territoriali dell’ENEA. Beltrani ha coordinato il gruppo di lavoro 4 del SUN, che ha lavorato al volume, insieme a Carlo Brondi (CNR), Eleonora Perotto (Politecnico di Milano) e Silvia Sbaffoni (ENEA). Alla memoria di Sbaffoni, ci spiega Beltrani, è dedicato il libro, per la sua prematura scomparsa, avvenuta a gennaio.
La guida vuole rispondere alla “crescente necessità di dare supporto alle organizzazioni che desiderano adottare pratiche di simbiosi industriale, che rappresenta una delle strategie più efficaci per favorire la transizione verso un'economia circolare, all’interno di un quadro di riferimento complesso e in evoluzione”, specifica Beltrani. “Gli standard tecnici e le certificazioni sono uno strumento fondamentale per garantire che tali pratiche vengano implementate in modo sistematico e verificabile.”
“Abbiamo analizzato 63 diversi standard raccogliendo dati ed esperienze di implementazione di soluzioni di circolarità e di collaborazione tra organizzazioni anche tramite modelli di simbiosi industriale”, aggiunge la ricercatrice. “Abbiamo inoltre riportato diversi casi esemplificativi a livello nazionale (distretto di Prato, Lucca e Pistoia), a livello europeo (caso spagnolo di Manresa), uno extraeuropeo (area industriale di Kwinana, in Australia) nonché l’esperienza di ENEA.”
Networking aziendale e volontarietà degli standard
Gli standard di simbiosi industriale riportati nel volume servono per comunicare, trasferire e condividere risorse e modus operandi, per facilitare il monitoraggio e la misurazione dell’impatto delle attività e per migliorare la gestione dei flussi di risorse, attraverso una collaborazione tra le imprese.
A questo proposito, Beltrani sottolinea che la simbiosi industriale richiede che le aziende “facciano rete, così che gli scarti di una possano diventare risorse in ingresso per altre e che ci possano essere, ad esempio, servizi condivisi con un meccanismo collaborativo di reciproco vantaggio”.
La volontarietà degli standard “incoraggia le organizzazioni a partecipare in modo libero e consapevole”, conclude Beltrani. “Le aziende possono decidere come e quando adottare gli standard tecnici sia per motivi interni, ad esempio per ottenere un risparmio sui costi, una maggiore efficienza operativa o un miglioramento delle performance ambientali, sia perché questi sono strumenti adottati dal mercato per garantire determinati meccanismi, che in questo modo sono standardizzati e riconoscibili da tutti gli attori coinvolti.”
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In copertina: immagine Envato