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“Sono un'alpinista e un'appassionata sostenitrice dei diritti delle donne che usa i propri mezzi e la propria forza per amplificare le voci di coloro che sono oppressi. Il mio percorso di arrampicata rappresenta la rottura delle barriere e mi sforzo di ispirare gli altri condividendo la mia storia. Vedo le mie battaglie come parte di un grande movimento per l'uguaglianza e la libertà.”

Si presenta così a chi non conosce la sua storia Nasim Eshqi. Alpinista professionista originaria dell’Iran, autrice del libro Ero roccia, ora sono montagna (Garzanti, 2024), attualmente vive in Italia, ha aperto più di cento nuove vie di arrampicata in tutto il mondo e sostiene i diritti delle donne. Era tra gli speaker di TEDxMilano che si è svolto a fine ottobre al Teatro Dal Verme di Milano, dal titolo Libertà, in cui il concetto di libertà è stato declinato in diversi modi: libertà di parola, di movimento, libertà nell’architettura, nella cucina, e persino negli svantaggi che un eccesso di libertà comporta. Materia Rinnovabile, che era presente, ha voluto intervistarla per approfondire la sua storia.

 

Come è nata la sua passione per l'arrampicata?

Ho conosciuto l'arrampicata per caso, durante un'escursione in montagna. Mi sono unita a un gruppo universitario in cui c'era un istruttore che mi ha aperto questo mondo incredibile.

Perché ha lasciato l'Iran?

In realtà non me ne sono propriamente andata, è che non ci potevo tornare. Nel settembre 2022, mentre arrampicavo sulle Alpi, ho seguito le notizie su Mahsa Amini. Non potevo più rimanere in silenzio contro un regime che ha oppresso le donne per oltre quarant’anni. Ho dato voce alle mie idee, e poi ho capito che tornare in Iran non era più un'opzione. Non avevo con me altro che la mia attrezzatura da arrampicata.

E perché ha deciso di venire in Italia?

L'Italia ha sempre occupato un posto speciale nel mio cuore, con la sua natura mozzafiato, il suo mare meraviglioso, le sue montagne maestose e la sua gente calorosa e amichevole. L'amore e l'ospitalità nell'aria, insieme al sole, sono semplicemente irresistibili. Lasciando stare però la burocrazia, che è come aggiungere l'ananas sulla pizza!

Nel suo TEDx ha raccontato di aver perso sponsor quando ha scelto di non rientrare in Iran. Quali difficoltà ha incontrato?

In realtà non ho perso sponsor solo perché non potevo tornare in Iran. Piuttosto, ho scelto di interrompere le mie collaborazioni. Quando ho chiesto ai miei sponsor europei di unirsi a me nella sensibilizzazione sui diritti delle donne, hanno rifiutato. Il motivo era che non volevano turbare i clienti benestanti dei paesi musulmani ricchi di petrolio, dove i diritti delle donne sono a malapena riconosciuti. Era una linea che non potevo oltrepassare. Non volevo rappresentare o associarmi ad aziende che privilegiavano gli interessi commerciali rispetto a una questione così critica. Ricominciare in Europa con la sola attrezzatura da arrampicata è stato incredibilmente difficile. Nessuno dei miei documenti iraniani era riconosciuto in Italia, creando innumerevoli ostacoli anche nelle questioni più basilari. Per esempio, nonostante gli oltre vent’anni di esperienza di guida con una patente internazionale, ho dovuto ricominciare da zero completando l'intero corso di guida, sia teorico che pratico, interamente in una nuova lingua. La gestione di questo processo ha richiesto molto tempo, soprattutto per una qualifica che detenevo da così tanto tempo. Ma questo è solo un esempio. Potete immaginare la fatica di ricostruirsi una vita, ristabilire una credibilità e adattarsi a un sistema diverso, aggravata dalla totale mancanza di sostegno economico. Sebbene io creda nella resilienza, ciò che mi logora di più è sapere che le mie energie potrebbero essere concentrate nel far crescere la mia professione invece che nel riottenere qualifiche e diritti che avevo già ottenuto. Nonostante tutti questi ostacoli, continuerò a parlare dei diritti delle donne. Perché credo nel potere umano.

Qual è il suo rapporto con l'Iran oggi?

Ho un profondo legame emotivo con la mia lingua e con la sua resistenza all'invasione araba per due secoli. Mentre quasi tutti i paesi [mediorientali] hanno perso la propria lingua, noi in Iran parliamo ancora persiano. L'attuale generazione, che rifiuta questo regime islamico oppressivo, rappresenta una luce che non si spegnerà. Questo cambiamento è alimentato dalla conoscenza, e la conoscenza è potere. Nessuno può fermare [questa generazione] nel suo cammino verso la libertà. È una rivoluzione già vinta. Le donne iraniane hanno scosso il mondo, creando non un'onda passeggera ma un profondo risveglio. Sebbene il regime possa sembrare saldo, è stremato dalla resilienza della nuova generazione, che non riesce a dominare senza usare la forza. E noi donne iraniane non ci arrenderemo fino al giorno della libertà.

