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Amsterdam - A inizio marzo, acqua e tecnologia si sono prese la scena con Aquatech 2025, che ha trasformato il centro congressi di Amsterdam RAI in un grande laboratorio internazionale, capace di riunire oltre 25.000 professionisti da 136 paesi. Un viaggio tra soluzioni e sfide globali: intelligenza artificiale, trattamento delle acque reflue, lotta ai PFAS, riuso e nuovi sistemi di potabilizzazione. Ben 889 espositori hanno raccontato, progetto dopo progetto, come sta cambiando la gestione industriale di una risorsa letteralmente sempre più preziosa.
I numeri parlano chiaro: secondo stime di Mordor Intelligence, solo il mercato delle tecnologie per il trattamento delle acque e delle acque reflue, stimato in 65,15 miliardi di dollari nel 2025, punta a raggiungere gli 87,18 miliardi nei prossimi 5 anni. Resta allora un nodo da sciogliere: quali sfide e opportunità sta affrontando il settore? Materia Rinnovabile ne ha parlato con Gerben Hardeman, Exhibition Director di Aquatech Amsterdam.
Hardeman, uno dei punti salienti della settimana è stato il riconoscimento ad AUREA dell’Innovation Award, un'innovazione di Royal HaskoningDHV, progettata per rimuovere in modo sostenibile i microinquinanti dalle acque reflue. Quali altre tendenze chiave o tecnologie sono emerse quest'anno?
Per quanto riguarda le innovazioni, abbiamo visto molto sui PFAS e sulla loro rimozione. Anche la gestione circolare dell'acqua è un tema molto importante in questo momento. L'intelligenza artificiale consente di realizzare reti idriche intelligenti, e questo è un altro dei punti salienti. C'è anche la tendenza a diventare water positive: ciò significa che le industrie devono assumersi la responsabilità della propria impronta idrica e restituire più acqua di quella che consumano.
Il movimento water positive si lega anche alla desalinizzazione, giusto?
Sì, assolutamente. Si tratta di un settore in espansione, la cui attenzione è rivolta a una gestione efficiente dal punto di vista energetico, supportata dall'energia solare e da soluzioni simili, per ridurre l'impatto ambientale. Ci sono sviluppi in diverse aree, tra cui il trattamento delle acque reflue, con l'obiettivo di restituire l'acqua alla natura.
Con la crescente pressione normativa e l'urgenza dell'adattamento al clima, come sta rispondendo invece l'industria idrica in termini di investimenti e collaborazione?
Ad Aquatech erano presenti molti impact investor, alla ricerca di partnership con tecnologie a prova di futuro, solitamente legate alla sostenibilità e all'innovazione, per affrontare le sfide idriche globali che ci attendono nei prossimi anni. Sia il settore pubblico che quello privato hanno fissato degli obiettivi per il 2030. Personalmente, però, ritengo che si stia ancora sottovalutando la portata delle sfide idriche globali che ci attendono. Ad esempio, nei Paesi Bassi a volte pensiamo che la tecnologia da sola sia sufficiente. Ma credo che l'approccio debba essere molto più ampio. Quanto più ritardiamo gli investimenti, tanto più costeranno in futuro.
Aquatech 2025 si è conclusa, ma il viaggio continua in Cina e in Messico, dove si svolgeranno due edizioni regionali. Come cambia Aquatech in altre parti del mondo?
Aquatech Amsterdam è una piattaforma globale per affrontare le sfide legate all'acqua. Quando ci espandiamo in regioni come il Messico o la Cina, identifichiamo priorità specifiche per ogni mercato. Sebbene il concetto di base di Aquatech rimanga lo stesso, l'approccio viene adattato alle esigenze regionali. Messico e Cina condividono sfide come l'inquinamento idrico, la sovrabbondanza e la scarsità d'acqua, gli stessi problemi globali che affrontiamo in Aquatech. Tuttavia, le soluzioni devono essere adattate a livello locale. In Messico, ad esempio, le perdite d'acqua sono un problema rilevante e devono essere fronteggiate per prime. È importante affrontare problemi di base come le perdite prima di passare a tecnologie come l'intelligenza artificiale. Si tratta di trovare la soluzione giusta per il contesto locale e di partire da lì.
I Paesi Bassi godono di una solida reputazione per quanto riguarda la gestione e l'innovazione delle risorse idriche. In che modo si stanno posizionando come leader nel settore idrico globale e quali lezioni possono trarre gli altri paesi?
Abbiamo una solida reputazione nella gestione dell'acqua, in particolare quando si tratta di acqua potabile, e credo che lei abbia assolutamente ragione: la collaborazione è nel nostro DNA, che si tratti di settore pubblico, settore privato, ricerca e sviluppo, startup e così via. Non è sempre facile, ma è qualcosa in cui ci impegniamo. Tuttavia, credo anche che possiamo imparare dagli altri e da altri settori. Quello che ho suggerito è che non si tratta solo di utilizzare soluzioni tecnologiche − anche se ci chiamiamo Aquatech − ma di combinare soluzioni basate sulla natura. Siamo un paese piccolo e densamente popolato, quindi anche legato alla pianificazione urbana. Come possiamo rendere l'agricoltura più a prova di futuro? Come possiamo influenzare i consumi, non solo dell'industria ma anche dei consumatori? Insomma, c'è ancora molto da fare da parte nostra, ma abbiamo una solida base su cui costruire, come il nostro Water Campus, dove startup, ricerca, scuole e altre istituzioni collaborano alle sfide che dobbiamo affrontare nei Paesi Bassi. Credo che questo sia il nostro principale vantaggio, soprattutto in considerazione delle nostre piccole dimensioni.
In un'epoca di aumento di barriere commerciali e dazi, in che modo l'industria delle tecnologie idriche sta affrontando queste sfide?
In questo momento c'è molta agitazione nel mondo, ma allo stesso tempo vedo una crescente consapevolezza della necessità di collaborare. Anche se si tratta di una grande azienda, è necessario collaborare con più parti. L'approccio multi-stakeholder è essenziale e la collaborazione rimane fondamentale. Ecco perché eventi come Aquatech e piattaforme di condivisione delle conoscenze sono così preziosi. Abbiamo avuto sfide con ventiquattro tavole rotonde, ognuna incentrata su questioni diverse, in cui si sono riunite persone da diverse prospettive. Quando li si porta tutti al tavolo, si ottengono le idee più creative per superare le barriere. Sono una persona positiva e credo che, se tutti riconoscono la necessità di collaborare e riuniamo tutte queste idee fresche e brillanti, possiamo avere un impatto reale sul pianeta e sull'ambiente.
Per quanto riguarda la digitalizzazione e l'AI, abbiamo visto molti panel e aziende all'avanguardia nella gestione dell'acqua. Si parla spesso di data center e della loro impronta idrica, ma meno di come queste tecnologie possono plasmare il futuro del settore. Quali sfide ritiene rimangano per la loro adozione?
Be’, non è facile, ma l'intelligenza artificiale e la digitalizzazione possono sicuramente portare molti vantaggi. Possiamo rilevare le perdite molto più facilmente senza dover toccare l'infrastruttura. Possiamo utilizzare la tecnologia video per individuare il punto di partenza della perdita. L'intelligenza artificiale svolge un ruolo importante anche nella manutenzione predittiva e nel monitoraggio in tempo reale della qualità dell'acqua, che aiutano a ottimizzare l'uso delle risorse, a ridurre i costi e a migliorare la resilienza contro gli impatti climatici. Tuttavia, ci sono sfide da affrontare, soprattutto per quanto riguarda i sistemi informatici più vecchi e questioni come la sicurezza dei dati. In Europa abbiamo una forte regolamentazione, quindi questa sarà una vera sfida. Non so come sia la situazione in Italia, ma nei Paesi Bassi, e da quello che ho sentito in altre comunità internazionali, c'è un forte bisogno di professionisti qualificati. Con l'avanzare della digitalizzazione, abbiamo bisogno di più esperti di ICT e di persone che sviluppino queste tecnologie. È una sfida che riguarda diversi settori.
È un appello alle nuove generazioni?
Il settore idrico è un campo incredibile in cui lavorare, ma dobbiamo renderlo più attraente per i giovani. Sono desiderosi di contribuire alla società e di costruire un futuro più sostenibile, e l'acqua è strettamente legata a molti degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Se comunichiamo l'urgenza e il ruolo che possono svolgere nel risolvere questi problemi, sono certo che i giovani professionisti saranno attratti dal settore idrico. Abbiamo bisogno di loro, soprattutto perché molte comunità in tutto il mondo non hanno ancora accesso all'acqua potabile. Se presentiamo questa situazione come un'opportunità per avere un reale impatto globale, credo che le nuove generazioni saranno desiderose di unirsi a noi.
Cover: Aquatech