L'arrampicata come ha plasmato questo suo punto di vista sull'uguaglianza di genere e sulla libertà?

Nell'arrampicata siamo tutti uguali, perché la gravità ci trascina tutti verso il basso con la stessa forza. Non chiede se sei donna o uomo, se sei bianco o nero o di quale nazionalità sei. La regola della gravità e della natura. Questo mi ha trasmesso un vero senso di uguaglianza e libertà. Ogni arrampicata in montagna rafforza la mia convinzione che tutti, indipendentemente dal genere, dovrebbero avere l'opportunità di perseguire le proprie passioni e i propri sogni.

A proposito di montagna, il cambiamento climatico sta influenzando profondamente l'ecosistema montano. Quali rischi comporta per l'arrampicata e cosa pensa che gli scalatori possano fare per limitare il proprio impatto sull'ecosistema?

La conoscenza è potere: questo vale per i diritti umani e anche per i cambiamenti climatici. Aumentando la consapevolezza di ciò che ci circonda, possiamo andare oltre le azioni superficiali, come quando ci ricordiamo di portare la borsa riutilizzabile al supermercato ma poi continuiamo ad acquistare prodotti con packaging in eccesso. Gli scalatori devono affrontare i rischi del cambiamento climatico, come l'instabilità del terreno e l'imprevedibilità del meteo, che possono essere intensificati dalle nostre stesse azioni. Per fare davvero la differenza, dobbiamo informarci sugli ecosistemi che esploriamo e sulle loro vulnerabilità. Ciò significa passare dalle parole ai fatti. Comprendendo il nostro impatto, possiamo sostenere cambiamenti più ampi che affrontino questioni di giustizia ambientale e sociale, assicurando che il nostro amore per l'arrampicata contribuisca a creare un pianeta più sano e una società più giusta per tutti.

Che consiglio darebbe alle giovani donne in società restrittive che vogliono perseguire le proprie passioni?

Non perdete mai la speranza e non rinunciate mai ai vostri sogni. Le società restrittive temono i vostri sogni che si realizzeranno, quindi osate sognare più in grande. I sogni sono il carburante per la determinazione di fronte agli ostacoli. Con le conoscenze e le abilità che vi danno potere, sfidate sempre le norme della società e parlate di ciò in cui credete. C’è una luce, siete voi la luce in una società oscura. E la cosa più importante è che non siete sole in questo viaggio: insieme, illumineremo il futuro.

Un esempio è il fatto che dedichi le vie che apre in montagna alla sensibilizzazione sui diritti umani.

Quando apriamo una nuova via in montagna, quel nome viene portato avanti da altri, permettendogli di risuonare negli anni a venire. Ho così aperto due vie significative dedicate ai diritti umani: una a Chamonix, in Francia, chiamata “Raise Up for Human Rights”, e un'altra nelle Dolomiti, in Italia, chiamata “Woman, Life, Freedom”. Ho intenzione di continuare questo progetto aprendo e intitolando altre vie ai diritti delle donne e ai movimenti per i diritti umani. Il mio obiettivo è far risuonare le voci della libertà attraverso le montagne e oltre, assicurando che questi messaggi di resilienza e di difesa rimangano vivi e ispirino altre persone a unirsi alla lotta per la giustizia.

Quali sono i suoi obiettivi professionali e personali per i prossimi cinque anni?

I miei obiettivi professionali per i prossimi cinque anni includono la scalata di diverse rocce e pareti in tutto il mondo, affrontando nuove sfide e facendo progredire la mia carriera nel campo dell'advocacy e dell'arrampicata, con una forte attenzione alla sensibilizzazione per l'uguaglianza di genere e la libertà, in particolare per i bambini che vivono sotto l'oppressione, assicurando che le loro voci siano ascoltate e che i loro sogni possano essere realizzati. Il mio obiettivo è creare iniziative d'impatto che diano potere alle donne di tutto il mondo e collaborare con organizzazioni allineate con questi valori per promuovere cambiamenti significativi, tra cui la lotta contro il matrimonio infantile in tutto il mondo. In definitiva, il mio obiettivo è ispirare le altre persone con le mie esperienze, rafforzando il senso di connessione e di responsabilità verso gli altri, poiché siamo tutti interconnessi, come una catena montuosa.

 

Foto: Nasim Eshqi